sabato 18 maggio 2013

CAMPOBASSO,“c’è più sicurezza insieme”Anniversario della Fondazione della Polizia,

Campobasso 18 maggio 2013


“161° Anniversario della Fondazione della Polizia”
IN GALLERIA LE FOTO DI GINO CALABRESE

Nell’Aula Magna della della Scuola Allievi Agenti si è svolta la cerimonia del 161 anniversario. 
Nel corso della cerimonia è stato ricordato il capo della Polizia Manganello scomparso da due mesi. Consegnati i riconoscimenti per merito e per servizio al personale della Polizia di Stato che si è particolarmente distinto nel corso di operazioni di Polizia.
Il questore ha poi letto un suo messaggio. La cerimonia è terminata con l'Inno di Mameli.

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RICONOSCIMENTI AL MERITO E PER SERVIZIO









INTERVENTO DEL QUESTORE GIANCARLO POZZO
161° ANNIVERSARIO FONDAZIONE POLIZIA
Dirigenti, Commissari, Ispettori, Sovrintendenti, Assistenti ed Agenti, Allievi Agenti della Polizia di Stato, Personale civile dell’Amministrazione dell’Interno in servizio presso la Polizia di Stato.Ci troviamo, oggi, a celebrare l’Anniversario della fondazione della Polizia italiana in un modo del tutto nuovo e che, addirittura, sembrerebbe stridere con l’immagine di una Istituzione la quale, negli anni, ha fortemente voluto caratterizzarsi per il suo essere “tra la gente”. A questo concetto erano peraltro ancorati i motti che hanno accompagnato le ricorrenze annuali della fondazione. Ed anche quest’anno, il motto “c’è più sicurezza insieme” risulta del tutto coerente con la linea in precedenza  tracciata.Oggi, che questa Aula Magna vede solo noi, nella totale assenza della cittadinanza alla quale sempre abbiamo fatto riferimento, e nella totale assenza – altresì - delle Autorità istituzionali e delle Associazioni rappresentative della comunità, non dobbiamo ritenere, neppure per un attimo, che sia mutato l’atteggiamento dell’Amministrazione della pubblica sicurezza nei confronti della società per la quale essa opera.In un momento di grave austerità, mai precedentemente vissuta con simili connotazioni, forse non vi era modo più efficace di quello scelto dai vertici dello Stato per mostrare vicinanza alla nostra “gente”. Quest’anno, siamo “silenziosamente” vicini alla “gente” per la quale continueremo ad impegnarci con ancora maggiore senso di responsabilità, ben consci che proprio in questi momenti, il nostro lavoro si fa più delicato; e ben consci, altresì, che  i sacrifici che a noi conseguiranno potranno comprensibilmente non trovare il giusto apprezzamento da parte di coloro che, in questo periodo, stentano nel condurre la loro esistenza.Ed il motto di quest’anno “c’è più sicurezza insieme”, oltreché alla nostra tradizione di “Corpo aperto”, conduce i nostri pensieri a colui che lo ha ideato; egli fu il vertice della nostra Istituzione e, nello stesso tempo, collega ed amico di tutti coloro che ebbero la fortuna di stargli accanto. Mi riferisco al Capo della Polizia, Direttore Generale della pubblica sicurezza, Prefetto Antonio MANGANELLI, scomparso solo due mesi fa.La sua lunga malattia non era riuscita, fino alla fine, a distoglierlo un solo momento dalla nostra guida e dal coordinamento di tutto il “sistema della sicurezza” della intera Nazione. Lo ricorderemo per le sue eccezionali doti umane e professionali e per essere stato il vero protagonista della evoluzione del concetto di sicurezza “somministrata” in quello di sicurezza “partecipata”. Sono certo che il suo ricordo rimarrà impresso nella nostra coscienza di uomini dello Stato e che il suo esempio continuerà ad esserci sicura guida nell’espletamento delle nostre funzioni: “Grazie Antonio, per tutto quello che sei stato per noi!”L’intimità all’insegna della quale celebriamo oggi questa ricorrenza, favorisce un sereno consuntivo del nostro operato che va ritenuto, nel suo complesso, ampiamente positivo.Infatti:l’attività provvedimentale propria del Questore in materia di misure di prevenzione ed in materia di polizia amministrativa, ha assunto consistenza e qualità tali da costituire uno strumento assolutamente efficace per il controllo di criticità riconducibili a soggetti in grado di turbare l’ordine e la sicurezza pubblica, e per la disciplina di attività sottoposte ad autorizzazioni di polizia in relazione alla loro rilevanza, anch’esse, per l’ordine e la sicurezza pubblica;sotto l’aspetto operativo della polizia di prevenzione, possiamo dire di aver ben governato ogni situazione; ciò, attraverso una rete informativa efficiente e con l’apporto e con l’impiego di tutte le articolazioni della Questura, di tutte le Specialità della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e con il concorso della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato. Ogni vicenda in grado di risultare sensibile per l’ordine e la sicurezza pubblica è stata seguita ed affrontata senza che si siano verificati scontri o incidenti; in ciò, va peraltro riconosciuto il ruolo svolto anche dall’indole dei cittadini molisani, che è notoriamente pacifica, dignitosa, civile;non diversamente può dirsi per l’attività repressiva: sia per i numerosi interventi in flagranza di reato,  effettuati dagli organismi territoriali e dalle Specialità, sia per le indagini di Polizia Giudiziaria mai precedentemente svolte ai medesimi livelli qualitativi. Fra tutte le operazioni concluse nell’anno in corso, non posso non citare il completo sradicamento, dal suolo molisano, di una nascente, pericolosissima criminalità organizzata autoctona: una consorteria che, utilizzando metodi mafiosi, era riuscita ad affermarsi tenendo sotto scacco non pochi imprenditori di pubblici esercizi. Se non fossimo intervenuti in tempo e non fossimo riusciti nell’impresa, anche il Molise avrebbe aperto le porte alla sua mafia. Né di minore livello sono numerose altre indagini concluse o quelle che, nel medesimo periodo, sono nate e che si stanno ancora sviluppando.Tutti questi risultati, è bene ribadirlo, sono stati conseguiti in un momento in cui le risorse risultano inferiori a periodi precedenti: sia quelle umane che quelle tecnico-logistiche. Ognuno di noi può pertanto compiacersi se anche gli spazi rimasti vuoti a causa dei colleghi che hanno lasciato il servizio senza rimpiazzo, sono stati riempiti da chi ha saputo “rischierarsi” con intelligenza, per far fronte alle esigenze di servizio. Ed altrettanto dicasi per i mezzi tecnico-logistici che sono stati utilizzati con le giuste accortezze, onde con esse supplire alle ridotte assegnazioni; ciò ha comportato particolare impegno nella gestione e una speciale cura nel tenere efficienti le dotazioni disponibili.Ma se per i motivi cennati possiamo ritenere di aver egregiamente saputo cimentarci nelle sfide alle quali siamo stati chiamati, non possiamo non essere consapevoli delle ulteriori prove che ci attendono, le quali si profilano ancor più irte di difficoltà e per le quali dovremo ancora una volta mostrarci all’altezza della nostra missione.Sono personalmente certo che l’Amministrazione della pubblica sicurezza della nostra provincia, in tutte le sue componenti, è conscia di avere pur sempre ulteriori spazi di miglioramento e di avere i giusti sentimenti per confermarsi quale saldo punto di riferimento per la nostra comunità. Ciò, dipenderà da ciascuno di noi che dovrà applicarsi con ancor più dedizione, ricercando sempre maggiore compattezza interna e mai lasciando spazi,  con la dignità che ci è propria, a cedimenti i quali non sarebbero né compresi né giustificati agli occhi della collettività sofferente.Non riterrei completo il mio intervento se, prima di avviarmi a conclusione, non esprimessi sincera soddisfazione per le eccellenti sinergie che, nella nostra provincia, caratterizzano il rapporto tra tutte le componenti del “sistema sicurezza”.L’intesa tra il Prefetto – vertice e sintesi di tutte le articolazioni dello Stato ed Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza – ed il Questore, anch’egli, con diverse caratteristiche, Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, si è sempre tradotta in armonica e proficua operatività; ugualmente può dirsi del rapporto – già ricordato – con le altre Forze di Polizia, fondato su profondo spirito di collaborazione e sul rispetto delle specificità di ciascuna. Al Sig. Prefetto ed ai Comandanti dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Penitenziaria; esprimo, perciò, i sensi della più viva gratitudine dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, sia in qualità di Questore sia in qualità di vertice della Polizia di Stato.Termino ringraziando tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato e all’Amministrazione civile dell’Interno per quanto fatto e per quanto ancora faranno; un grazie anche alle nostre famiglie che ci sostengono in questa missione di primo piano.Rivolgo altresì un pensiero alle Organizzazioni Sindacali del medesimo personale che, nel ricordato contesto, potranno certamente svolgere con senso di equilibrio e compostezza, per le materie di relativa pertinenza, quel ruolo importante che la precarietà della situazione anche da esse esige.Un augurio speciale va agli Allievi Agenti affinché, forti degli insegnamenti ricevuti e saldi nel rispetto degli impegni che assumeranno con il giuramento, siano presto in grado di offrire alla nostra Nazione un contributo di elevato livello.L’ultimo e deferente sentimento di gratitudine va ai nostri caduti, che ci hanno lasciato una eredità di eroismo; e lo stesso pensiero va anche a tutti coloro i quali ci hanno preceduto nel servizio, compiendo quotidianamente e semplicemente il proprio onesto dovere.
Viva l’Italia, viva la Polizia.

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