“161° Anniversario della
Fondazione della Polizia”
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Nell’Aula Magna della della Scuola Allievi Agenti si è svolta la cerimonia del 161 anniversario.
Nel corso della cerimonia è stato ricordato il capo della Polizia Manganello scomparso da due mesi. Consegnati i riconoscimenti per merito e per servizio al personale della Polizia di Stato che si è particolarmente distinto nel corso di operazioni di Polizia.
Il questore ha poi letto un suo messaggio. La cerimonia è terminata con l'Inno di Mameli.
INTERVENTO DEL QUESTORE GIANCARLO POZZO
161° ANNIVERSARIO FONDAZIONE POLIZIA
Dirigenti, Commissari, Ispettori, Sovrintendenti, Assistenti
ed Agenti, Allievi Agenti della Polizia di Stato, Personale civile dell’Amministrazione
dell’Interno in servizio presso la Polizia di Stato.Ci troviamo, oggi, a
celebrare l’Anniversario della fondazione della Polizia italiana in un modo del
tutto nuovo e che, addirittura, sembrerebbe stridere con l’immagine di una
Istituzione la quale, negli anni, ha fortemente voluto caratterizzarsi per il
suo essere “tra la gente”. A questo concetto erano peraltro ancorati i motti
che hanno accompagnato le ricorrenze annuali della fondazione. Ed anche
quest’anno, il motto “c’è più sicurezza insieme” risulta del tutto coerente con
la linea in precedenza tracciata.Oggi,
che questa Aula Magna vede solo noi, nella totale assenza della cittadinanza
alla quale sempre abbiamo fatto riferimento, e nella totale assenza – altresì -
delle Autorità istituzionali e delle Associazioni rappresentative della comunità,
non dobbiamo ritenere, neppure per un attimo, che sia mutato l’atteggiamento
dell’Amministrazione della pubblica sicurezza nei confronti della società per
la quale essa opera.In un momento di grave austerità, mai precedentemente
vissuta con simili connotazioni, forse non vi era modo più efficace di quello
scelto dai vertici dello Stato per mostrare vicinanza alla nostra “gente”. Quest’anno,
siamo “silenziosamente” vicini alla “gente” per la quale continueremo ad
impegnarci con ancora maggiore senso di responsabilità, ben consci che proprio
in questi momenti, il nostro lavoro si fa più delicato; e ben consci, altresì,
che i sacrifici che a noi conseguiranno
potranno comprensibilmente non trovare il giusto apprezzamento da parte di
coloro che, in questo periodo, stentano nel condurre la loro esistenza.Ed il
motto di quest’anno “c’è più sicurezza insieme”, oltreché alla nostra
tradizione di “Corpo aperto”, conduce i nostri pensieri a colui che lo ha
ideato; egli fu il vertice della nostra Istituzione e, nello stesso tempo,
collega ed amico di tutti coloro che ebbero la fortuna di stargli accanto. Mi
riferisco al Capo della Polizia, Direttore Generale della pubblica sicurezza,
Prefetto Antonio MANGANELLI, scomparso solo due mesi fa.La sua lunga malattia
non era riuscita, fino alla fine, a distoglierlo un solo momento dalla nostra
guida e dal coordinamento di tutto il “sistema della sicurezza” della intera
Nazione. Lo ricorderemo per le sue eccezionali doti umane e professionali e per
essere stato il vero protagonista della evoluzione del concetto di sicurezza
“somministrata” in quello di sicurezza “partecipata”. Sono certo che il suo
ricordo rimarrà impresso nella nostra coscienza di uomini dello Stato e che il
suo esempio continuerà ad esserci sicura guida nell’espletamento delle nostre
funzioni: “Grazie Antonio, per tutto quello che sei stato per noi!”L’intimità
all’insegna della quale celebriamo oggi questa ricorrenza, favorisce un sereno consuntivo
del nostro operato che va ritenuto, nel suo complesso, ampiamente positivo.Infatti:l’attività
provvedimentale propria del Questore in materia di misure di prevenzione ed in
materia di polizia amministrativa, ha assunto consistenza e qualità tali da
costituire uno strumento assolutamente efficace per il controllo di criticità
riconducibili a soggetti in grado di turbare l’ordine e la sicurezza pubblica,
e per la disciplina di attività sottoposte ad autorizzazioni di polizia in
relazione alla loro rilevanza, anch’esse, per l’ordine e la sicurezza pubblica;sotto
l’aspetto operativo della polizia di prevenzione, possiamo dire di aver ben
governato ogni situazione; ciò, attraverso una rete informativa efficiente e
con l’apporto e con l’impiego di tutte le articolazioni della Questura, di
tutte le Specialità della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e con il
concorso della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato. Ogni vicenda
in grado di risultare sensibile per l’ordine e la sicurezza pubblica è stata seguita
ed affrontata senza che si siano verificati scontri o incidenti; in ciò, va
peraltro riconosciuto il ruolo svolto anche dall’indole dei cittadini molisani,
che è notoriamente pacifica, dignitosa, civile;non diversamente può dirsi per l’attività
repressiva: sia per i numerosi interventi in flagranza di reato, effettuati dagli organismi territoriali e dalle
Specialità, sia per le indagini di Polizia Giudiziaria mai precedentemente
svolte ai medesimi livelli qualitativi. Fra tutte le operazioni concluse
nell’anno in corso, non posso non citare il completo sradicamento, dal suolo
molisano, di una nascente, pericolosissima criminalità organizzata autoctona:
una consorteria che, utilizzando metodi mafiosi, era riuscita ad affermarsi tenendo
sotto scacco non pochi imprenditori di pubblici esercizi. Se non fossimo intervenuti
in tempo e non fossimo riusciti nell’impresa, anche il Molise avrebbe aperto le
porte alla sua mafia. Né di minore livello sono numerose altre indagini concluse
o quelle che, nel medesimo periodo, sono nate e che si stanno ancora sviluppando.Tutti
questi risultati, è bene ribadirlo, sono stati conseguiti in un momento in cui
le risorse risultano inferiori a periodi precedenti: sia quelle umane che quelle
tecnico-logistiche. Ognuno di noi può pertanto compiacersi se anche gli spazi rimasti
vuoti a causa dei colleghi che hanno lasciato il servizio senza rimpiazzo, sono
stati riempiti da chi ha saputo “rischierarsi” con intelligenza, per far fronte
alle esigenze di servizio. Ed altrettanto dicasi per i mezzi tecnico-logistici
che sono stati utilizzati con le giuste accortezze, onde con esse supplire alle
ridotte assegnazioni; ciò ha comportato particolare impegno nella gestione e una
speciale cura nel tenere efficienti le dotazioni disponibili.Ma se per i motivi
cennati possiamo ritenere di aver egregiamente saputo cimentarci nelle sfide
alle quali siamo stati chiamati, non possiamo non essere consapevoli delle
ulteriori prove che ci attendono, le quali si profilano ancor più irte di
difficoltà e per le quali dovremo ancora una volta mostrarci all’altezza della
nostra missione.Sono personalmente certo che l’Amministrazione della pubblica
sicurezza della nostra provincia, in tutte le sue componenti, è conscia di
avere pur sempre ulteriori spazi di miglioramento e di avere i giusti
sentimenti per confermarsi quale saldo punto di riferimento per la nostra
comunità. Ciò, dipenderà da ciascuno di noi che dovrà applicarsi con ancor più
dedizione, ricercando sempre maggiore compattezza interna e mai lasciando
spazi, con la dignità che ci è propria, a
cedimenti i quali non sarebbero né compresi né giustificati agli occhi della collettività
sofferente.Non riterrei completo il mio intervento se, prima di avviarmi a
conclusione, non esprimessi sincera soddisfazione per le eccellenti sinergie
che, nella nostra provincia, caratterizzano il rapporto tra tutte le componenti
del “sistema sicurezza”.L’intesa tra il Prefetto – vertice e sintesi di tutte
le articolazioni dello Stato ed Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza – ed
il Questore, anch’egli, con diverse caratteristiche, Autorità Provinciale di
Pubblica Sicurezza, si è sempre tradotta in armonica e proficua operatività;
ugualmente può dirsi del rapporto – già ricordato – con le altre Forze di
Polizia, fondato su profondo spirito di collaborazione e sul rispetto delle
specificità di ciascuna. Al Sig. Prefetto ed ai Comandanti dell’Arma dei
Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato e della
Polizia Penitenziaria; esprimo, perciò, i sensi della più viva gratitudine dell’Amministrazione
della Pubblica Sicurezza, sia in qualità di Questore sia in qualità di vertice
della Polizia di Stato.Termino ringraziando tutti gli appartenenti alla Polizia
di Stato e all’Amministrazione civile dell’Interno per quanto fatto e per
quanto ancora faranno; un grazie anche alle nostre famiglie che ci sostengono
in questa missione di primo piano.Rivolgo altresì un pensiero alle
Organizzazioni Sindacali del medesimo personale che, nel ricordato contesto,
potranno certamente svolgere con senso di equilibrio e compostezza, per le
materie di relativa pertinenza, quel ruolo importante che la precarietà della
situazione anche da esse esige.Un augurio speciale va agli Allievi Agenti
affinché, forti degli insegnamenti ricevuti e saldi nel rispetto degli impegni
che assumeranno con il giuramento, siano presto in grado di offrire alla nostra
Nazione un contributo di elevato livello.L’ultimo e deferente sentimento di
gratitudine va ai nostri caduti, che ci hanno lasciato una eredità di eroismo; e
lo stesso pensiero va anche a tutti coloro i quali ci hanno preceduto nel
servizio, compiendo quotidianamente e semplicemente il proprio onesto dovere.
Viva l’Italia, viva la Polizia.
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