Il cinquantunenne, residente a
Campobasso, si è reso responsabile dei reati di stalking, violenza privata,
minacce e lesioni aggravate.
La Squadra
Mobile della Questura di Campobasso la mattina del 30 marzo scorso ha eseguito una ordinanza applicativa della
misura cautelare in carcere, richiesta dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Campobasso ed emessa dal GIP del medesimo Tribunale, a carico di
I. M., di anni 51, residente a Campobasso, resosi responsabile dei reati di
stalking, violenza privata, minacce e lesioni aggravate.
La Procura della Repubblica di Campobasso, a termine
delle indagini iniziali, effettuate da questa Divisione Polizia Anticrimine, a
seguito della denuncia effettuata dalla persona offesa, emetteva, dallo scorso
febbraio, nei confronti dell’uomo, la
misura cautelare del divieto di avvicinamento all’ex convivente.
Nel recente passato, l’uomo, tuttavia, geloso e non
rassegnato e normalmente alterato del consumo di alcolici, aveva reiterato le
condotte moleste verso la ex partner, non solo chiamandola ripetutamente al
telefono cellulare, ma anche seguendola in tutti i suoi spostamenti,
pedinandola e minacciandola di morte, causandole un fondato timore per la
propria incolumità personale e ingenerandole un grave e perdurante stato
d’ansia e di paura, inducendola a cambiare le proprie abitudini di vita e ad
evitare il più possibile di uscire dalla propria dimora e di usare il telefono.
Nell’ultimo periodo, personale operante di questo
Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico era intervenuto , più volte,
su richiesta della vittima, presso l’abitazione della donna, perché lo stalker
aveva, anche, minacciato il figlio della persona offesa con una
bottiglia rotta e successivamente lo aveva picchiato ed aveva
causato alla ex compagna, nei suoi ripetuti atti di violenza posti in
essere nei suoi confronti, un vistoso livido all’occhio causandole una prolungata malattia.
La condotta dell’uomo geloso si protraeva dal 2017 e
il Questore di Campobasso ha emesso a carico di I. M. un ammonimento al fine di
cambiare atteggiamento, pena l’applicazione di più incisive sanzioni.
Il GIP del Tribunale di Campobasso ha ritenuto integrati gli estremi dei gravi indizi di
colpevolezza e ha riqualificato il reato
in maltrattamenti in famiglia, consistiti in fatti di lesioni, offese, minacce
e violenza personale posti in essere in modo abituale che hanno provocato nella
persona offesa uno stato di mortificazione ed un regime di vita vessatorio ed
insostenibile. Il motivo di tale condotta, affermata dal GIP, sta nel carattere violento
dell’indagato, sia nella volontà della donna di troncare ogni rapporto, cosa
che non è risuscita a fare per la paura di subire altre violenze. E quando
acconsentiva ad uscire con l’uomo, lo faceva solo perché spaventata.
Le condotte illecite
ripetute sistematicamente ad ogni incontro per molti mesi e fino a
qualche giorno fa, in un crescendo di violenza che ha esposto la parte offesa a fatti anche più
gravi. L’uomo, inoltre, è noto per la sua violenza e la misura adottata non ha raggiunto gli effetti
sperati dal Giudice.
Pertanto , la Squadra Mobile prelevava l’uomo e dava
esecuzione alla misura della custodia in carcere, ritenuta l’unica misura, allo
stato, adeguata a contenere la condotta illecita di I.M..
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