Un Tour itinerante di 47 tappe
giovedì 14 marzo, arriverà a Campobasso
2 studenti su 3 sono vittima di bullismo 1 teenager su 4 posta sui social almeno un selfie al giorno.
Arriverà
a Campobasso, in Corso Vittorio Emanuele, il truck di “Una Vita da Social”, la
più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla
Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con il Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed il Garante per l’Infanzia e
l’Adolescenza, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione
dei rischi e pericoli della Rete per i minori.
Ripartita
da Matera, capitale europea della cultura, la 6^ edizione dell’evento vede, ancora
una volta al fianco della Polizia Postale, aziende come Baci Perugina,
Facebook, Euronics, FireEye, Google, Instagram, Nexi, Kapersky lab, Skuola.net,
Vodafone, WindTre, Youtube, per rendere la rete sempre più sicura.
I
social network sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato
nella quotidianità dei teenager e in virtù del numero sempre maggiore degli
adolescenti presenti sul web hanno determinato una crescita esponenziale dei
minori vittime di reati contro la persona che negli anni è raddoppiato: dai 104
casi registrati nel 2016 si è passati a 177 nel 2017 e 208 casi trattati nel
2018, le vittime hanno tutte un’età compresa tra i 14 e i 17 anni.
Ancora
oggi i ragazzi si esprimono e sembrano pensare che il web sia un po’ “una terra
di nessuno”, dove si scambiano messaggi e post senza pensarci troppo e le
azioni online vengono valutate spesso come un gioco privo di conseguenze.
Tra
i giovani è ormai acclarata la selfie-mania.
È questa una delle evidenze di una ricerca condotta da Skuola.net,
Università di Roma ‘Sapienza’ e Università Cattolica di Milano per conto della
Polizia di Stato – intervistando 6.671 giovani tra gli 11 e i 25 anni. Il
selfie è sempre più caposaldo della propria identità per le nuove generazioni.
La metà del campione ne scatta almeno 4 prima di pubblicarlo sui social, cosa
che avviene con frequenza almeno settimanale in 9 casi su 10.
Il
web è letteralmente inondato di immagini che li ritraggono, raccontando molto
di sé, della propria identità e magari dei luoghi frequentati, con tutti i
rischi del caso.
L’attrazione
per il selfie alle volte è tale da spingere i giovani a mettersi
deliberatamente in una situazione di pericolo. Il 35% dichiara di aver provato
a farsi un autoscatto in condizioni potenzialmente pericolose, prevalentemente
alla guida del motorino o della macchina. Come anche testimoniano i casi di
cronaca con esiti letali, a cimentarsi con queste pratiche sono prevalentemente
i maschi, verso i vent’anni, con un rendimento culturale o accademico o molto
basso o molto elevato.
Un
selfie viene pubblicato su un qualunque social network prevalentemente una
volta a settimana (63%), mentre ciò accade una volta al giorno nel 14% dei casi
e più volte al giorno nel 13% dei casi. A conti fatti 1 su 4ne posta almeno una
volta al giorno, mentre 9 su 10almeno
una volta a settimana.
Ovviamente
il risultato deve essere il migliore possibile. Quindi la metà dei soggetti
intervistati ne scatta almeno 4 prima di procedere alla pubblicazione di uno di
essi. Anche perché se si posta un’immagine che non riceve abbastanza “mi
piace”, il 31% si dichiara abbastanza/molto propenso a cancellarlo, contro il
38%che non è per nulla propenso. Sono abbastanza/molto propensi a cancellarlo i
più giovani e quelli con un basso rendimento scolastico.
Non
è un gioco da ragazzi, ma quasi un lavoro da agenzia pubblicitaria. Il 52% in
media passa 10 minuti a modificare e a descrivere (con commenti o didascalie)
un selfie prima di pubblicarlo. Sono prevalentemente le femmine e i più giovani
(meno di 17 anni). Il 36% usa spesso i filtri per i propri autoritratti. Che
soddisfano globalmente il 53% del campione.
Ci
sono delle correlazioni anche con il contesto familiare. A conferma del fatto
che le famiglie rivestono un ruolo chiave nell’educazione dei figli, sia negli
ambiti tradizionali che nei nuovi ambiti digitali. Ad esempio c’è una certa prevalenza di
soggetti provenienti da famiglie con titolo di studio più modesto tra quelli
più propensi al selfie pericoloso (il cosiddetto “Daredevil selfie”). Al
contrario i ragazzi che si “limitano” a postare non più di un selfie a settimana sui social devono fare i
conti con genitori con elevato titolo di studio.
Attraverso
il progetto “Una vita da social”, gli operatori della Polizia Postale e delle
Comunicazioni hanno incontrato oltre 1 milione e 700 mila studenti sia nelle
piazze che nelle scuole, 180.000 genitori, 100.00insegnanti per un totale di
15.000 Istituti scolastici, 250città raggiunte sul territorio e due pagine
twitter e facebook con 126.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi
della sicurezza online.
Il
truck, allestito con un’aula didattica multimediale, è partito da Matera e
concluderà il suo tour a Roma, toccando le principali città italiane, dove gli
operatori della Polizia Postale incontreranno studenti, genitori e insegnanti
sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma chiaro adatto a
tutte le fasce di età. Inoltre, quest’anno gli studenti attraverso il diario di
bordo “https://www.facebook.com /unavitadasocial” potranno lanciare il loro messaggio
positivo contro il cyberbullismo.
A
Campobasso, il truck sarà presente in Corso Vittorio Emanuele nella mattinata
del 14 marzo, a disposizione delle scolaresche di questo Capoluogo coinvolte
nell’evento.
“Capire
i ragazzi oggi non è sempre per gli adulti compito agevole, soprattutto quando
si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi
cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato
universo giovanile – afferma Tommaso VECCHIO, Dirigente del Compartimento
Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Molise “il fascino della rete -
continua il Dirigente - e la sottile suggestione del messaggio virtuale, cosi
come l’idea di sentirsi anonimi e il senso di deresponsabilizzazione rispetto
ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie
preoccupazioni . Per fare della Rete un luogo più sicuro crediamo tuttavia che occorra continuare a diffondere una
cultura della sicurezza in rete e in questo contesto
si inserisce l’iniziativa “Una vita da social” per un uso corretto e
consapevole del web. Dall’inizio dell’anno scolastico in corso, la Polizia
Postale e delle Comunicazioni per il Molise ha avuto incontri a tal fine
con le Scuole di I e II grado della Regione, coinvolgendo
circa 1500 studenti”.
Nel
biennio 2017-2018 il Compartimento Polizia Postale Comunicazioni per il Molise
ha svolto le attività relativamente alle casistiche di reati come di seguito
meglio specificate.
|
Diffamazione
on-line
|
Ingiurie
Minacce
Molestie
|
Furto di
identità digitale
su social network
|
Detenzione
e
Diffusione
di materiale pedopornografico
|
Sextortion
|
Casi
trattati
2017
|
41 (di cui 4 minori vittime)
|
11(di cui 1 minore vittima)
|
9 (di cui 2 minori vittime)
|
Adescamento di minori 3
|
10 (di cui 1 minore)
|
Casi
trattati
2018
|
31
|
8 (di cui 1 minore)
|
10
|
3 minori vittime
|
7
|
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