venerdì 4 ottobre 2013

REGIONE MOLISE‘NORME IN MATERIA DI PREVENZIONE E CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE’.

Campobasso 4 ottobre 2013


Sala auditorio degli Uffici del Consiglio regionale
Conferenza di presentazione ed illustrazione della Legge regionale n. 25 
Foto del reporter Luigi Calabrese


Dopo un lungo iter legislativo, il Consiglio regionale, martedì 1° ottobre u.s., all’unanimità, ha votato in favore dell’approvazione del testo di legge richiamato,  condiviso e sottoscritto da tutti i Componenti l’Assise. Un risultato importante per la nostra Terra, punto di avvio per una rinnovata stagione di civiltà. Parlarne, confrontarsi, aprire un dibattito con tutti i soggetti coinvolti e gli  Organi d’Informazione regionali -strumento importante e prezioso di sensibilizzazione- appare essere un buon inizio per tagliare il traguardo finale: il raggiungimento dell’uguaglianza di genere de iure e de facto!


Violenza di genere, violenza sui deboli. 
Il pensiero del presidente Frattura per la strage di Lampedusa

“Nella riflessione sulla nuova nostra legge regionale di repressione contro la violenza sulle donne, il nostro pensiero, il nostro dolore, anche la nostra rabbia per la strage di migranti avvenuta a Lampedusa. Credo sia giusto, credo sia dovuto. 
Un’ecatombe di uomini, bambini e donne, un’ecatombe che nessuno può accettare e che obbliga tutti noi a riconsiderare tante cose. La sofferenza di oggi, di questo lutto nazionale, è una sofferenza vera, carica di quel senso di colpevolezza che ha a che fare con le ingiustizie della società. 
E una società ingiusta è quella che sfoga la sua rabbia, la sua violenza, la sua forza di sopraffazione contro i deboli, è quella che non li tutela, non li accoglie nel momento della sofferenza, della disperazione e della solitudine. I migranti come tante donne, nostre, vittime dell’ingiustizia sociale. C’è un filo comune che lega tutte le vittime del mondo: la solitudine, la mancata vicinanza, spesso, delle istituzioni. 
È, questo, il grido d’aiuto che ritroviamo in ogni storia nostra, di violenza e sopraffazione domestica: la solitudine, l’impossibilità da parte di donne vessate, picchiate, perseguitate, di riconoscere la porta giusta alla quale bussare. Perché non c’è quella porta giusta.
È la cronaca che purtroppo ci racconta che l’intervento della magistratura spesso non è sufficiente. Un allontanamento coercitivo non limita l’aggressore nelle sue follie. Ci vogliono strutture, case di accoglienza, punti di ascolto. Ci vuole una società che non faccia sentire la vittima mai sola. 
Finora, come ci hanno indicato anche gli operatori del sociale, nonché i magistrati che a questi casi si dedicano e li chiamano “amori criminali”, in Molise ogni vicenda si è complicata per via dell’insufficienza o inesistenza di strutture sociali di accompagnamento e sostegno. Le case protette sono fondamentali, senza questi muri sicuri si resta vittime nella propria gabbia. E poco possono fare le misure giudiziarie nei confronti dell’aggressore, molto spesso stalker insospettabile. Il nostro magistrato Rossana Venditti in più circostanze pubbliche ha sottolineato un aspetto fondamentale: la cultura, il reddito, le condizioni sociali hanno scarso rilievo. La violenza sulle donne è trasversale. Non ha titoli di studio. 
Questa legge regionale, che vede le nostre consigliere in prima fila, che ha visto tante nostre capaci collaboratrici lavorarci con il cuore e la passione, è il segnale tanto atteso per il nostro Molise. Con questa legge oggi il nostro Molise e tutti noi possiamo dimostrarci persone migliori”.
Paolo di Laura Frattura



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