Conferenza di
presentazione ed illustrazione della Legge regionale n. 25
Foto del reporter Luigi Calabrese |
Dopo un lungo iter legislativo, il Consiglio regionale, martedì 1°
ottobre u.s., all’unanimità, ha votato in favore dell’approvazione del testo di
legge richiamato, condiviso e
sottoscritto da tutti i Componenti l’Assise. Un risultato importante per la
nostra Terra, punto di avvio per una rinnovata stagione di civiltà. Parlarne,
confrontarsi, aprire un dibattito con tutti i soggetti coinvolti e gli Organi d’Informazione regionali -strumento
importante e prezioso di sensibilizzazione- appare essere un buon inizio per
tagliare il traguardo finale: il raggiungimento dell’uguaglianza di genere de iure
e de facto!
Violenza di genere, violenza sui deboli.
Il pensiero
del presidente Frattura per la strage di Lampedusa
“Nella riflessione sulla nuova nostra legge regionale di repressione contro la
violenza sulle donne, il nostro pensiero, il nostro dolore, anche la nostra
rabbia per la strage di migranti avvenuta a Lampedusa. Credo sia giusto, credo
sia dovuto.
Un’ecatombe di
uomini, bambini e donne, un’ecatombe che nessuno può accettare e che obbliga
tutti noi a riconsiderare tante cose. La sofferenza di oggi, di questo lutto
nazionale, è una sofferenza vera, carica di quel senso di colpevolezza che ha a
che fare con le ingiustizie della società.
E una società
ingiusta è quella che sfoga la sua rabbia, la sua violenza, la sua forza di
sopraffazione contro i deboli, è quella che non li tutela, non li accoglie nel
momento della sofferenza, della disperazione e della solitudine. I migranti
come tante donne, nostre, vittime dell’ingiustizia sociale. C’è un filo comune
che lega tutte le vittime del mondo: la solitudine, la mancata vicinanza,
spesso, delle istituzioni.
È, questo, il
grido d’aiuto che ritroviamo in ogni storia nostra, di violenza e sopraffazione
domestica: la solitudine, l’impossibilità da parte di donne vessate, picchiate,
perseguitate, di riconoscere la porta giusta alla quale bussare. Perché non c’è
quella porta giusta.
È la cronaca che
purtroppo ci racconta che l’intervento della magistratura spesso non è sufficiente.
Un allontanamento coercitivo non limita l’aggressore nelle sue follie. Ci
vogliono strutture, case di accoglienza, punti di ascolto. Ci vuole una società
che non faccia sentire la vittima mai sola.
Finora, come ci
hanno indicato anche gli operatori del sociale, nonché i magistrati che a
questi casi si dedicano e li chiamano “amori criminali”, in Molise ogni vicenda
si è complicata per via dell’insufficienza o inesistenza di strutture sociali
di accompagnamento e sostegno. Le case protette sono fondamentali, senza questi
muri sicuri si resta vittime nella propria gabbia. E poco possono fare le
misure giudiziarie nei confronti dell’aggressore, molto spesso stalker
insospettabile. Il nostro magistrato Rossana Venditti in più circostanze
pubbliche ha sottolineato un aspetto fondamentale: la cultura, il reddito, le
condizioni sociali hanno scarso rilievo. La violenza sulle donne è trasversale.
Non ha titoli di studio.
Questa legge
regionale, che vede le nostre consigliere in prima fila, che ha visto tante
nostre capaci collaboratrici lavorarci con il cuore e la passione, è il segnale
tanto atteso per il nostro Molise. Con questa legge oggi il nostro Molise e
tutti noi possiamo dimostrarci persone migliori”.
Paolo di Laura
Frattura
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