giovedì 8 agosto 2013

MARCINELLE MESSAGGIO DEL PRESIDENTE FRATTURA

Campobasso 8 Agosto 2013

FRATTURA:MARCINELLE CI COMMUOVE 
262 VITTIME : 136 ITALIANE DI CUI 7 MOLISANI

MARCINELLE - BOIS DU CAZIER
Nella tragedia di Marcinelle, il più grande lutto minerario che commemora la nostra Europa, ci sono tutte le pesanti ingiustizie legate al mondo del lavoro e, alla fine, alla vita stessa.
C’è il dolore del sacrificio profondo, affrontato e sopportato nella speranza di un piccolo riscatto che il salario all’epoca forse poteva garantire. C’è la morte di chi lavora senza tutela. C’è un verdetto, per quella morte, che assolve i ricchi e punisce i poveri. 
Marcinelle è la storia dell’emigrazione, quella legata alla disperazione, all’illusione e al coraggio di partire senza mezzi, senza conoscenze, ignari della lingua, inconsapevoli di qualsiasi diritto, solo perché in quel posto, qualcuno ti dice, c’è lavoro. E poco importa se estremo, impensabile, durissimo, come scavare, finire, sudare e respirare sottoterra.
Oggi Marcinelle con il buio delle sue miniere viaggia ancora sui barconi che affrontano il Mediterraneo e troppo spesso non conoscono approdo. 
Marcinelle, che ci commuove per la morte di 262 minatori di 12 nazionalità, che ci fa piangere per le nostre 136 vittime italiane di cui sette molisane, impone a tutti noi, talvolta lontani e distratti, di fermarci a riflettere, tutti insieme, sull’insegnamento che ci viene dal passato. Marcinelle come l’olocausto del mondo operaio. Come l’olocausto della sicurezza non garantita sul lavoro. Come l’olocausto dell’integrazione negata agli immigrati. Gli extracomunitari morti l’8 agosto del 1956 nella miniera belga erano i nostri concittadini italiani, i nostri parenti molisani. Ci basta questo a spingerci all’abbraccio che dobbiamo a chi viene da noi senza sapere la nostra lingua, senza identità, senza voce, senza pretese, ma con la sola illusione di guadagnare qualcosa.

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