Cronaca di un collasso annunciato
Non occorreva far ricorso a doti divinatorie quando,
all’inizio dell’estate, si rimarcava la necessità di dare risposta alle
esigenze del pronto soccorso di Termoli altrimenti si sarebbe andati incontro
ad una situazione di vera emergenza.
“All’inizio di luglio – ricorda il consigliere Monaco -
quando ormai era evidente che le promesse fatte a maggio dall’ASREM di
garantire maggiore personale infermieristico per il San Timoteo erano andate
alle ortiche, avevo chiesto la convocazione della IV commissione con
l’audizione del personale medico del Pronto Soccorso di Termoli perché si
potesse far fronte all’emergenza che già si stava manifestando in tutta la sua
gravità. Quella convocazione è poi stata sostituita da un incontro svoltosi sul
posto con la partecipazione del Presidente Frattura e del sub commissario. Pur
confermando quanto da me dichiarato anche in altre sedi circa il buon lavoro
che Carmine Ruta sta svolgendo in Molise, è mia opinione che, se alle riunioni
non seguono atti concreti in grado di risolvere le problematiche discusse,
diventa inutile persino starne a parlare. In questo caso, soprattutto, il tempo
diventa un elemento fondamentale e purtroppo se ne è già perso molto.”
La cronaca di questi giorni illustra perfettamente quelli che
erano i timori della vigilia della stagione balneare. Alle attese interminabili
per una visita, ai disservizi per turisti e residenti, al rischio paralisi per
l’intero reparto di Pronto soccorso c’è da aggiungere il lavoro giustamente
avviato dalla Guardia di Finanza sulla presenza di infermieri “imboscati” in
attività diverse da quelle per le quali erano stati assunti.
“Anche sul tema dei fuori mansione avevo richiesto all’ASREM
di verificare come era attualmente collocato il personale infermieristico a
disposizione dell’ospedale di Termoli, ma i vertici della sanità molisana non
hanno avviato alcuna iniziativa per far partire una qualsiasi forma di
verifica. Fortunatamente non si è comportata allo stesso modo la Guardia di Finanza che sta
conducendo le sue indagini su questa vicenda. Non ho elementi per dire con
certezza che richiamando i fuori mansione a svolgere il lavoro di infermiere si
sarebbe tamponata l’emergenza di personale, ma sono sicuro che poteva essere
una prima risposta alle necessità già manifestate”.
Per concludere il vicepresidente del Consiglio regionale
invita tutti i vertici della sanità molisana “a prestare maggiore attenzione a
quello che emerge dall’esperienza di chi vive in frontiera, perché a fare i
conti solo sulla carta si rischia di perdere il contatto con la realtà viva. Se
si tratta di Sanità, però, la realtà è fatta di uomini, donne, bambini, che già
vivono un disagio causato da malattie o infortuni, l’ultima cosa di cui hanno
bisogno è l’incuria di chi è chiamato a far funzionare l’intera macchina di
cura e soccorso”.
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