Patriciello: “Cultura strada maestra lungo la quale creare nuove ricchezze”
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La creazione di un network culturale di matrice sannita - mediante la costruzione di strutture comuni di accesso alle varie aree, di sale multimediali, di laboratori per i ricercatori e atelier di archeologia sperimentale - permetterebbe la creazione di un percorso didattico di straordinaria unicità che porterebbe un ritorno territoriale di profonda importanza.Investire nella cultura - ha poi sottolineato Patriciello nel corso dell’incontro - rappresenta mai come in questo momento un elemento dal quale il nostro Paese non può e non deve prescindere. In effetti, se paragonata agli altri settori dell’economia, la cultura ha un’ulteriore dimensione non soltanto perché crea ricchezza, ma contribuisce anche all’integrazione sociale e all’orgoglio dell’appartenere ad una comunità storica. La cultura è anche uno strumento potente per comunicare valori e promuovere obiettivi di interesse pubblico e, quando questo accade, la cultura diviene la strada maestra lungo la quale si creano nuove ricchezze. La conoscenza rappresenta dunque la risorsa strategica su cui si gioca la capacità dei sistemi di innovarsi e modernizzarsi. Il futuro sarà sempre più segnato dalla produzione, accumulazione, circolazione e valorizzazione della conoscenza. Ciò che conterà sarà la capacità di utilizzare le proprie basi di conoscenza, in genere costruite su un ambito locale caratteristico, per creare competenze distintive in grado di entrare nelle reti di formazione della conoscenza globale. Le Regioni Molise e Abruzzo, ricche di poli culturali di attrazione devono pertanto investire con convinzione in questa iniziativa come in altre in ambito culturale al fine di concorrere alla trasformazione della Cultura in un fattore di ripresa economica. L’Industria Culturale può e deve essere ampliato fino a costituire un caposaldo per il rilancio dell'Economia. Comparto che deve essere sostenuto dalle Istituzioni e non può essere lasciato esclusivamente ad iniziative di carattere prevalentemente associazionistico, spesso estemporanee, che non possono essere in grado di attrarre e giustificare investimenti adeguati dal mondo delle imprese. Alla luce di questa evidenza è possibile e necessario superare i limiti, le restrizioni e le ambiguità alimentate dal pregiudizio ideologico secondo il quale, ancora, tradizionalmente, Cultura e Profitto non possano coesistere, anzi, si elidono a vicenda. Se le energie e le straordinarie risorse culturali presenti nei nostri territori saranno adeguatamente sollecitate, coordinate ed utilizzate, potremo essere protagonisti della concretizzazione di una straordinaria iniziativa”.
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