NEI BOSCHI DEGLI ALTRI NASCONO ALBERI, IN QUELLI MOLISANI
CEMENTO E DEGRADO!
Continuo
imperterrito a dire e raccontare in giro che sono molisano, ma mi riesce sempre
più difficile aggiungere che ne sono orgoglioso. O meglio, lo sarò sempre di
quella cara e meravigliosa terra
ereditata dai nostri avi, di quella fatta di natura incontaminata, di
monti incantati, di corsi d’acqua puri, di centri abitati a misura d’uomo, di
vie pulite e gente cordiale, di pascoli e tratturi, di stazzi e recinti, di
pastori e contadini, di terreni naturalmente fertili, di boschi meritevoli di
riconoscimenti mondiali, di spiagge con spiaggia, di piccole centrali sui corsi
d’acqua, di vento libero di soffiare senza freni, di architettura semplice, di
tradizioni sane, di artisti non condizionati, di archeologia tutelata, di
storia antichissima e inaspettata, di un paesaggio senza pari. Insomma, di
tutto quello che c’era fino a qualche decennio fa quando, fregandosene di
quanto erano riusciti a custodire amorevolmente, forse anche inconsapevolmente,
i nostri nonni, un gruppo di amministratori senza scrupoli (e senza cultura)
sostenuti da centinaia di cittadini senza basi, né coraggio, hanno perpetrato
su questa sorella terra il più ignobile massacro che si potesse immaginare,
hanno devastato tutto quello che c’era di bello, hanno creato i più inutili e
inguardabili scatoloni di cemento, le più deprimenti e selvagge insulsaggini
eoliche, doppioni e doppioni di lingue di asfalto (lasciandone diverse mai
ultimate), “villaggi” industriali (sic!) mostruosi, mortali e senza industrie,
spiagge con grattacieli sul bagnasciuga, porti con cemento e senza navi, fiumi
stravolti da colate di cemento, inquinati e senza pesci, discariche (quelle
ufficiali) nei punti suggestivi, sottosuolo farcito di rifiuti tossici
(ufficioso!!!), paesi (alcuni dei quali stravolti nel loro assetto
storico-architettonico) rifugio dorato di soggiornati a richiesta libera. E
così, approfittando di una massa silente, distratta, accondiscendente,
omertosa, si continua senza tregua, senza logica, senza alcuna utilità a
offendere una delle regioni più belle del paese. La prova oscena di nuovi (vecchi)
eco-mostri è alla portata di tutti, basta solo farci caso, ammettere di essere
uomini desiderosi di rispetto per se stessi e per ciò che li circonda,
evidenziare, segnalare, denunciare pubblicamente l’assalto senza scrupoli alla
nostra identità paesaggistica.
E continua ammirate da vicino come sugli alberi al posto dei
rami e delle foglie, proliferano copiosi manti di asfalto e bitume!
Nessun commento:
Posta un commento