lunedì 18 febbraio 2013

ROMA “RILANCIARE IL SETTORE DELL’EDILIZIA"

Campobasso 18 febbraio 2013




ACEM  A ROMA: RIPRISTINARE  L’ANTICIPAZIONE  DEL PREZZO SUI  LAVORI PUBBLICI


Angelo Santoro
Si è svolto venerdì scorso a Roma, presso la sede del quotidiano Il Tempo, in Piazza Colonna, il confronto dal titolo “RILANCIARE IL SETTORE DELL’EDILIZIA? UNA PRIORITA’ PER IL PAESE”, al quale hanno preso parte il Presidente dell’ANIEM Dino Piacentini, il Vice Presidente ANIEM Angelo Santoro e gli onorevoli  Beatrice Lorenzin - Deputato Pdl; Francesco Scalia - Deputato Pd; Luciano Ciocchetti - Deputato Udc.
In rappresentanza dell’ACEM è intervenuto anche il Vice Presidente Corrado Di Niro.
Corrado Di Niro
Nel corso della riunione, l’ANIEM ha consegnato un documento nel quale si richiede, tra le priorità del nuovo Governo nazionale, il ripristino dell'anticipazione riguardante i pagamenti di  lavori, servizi o forniture.
Tale anticipazione era originariamente prevista dall’art.12 del R.D. 18/11/1923 n. 2440 (contabilità di Stato), il quale, nella sua ultima versione, disponeva una anticipazione fino al 10% del prezzo a fronte di idonee garanzie, in seguito ridotta al 5% e poi eliminata in vigenza della Merloni.
L’articolo 140 del nuovo regolamento attuativo del Codice Appalti, nel ripresentare il contenuto dell’articolo 113 del vecchio regolamento, fissa il divieto di anticipazioni del prezzo d’appalto: in particolare, è fatto divieto alle amministrazioni pubbliche e agli enti pubblici economici di concedere, in qualsiasi forma, anticipazioni del prezzo, in materia di contratti di appalto di lavori, forniture e servizi, con esclusione di quelli riguardanti attività oggetto di cofinanziamento da parte dell’Unione europea.
L’eliminazione dell’anticipazione nei pubblici appalti colpisce in maniera particolarmente pesante oggi le imprese del settore edile, già sottoposte ad una forte pressione del sistema bancario, in un momento in cui le amministrazioni pubbliche si mostrano incapaci di rispettare i tempi e gli impegni relativi ai pagamenti ed in un contesto in cui l’accesso al credito è diventato proibitivo.
Se da un lato le grandi imprese possono ricorrere a mezzi propri, le piccole e medie imprese, sottocapitalizzate per natura, devono necessariamente ricorrere al credito bancario.
Una soluzione, al fine di sostenere la sopravvivenza delle pmi, potrebbe essere rappresentata proprio dalla reintroduzione nei pubblici appalti dell’istituto dell’anticipazione del prezzo, che da un lato darebbe certezza di reale copertura finanziaria prima dell’inizio dei lavori e dall’altro aiuterebbe le nuove imprese ad avviarsi.
Il reinserimento di tale istituto consentirebbe di “dare ossigeno” ad un sistema imprenditoriale che è oggi ai limiti della paralisi operativa: solo nell’ultimo anno, hanno chiuso quasi 10 mila imprese in Italia e 300.000 lavoratori hanno perso il lavoro dall’inizio della crisi.
Mai, infatti, come in questo momento economico di forte crisi occorre ristabilire l’istituto dell’anticipazione del 10% dell’importo contrattuale, da recuperarsi proporzionalmente sugli stati di avanzamento dei lavori.

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