Terapie oncologiche biointegrate, sabato 4 maggio convegno alla
Domus Area di Bagnoli del Trigno
Il ruolo dell’Ipertermia nell’ambito delle
terapie oncologiche integrate. Sarà questo l’argomento cardine che sarà
sviluppato all’interno del convegno che si svolgerà sabato 4 maggio nella sala
congressi della Domus Area di Bagnoli del Trigno. L’evento, di caratura
nazionale promosso dall’Imeb e della Domus Medica, vedrà come relatori
d’eccezione il Dottor Massimo Bonucci, presidente ARTOI (Associazione Ricerca
Terapia Oncologica Integrata), e il Dottor Carlo Pastore, membro ESHO (European
Society Hyperthermic Oncology). Alcuni cenni sull’Ipertermia e la sua storia
recente. L’Ipertermia è una metodica terapeutica che utilizza le più avanzate tecnologie
per ottenere un innalzamento locale, artificiale e controllato, della
temperatura corporea. L’Ipertermia come terapia per la cura dei tumori ha una
storia molto lunga: già a fine ottocento, presso lo Sloan Kattering Cancer
Center di New York, tentativi documentati di trarre vantaggio dal punto di
vista clinico dagli effetti antitumorali della febbre venivano inizialmente
fatti utilizzando sostanze ad azione pirogena (ad esempio, veniva iniettata una
dose a bassa carica virale di Erisipela), in grado cioè di provocare reazioni
febbrili, nei pazienti neoplastici. Questi primi tentativi però, se da un lato
ottenevano risultati incoraggianti per la cura dei pazienti oncologici,
dall’altro erano gravati da imponenti effetti collaterali. Un dato però era
stato consolidato : le cellule tumorali erano estremamente sensibili al calore.
Negli anni 70 un famoso oncologo, il Prof. Harry Le Veen approfondì i
meccanismi fisiologici innescati dal trattamento con il calore, mettendo a
punto tra l’altro i primi macchinari a radiofrequenza per il trattamento di
neoplasie loco-regionali di profondità. L’interesse per questa metodica
indolore e non gravata da alcun effetto collaterale è andato sempre
maggiormente aumentando quando recenti
studi effettuati in tutto il mondo (note sono le scuole di Ipertermia
Oncologica in Giappone, Russia, Paesi dell’area Scandinava, Stati Uniti) hanno
definitivamente confermato l’efficacia dell’Ipertermia nel determinare effetti
citotossici in associazione ai trattamenti convenzionali (radioterapia e
chemioterapia). La risposta delle cellule tumorali al calore è legata sia a
fattori cellulari che alle caratteristiche dell’ospite. Quando le cellule
neoplastiche sono sottoposte a temperature elevate ( 43-44 °C ) esse subiscono un
danno irreversibile, in maniera tempo e
dose dipendente, legato ad una riduzione dell’efficacia dei sistemi riparativi
normalmente presenti a livello cellulare. A 43-44 °C la maggior parte delle
cellule tumorali tende a morire, mentre la maggior parte delle cellule sane
tende a sopravvivere: questa è la base fisiologica dell’efficacia terapeutica
dell’ipertermia.
Relatori:
dott. Massimo Bonucci
medico chirurgo, anatomopatologo, oncologo presidente ARTOI
(Associazione Ricerca Terapia Oncologica Integrata), docente corso di perfezionamento
in Medicina Biointegrata Università di Chieti
dott. Carlo Pastore
Medico chirurgo, specialista in oncologia medica e perfezionato in
ipertermia clinica oncologica. Membro ESHO (European Society Hyperthermic
Oncology). Socio fondatore di ARTOI (Associazione Ricerca Terapia Oncologica
Integrata).
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