Il 2 giugno l’Italia si ferma per festeggiare ed
onorare il proprio compleanno. Una data importante insieme a quelle dell’8 e
del 20 settembre, del 4 novembre e del 25 aprile, rappresentano le tappe
fondamentali della storia del nostro Paese. Il 2 e 3 giugno del 1946, appena un
anno dopo la caduta del regime fascista e la conclusione della seconda guerra
mondiale, il popolo italiano fu chiamato alle urne per il referendum sulla
forma istituzionale dello Stato: gli elettori scelsero la Repubblica, ponendo
così fine a 85 anni di esperienza monarchica iniziata il 17 marzo 1861 con la
proclamazione del Regno d’Italia, a fronte di un contestato spoglio
referendario, con una meridione ancora legato ai Savoia ed un centro nord
fruitore del cambiamento. A seguito di tale risultato, il Re Umberto II,
succeduto al padre Vittorio Emanuele III da appena un mese, decise di lasciare
il territorio italiano insieme alla famiglia Savoia. Temporaneamente le
funzioni di Capo dello Stato furono assunte dal Presidente del Consiglio dei
Ministri Alcide De Gasperi. Per la prima volta quel referendum dette la
possibilità a tutti, senza distinzione di sesso, di religione, di condizioni
sociali, ideologiche, di esprimere un voto libero nella piena consapevolezza
della serietà politica del momento. Il resto, dall’assemblea costituente del 26
giugno, al primo presidente De Nicola, alla elaborazione, studio ed
approvazione della Carta costituzionale, sono passaggi che portarono l’Italia
come giovane Repubblica, in una preparazione istituzionale di circa un anno e
mezzo e con oggi sono 69 anni che festeggiamo il 2 giugno. Ebbene: anche in
virtù delle recenti elezioni e delle recenti leggi, io mi soffermerei sul
cardine della nostra Carta. A volte la si sottovaluta, non le si dà il giusto
peso e mi auguro che siano proprio i giovani a farne tesoro specie quando
recita: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità
appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione. Ecco, queste parole a mio avviso racchiudono in se, il massimo
sforzo democratico e rivoluzionario che il nostro Paese ha stabilito. E da lì
siamo partiti per arrivare sino ai giorni nostri. In questo giorno, unica Festa
Nazionale della Repubblica, il mio pensiero va a tutti noi italiani, popolo
onesto e laborioso ed in particolare va ai militari di tutte le Forza Armate
che prestano servizio dentro e fuori i confini nazionali e che dedicano il loro
lavoro e il loro sacrificio per la sicurezza della nostra Patria e per
mantenere la pace in zone dove tutt’ora ci sono controversie sociali e
militari. E non posso fare a meno di ricordare i militari molisani che hanno
perso la vita nelle guerre mondiali e nelle missioni di pace. Che il loro
ricordo non finisca mai come non cessi mai il ringraziamento di tutti gli
italiani per le loro gesta.
Viva l’Italia, viva la Repubblica, viva il
Tricolore
Nessun commento:
Posta un commento