giovedì 20 settembre 2012

MICHELE SANTELIA DA CAMPOBASSO.

Campobasso 20 settembre 2012



Il Poema più antico del mondo trascritto al contrario
L'EPOPEA DI GILGAMESH BACKWARDS

Michele Santelia, l'italiano di Campobasso che ritrascrive integralmente al Contrario Opere letterarie internazionali nella loro lingua originale, straniera o arcaica, digitando contemporaneamente su 4 tastiere bianche di computer, senza vedere il videoterminale durante la ritrascrizione.


Il 5 maggio 2012 ha concluso la ritrascrizione al contrario, del 71° volume dal titolo "L'Epopea di Gilgamesh Backwards".
L’oneroso lavoro è iniziato il 7 aprile 2012 digitando contemporaneamente su quattro tastiere bianche di computer senza vedere il terminale durante la ritrascrizione.

L’opera è stata ritrascritta al contrario usando addirittura l'antico idioma degli antichi sumeri, ossia l'alfabeto cuneiforme.  Anche in questa occasione, quindi, l’autore ha cercato di superare se stesso, scrivendo al contrario con una lingua arcaica che non ha paragoni nelle nostre passate civiltà.
Il Santelia non è nuovo a questo tipo di lavori infatti molti sono i volumi che nel corso degli anni ha elaborato.
Le opere maya ritrascritte in lingua maya, con caratteri antichi altre opere, come Il libro dei morti degli antichi egizi con i caratteri geroglifici, I rotoli del Mar Morto in ebraico antico, le opere etrusche in etrusco, Il Milione di Marco Polo in Cinese Tradizionale, un manoscritto usando addirittura l'idioma del codice di Voynich, una scrittura misteriosa del medioevo a tutt'oggi rimasta indecifrata.
Sono altresì state ritrascritte al contrario molte opere in latino, tra cui la Sacra Bibbia, Bucoliche, le Georgiche. Una cosa veramente fuori dal comune, soprattutto se realizzata al contrario e addirittura digitando contemporaneamente su 4 tastiere bianche di computer e senza vedere il terminale durante la digitazione.
L’autore dice del suo ultimo lavoro  “Quest'anno ho cercato di superare me stesso in tutti i sensi, nel senso che il libro che ho ritrascritto al Contrario, l'Epopea di Gilgamesh è la più antica storia che ci sia pervenuta dal passato, databile, nel suo nucleo originario, nel III millennio a. C.. E' quindi l'Opera più antica del mondo e delle antiche passate civiltà della Terra, quindi è unica nel suo genere in tutti i sensi”.
L'Epopea di Gilgamesh, ritrascritta al contrario è composta da:
915 pagine, 20446  Parole, 110.025 caratteri, 2578 paragarafi e 8.650 righe.  
Misura cm 53,5 per 38 ed è spessa cm. 20. Pesa kg. 21,800.

Ma che cos'è l'Epopea di Gilgamesh?



E' il poema più antico delle nostre passate civiltà e narra le gesta di un antichissimo e leggendario re sumerico, Gilgamesh, considerato un semidio, alle prese con il problema che da sempre ha assillato l'umanità: la morte e il suo impossibile superamento.
L'epopea di Gilgamesh viene considerata l'opera più antica dell'umanità e, è anteriore perfino ai poemi omerici che risalgono al VIII sec. a.C. e ai Veda indiani del 1500 a.C. E' stata scritta dagli antichi sumeri con caratteri cuneiformi addirittura prima del 2000 avanti cristo, originariamente su dodici tavolette.
La Saga di Gilgamesh affonda le proprie radici in un passato molto remoto, tanto da rappresentare, a detta di molti studiosi, il primo ciclo epico in assoluto nella storia dell'umanità. Gilgamesh è stato un potente re sumerico ed avrebbe regnato sulla città di Uruk non molto tempo dopo il diluvio universale; infatti, si narra che fu proprio lui che avrebbe restaurato i luoghi di culto distrutti da quella immane inondazione.

Divino per due parti ed umano per una, egli ha governato il proprio popolo con forza e saggezza ed ha reso la città splendida ed eccelsa sopra ogni altra. Audace ed impavido, non ha esitato ad affrontare avventure dall'esito incerto, esponendosi a spaventosi pericoli e sopportando immani fatiche.
La vitalità del giovane re è tale, che egli non fa che concepire nuove imprese, costringendo gli uomini della città a seguirlo in ogni sorta di pericolosa avventura. Ciò genera un diffuso malcontento nella cittadinanza, specialmente nelle madri e nelle mogli degli uomini. L'eco di tale malcontento giunge alle orecchie degli Dèi, che incaricano la dea  Aruru di creare una controparte per l'irrequieto Gilgamesh, qualcuno che, pari a lui per forza e prestanza fisica, non tema di affrontarlo e possa divenirgli amico. Aruru allora prende un grumo di creta e lo pianta nella steppa. Da quel grumo nascerà Enkidu, l'uomo primordiale, la cui forza e bellezza saranno eguagliate solo da quella di Gilgamesh. Da qui l'eterna amicizia tra questi due grandi eroi delle nostre primordiali, più antiche civiltà del passato. Da qui le loro grandi imprese, ma anche la grande, inconsolabile disperazione di Gilgamesh quando il suo fido amico Enkidu morirà, nel corso di una delle loro grandi imprese.
Pertanto, in  tale antica opera il prode Gilgamesh si farà paladino di tutta l'umanità, cercando di liberare l'uomo dal suo fardello più pesante, ossia la morte.  
Non riuscirà nella sua nobile impresa, ma in compenso acquisterà una saggezza senza pari.
L’autore continua esprimendosi cosi: “Con grande commozione ho dedicato "L'Epopea di Gilgamesh Backwards" alla pace dei popoli oppressi, alla pace di tutte quelle genti che ancora oggi nel mondo vengono trucidate e poi martirizzate una seconda volta dalla nostra subdola indifferenza, dai nostri cinici veti contrari alla salvaguardia e alla sacralità della vita umana.
Credo proprio che il divino Gilgamesh che amava molto il suo popolo, fino all'inverosimile, che aveva lottato finanche contro il volere degli dei per sconfiggere la morte nel mondo, non avrebbe mai permesso, come stiamo facendo noi, con la nostra "subdola assenza", crimini del genere…!”.
L'Epopea di Gilgamesh è molto interessante anche perché parla del Diluvio Universale ed è molto attinente, anche se ai più comuni non sembra, con i altri 70 volumi ritrascritti al contrario le cui opere, sono tutte legate fra loro da un sottilissimo filo che animano e motivano a dismisura l’autore che è spinto di volta in volta ad andare avanti nelle misteriose peregrinazioni nell'invisibile ed impercettibile dimensione del contrario…!
Il Santelia è un fiume in piena e continua: “Ma c'è un'altra cosa che mi lascia interdetto quando ritrascrivo al Contrario, le più antiche opere delle nostre passate civiltà; il più delle volte sono testi di cui io stesso non ho mai sentito parlare e, cosa grave, di cui non ci hanno mai insegnato a scuola. E, infatti, proprio a scuola si consuma questa grave colpa: si parla sempre degli stessi personaggi o eroi storici. Per esempio si parla di Alessandro Magno, di Ulisse, Achille, Napoleone, Giulio Cesare, Cleopatra, Carlo Magno, Abramo, Noè e non di Gilgamesh che tra l'altro, si racconta, abbia ricostruito i primi templi dopo il Diluvio Universale; non capisco perché si parli sempre di Noè e non del grande Enoch che addirittura è stato il progenitore del nostro patriarca. Si parla sempre dei Vangeli, della Bibbia e non delle Scritture Apocrife, ossia senza autori che molte volte sono in netto contrasto con le nostre antiche scritture. Ma perché ci viene nascosto tutto questo e perché ci viene portato a conoscenza solo delle cose che fanno più comodo farci sapere? Ecco, questo è uno dei motivi che mi motivano a dismisura ad avventurarmi nella mia magica dimensione del mondo del "Contrario"; è l'occasione per ritrovare cose, opere, testimonianze che forse nel mondo e nella normale quotidianità della vita non avrei mai trovato. E' questa un'occasione che mi porta ad essere fiero di aver intrapreso tale strada che mi sta rivelando cose straordinarie, a volte impossibili anche da spiegare che però ci sono state sempre celate, forse volutamente.
Molte volte capisco di cose inverosimili che ci parlano di altri modi di vedere ed intendere la vita, non come ci è stata sempre scodellata fin dai nostri primi approcci alla vita, sui banchi di scuola. E poi c'è tutta una serie di misteri che, come il reticolo di un DNA, mi portano a scoprire nuove connessioni con altri mondi, con le nostre passate civiltà sulla Terra, con altre dimensioni della vita di cui non ci siamo mai accorti, poiché troppo impegnati ed imbrigliati in ciò che riteniamo la nostra sola vita, la nostra sola stupida, insensata quotidianità, il nostro solo modo di vedere ed intendere il mistero della stessa esistenza sulla Terra”
.

La bibliografia dell’artista Campobassano conta a tutt'oggi ben 71 enormi volumi composti da:
27.130 Pagine, 3.771.911 Parole, 21.255.432 caratteri, 273.174 Paragrafi, 548.410 Righe.
Anche la Torre di Libri al Contrario  rinominata "La torre di Babele Backwards" è aumentata; adesso misura mt   4,82 di altezza e pesa kg. 504,100.

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