Il Poema più antico del mondo trascritto
al contrario
L'EPOPEA DI GILGAMESH
BACKWARDS
Michele
Santelia, l'italiano di Campobasso che ritrascrive integralmente al Contrario Opere
letterarie internazionali nella loro lingua originale, straniera o arcaica,
digitando contemporaneamente su 4 tastiere bianche di computer, senza vedere il
videoterminale durante la ritrascrizione.
Il
5 maggio 2012 ha
concluso la ritrascrizione al contrario, del 71° volume dal titolo "L'Epopea di Gilgamesh Backwards".
L’oneroso
lavoro è iniziato il 7 aprile 2012 digitando contemporaneamente su quattro
tastiere bianche di computer senza vedere il terminale durante la
ritrascrizione.
L’opera
è stata ritrascritta al contrario usando addirittura l'antico idioma degli
antichi sumeri, ossia l'alfabeto cuneiforme.
Anche in questa occasione, quindi, l’autore ha cercato di superare se
stesso, scrivendo al contrario con una lingua arcaica che non ha paragoni nelle
nostre passate civiltà.
Il
Santelia non è nuovo a questo tipo di lavori infatti molti sono i volumi che
nel corso degli anni ha elaborato.
Le
opere maya ritrascritte in lingua maya, con caratteri antichi altre opere, come
Il libro dei morti degli antichi egizi con i caratteri geroglifici, I rotoli
del Mar Morto in ebraico antico, le opere etrusche in etrusco, Il Milione di
Marco Polo in Cinese Tradizionale, un manoscritto usando addirittura l'idioma
del codice di Voynich, una scrittura misteriosa del medioevo a tutt'oggi
rimasta indecifrata.
Sono altresì state ritrascritte al contrario molte opere
in latino, tra cui la Sacra Bibbia, Bucoliche, le Georgiche. Una cosa veramente
fuori dal comune, soprattutto se realizzata al contrario e addirittura
digitando contemporaneamente su 4 tastiere bianche di computer e senza vedere
il terminale durante la digitazione.
L’autore
dice del suo ultimo lavoro “Quest'anno
ho cercato di superare me stesso in tutti i sensi, nel senso che il libro che
ho ritrascritto al Contrario, l'Epopea di Gilgamesh è
la più antica storia che ci sia pervenuta dal passato, databile, nel suo nucleo
originario, nel III millennio a. C..
E' quindi l'Opera più antica del mondo e delle antiche passate civiltà della
Terra, quindi è unica nel suo genere in tutti i sensi”.
L'Epopea di Gilgamesh,
ritrascritta al contrario è composta da:
915 pagine, 20446 Parole, 110.025 caratteri, 2578 paragarafi e
8.650 righe.
Misura cm 53,5 per 38 ed è
spessa cm. 20. Pesa kg. 21,800.
Ma che cos'è l'Epopea di Gilgamesh?
E' il poema più antico delle nostre passate civiltà e narra le gesta di un antichissimo e leggendario re sumerico, Gilgamesh, considerato un semidio, alle prese con il problema che da sempre ha assillato l'umanità: la morte e il suo impossibile superamento.
L'epopea di Gilgamesh viene considerata l'opera più antica dell'umanità e, è anteriore perfino ai poemi omerici che risalgono al VIII sec. a.C. e ai Veda indiani del 1500 a.C. E' stata scritta dagli antichi sumeri con caratteri cuneiformi addirittura prima del 2000 avanti cristo, originariamente su dodici tavolette.
La Saga di Gilgamesh affonda le proprie radici in un passato molto remoto, tanto da rappresentare, a detta di molti studiosi, il primo ciclo epico in assoluto nella storia dell'umanità. Gilgamesh è stato un potente re sumerico ed avrebbe regnato sulla città di Uruk non molto tempo dopo il diluvio universale; infatti, si narra che fu proprio lui che avrebbe restaurato i luoghi di culto distrutti da quella immane inondazione.
Divino per due parti ed umano per una,
egli ha governato il proprio popolo con forza e saggezza ed ha reso la città
splendida ed eccelsa sopra ogni altra. Audace ed impavido, non ha esitato ad
affrontare avventure dall'esito incerto, esponendosi a spaventosi pericoli e
sopportando immani fatiche.
La vitalità del giovane re è tale, che egli
non fa che concepire nuove imprese, costringendo gli uomini della città a
seguirlo in ogni sorta di pericolosa avventura. Ciò genera un diffuso
malcontento nella cittadinanza, specialmente nelle madri e nelle mogli degli
uomini. L'eco di tale malcontento giunge alle orecchie degli Dèi, che
incaricano la dea Aruru di creare
una controparte per l'irrequieto Gilgamesh, qualcuno che, pari a lui per forza
e prestanza fisica, non tema di affrontarlo e possa divenirgli amico. Aruru
allora prende un grumo di creta e lo pianta nella steppa. Da quel grumo nascerà
Enkidu, l'uomo primordiale, la cui forza e bellezza saranno eguagliate
solo da quella di Gilgamesh. Da qui l'eterna amicizia tra questi due grandi
eroi delle nostre primordiali, più antiche civiltà del passato. Da qui le loro
grandi imprese, ma anche la grande, inconsolabile disperazione di Gilgamesh
quando il suo fido amico Enkidu morirà, nel corso di una delle loro grandi
imprese.
Pertanto, in tale antica
opera il prode Gilgamesh si farà paladino di tutta l'umanità, cercando di
liberare l'uomo dal suo fardello più pesante, ossia la morte.
Non riuscirà nella sua nobile impresa, ma in compenso acquisterà
una saggezza senza pari.
L’autore
continua esprimendosi cosi: “Con grande commozione ho dedicato "L'Epopea
di Gilgamesh Backwards" alla pace dei popoli oppressi, alla pace di tutte
quelle genti che ancora oggi nel mondo vengono trucidate e poi martirizzate una
seconda volta dalla nostra subdola indifferenza, dai nostri cinici veti
contrari alla salvaguardia e alla sacralità della vita umana.
Credo
proprio che il divino Gilgamesh che amava molto il suo popolo, fino
all'inverosimile, che aveva lottato finanche contro il volere degli dei per
sconfiggere la morte nel mondo, non avrebbe mai permesso, come stiamo facendo
noi, con la nostra "subdola assenza", crimini del genere…!”.
L'Epopea di Gilgamesh è molto interessante anche perché parla del Diluvio Universale ed è molto attinente, anche se ai più comuni non sembra, con i altri 70 volumi ritrascritti al contrario le cui opere, sono tutte legate fra loro da un sottilissimo filo che animano e motivano a dismisura l’autore che è spinto di volta in volta ad andare avanti nelle misteriose peregrinazioni nell'invisibile ed impercettibile dimensione del contrario…!
Il Santelia è un fiume in piena e continua: “Ma c'è un'altra cosa che mi lascia interdetto quando ritrascrivo al Contrario, le più antiche opere delle nostre passate civiltà; il più delle volte sono testi di cui io stesso non ho mai sentito parlare e, cosa grave, di cui non ci hanno mai insegnato a scuola. E, infatti, proprio a scuola si consuma questa grave colpa: si parla sempre degli stessi personaggi o eroi storici. Per esempio si parla di Alessandro Magno, di Ulisse, Achille, Napoleone, Giulio Cesare, Cleopatra, Carlo Magno, Abramo, Noè e non di Gilgamesh che tra l'altro, si racconta, abbia ricostruito i primi templi dopo il Diluvio Universale; non capisco perché si parli sempre di Noè e non del grande Enoch che addirittura è stato il progenitore del nostro patriarca. Si parla sempre dei Vangeli, della Bibbia e non delle Scritture Apocrife, ossia senza autori che molte volte sono in netto contrasto con le nostre antiche scritture. Ma perché ci viene nascosto tutto questo e perché ci viene portato a conoscenza solo delle cose che fanno più comodo farci sapere? Ecco, questo è uno dei motivi che mi motivano a dismisura ad avventurarmi nella mia magica dimensione del mondo del "Contrario"; è l'occasione per ritrovare cose, opere, testimonianze che forse nel mondo e nella normale quotidianità della vita non avrei mai trovato. E' questa un'occasione che mi porta ad essere fiero di aver intrapreso tale strada che mi sta rivelando cose straordinarie, a volte impossibili anche da spiegare che però ci sono state sempre celate, forse volutamente.
Molte volte capisco di cose inverosimili che ci parlano di altri modi di vedere ed intendere la vita, non come ci è stata sempre scodellata fin dai nostri primi approcci alla vita, sui banchi di scuola. E poi c'è tutta una serie di misteri che, come il reticolo di un DNA, mi portano a scoprire nuove connessioni con altri mondi, con le nostre passate civiltà sulla Terra, con altre dimensioni della vita di cui non ci siamo mai accorti, poiché troppo impegnati ed imbrigliati in ciò che riteniamo la nostra sola vita, la nostra sola stupida, insensata quotidianità, il nostro solo modo di vedere ed intendere il mistero della stessa esistenza sulla Terra”.
Il Santelia è un fiume in piena e continua: “Ma c'è un'altra cosa che mi lascia interdetto quando ritrascrivo al Contrario, le più antiche opere delle nostre passate civiltà; il più delle volte sono testi di cui io stesso non ho mai sentito parlare e, cosa grave, di cui non ci hanno mai insegnato a scuola. E, infatti, proprio a scuola si consuma questa grave colpa: si parla sempre degli stessi personaggi o eroi storici. Per esempio si parla di Alessandro Magno, di Ulisse, Achille, Napoleone, Giulio Cesare, Cleopatra, Carlo Magno, Abramo, Noè e non di Gilgamesh che tra l'altro, si racconta, abbia ricostruito i primi templi dopo il Diluvio Universale; non capisco perché si parli sempre di Noè e non del grande Enoch che addirittura è stato il progenitore del nostro patriarca. Si parla sempre dei Vangeli, della Bibbia e non delle Scritture Apocrife, ossia senza autori che molte volte sono in netto contrasto con le nostre antiche scritture. Ma perché ci viene nascosto tutto questo e perché ci viene portato a conoscenza solo delle cose che fanno più comodo farci sapere? Ecco, questo è uno dei motivi che mi motivano a dismisura ad avventurarmi nella mia magica dimensione del mondo del "Contrario"; è l'occasione per ritrovare cose, opere, testimonianze che forse nel mondo e nella normale quotidianità della vita non avrei mai trovato. E' questa un'occasione che mi porta ad essere fiero di aver intrapreso tale strada che mi sta rivelando cose straordinarie, a volte impossibili anche da spiegare che però ci sono state sempre celate, forse volutamente.
Molte volte capisco di cose inverosimili che ci parlano di altri modi di vedere ed intendere la vita, non come ci è stata sempre scodellata fin dai nostri primi approcci alla vita, sui banchi di scuola. E poi c'è tutta una serie di misteri che, come il reticolo di un DNA, mi portano a scoprire nuove connessioni con altri mondi, con le nostre passate civiltà sulla Terra, con altre dimensioni della vita di cui non ci siamo mai accorti, poiché troppo impegnati ed imbrigliati in ciò che riteniamo la nostra sola vita, la nostra sola stupida, insensata quotidianità, il nostro solo modo di vedere ed intendere il mistero della stessa esistenza sulla Terra”.
La bibliografia dell’artista
Campobassano conta a tutt'oggi ben 71 enormi volumi
composti da:
27.130 Pagine, 3.771.911
Parole, 21.255.432 caratteri, 273.174 Paragrafi, 548.410 Righe.
Anche la Torre di Libri al
Contrario rinominata "La torre di
Babele Backwards" è aumentata; adesso misura mt 4,82 di altezza e pesa kg. 504,100.
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