Presentazione del Libro su fra Immmacolato Brienza da Campobasso.
Presentato presso la Chiesa di Santa Maria della Croce, nel centro storico di
Campobasso, il libro “Il Carmelitano
scalzo Fra Immacolato Giuseppe Brienza fra Cielo e Terra” di Anna di Nardo
Ruffo.
A presiedere, l’arcivescvovo di
Campobasso-Bojano mons. GianCarlo Bregantini. Fra Immacolato Brienza, un uomo, una vita
dedicata al prossimo e alla fede, una personalità religiosa sulla via della
beatificazione. Fra Immacolato Brienza nasce a Campobasso il 15 agosto 1922
da Emilio e Lorenza Trevisani. Il padre è commerciante, la madre casalinga in
una numerosa famiglia di sette figli. Frequenta la scuola elementare D’Ovidio
in via Roma a Campobasso, le medie e la scuola di ragioneria all’istituto Pilla
a due passi da casa. Ha quasi 15 anni
quando una mattina improvvisamente è colpito da un fitto dolore ai piedi «come
di un chiodo che li trafigge da parte a parte… la Madonna mi ha sorriso fin dal
mattino di mia vita, ha guidato i miei passi sempre. Se ho ben compreso il
valore della Croce, se dal primo istante ho amato ed invocata la sofferenza è
suo dono … la vocazione religiosa, il Carmelo è suo regalo». In queste parole
ed in tante altre contenute del libro ed arricchite da un percorso fotografico,
traspare la ricca spiritualità del
Carmelitano di Campobasso. Il libro, rappresenta non un percorso biografico ma
disvela una chiara espressione del mondo interiore di una’anima privilegiata,
di un’anima consapevole che”la sofferenza è il bacio del Signore alla sua
anima”. Ma il libro è anche il mezzo più diretto per conoscere l’itinerario
ascetico e mistico, percorso nella più assoluta fedeltà alla volontà del Signore.
Dopo la presentazione l’esecuzione de “Il Settenario” e la santa Messa
presieduta dall’Arcivescovo mons. Bregantini.
Anna di Nardo Ruffo |
La scelta di questa chiesa di Santa Maria della Croce per la presentazione di questo libro è stato un pensiero ricorrente da quando ho iniziato a raccogliere i tasselli sulla vita di Fra Immacolato apprendendo che unitamente alla nonna vi veniva spesso a pregare.
Scelse di essere Carmelitano, perché fin da ragazzo questa fu la strada indicatagli dalla Madonna, cosa di cui parla in alcune sue lettere e in una di queste, in particolare, racconta della visione di questa Chiesa mentre chiedeva alla Madonna di fargli sapere in quale ordine lo volesse: la vide animarsi, stendere la mano sinistra verso il lato destro della chiesa e dirgli:
“ E’ tra questi religiosi che ti voglio ”. Voltandosi, vide una fila di religiosi, con le cappe bianche, venire verso di lui: erano carmelitani! Così si delineò il suo ingresso nel Carmelo, da religioso.
Forse quest’incontro dovrebbe avere come sottotitolo “All’insegna della continuità”.
Infatti i Maestri del Lavoro di cui faccio parte, hanno partecipato nell’anno 2005 ad un Progetto per il Malawi, con il dott. Peppe Berardi, contribuendo alla costruzione di una sala operatoria pediatrica nell’Mtengo wa Ntenga Hospital, che abbiamo voluto dedicare a Fra Immacolato Brienza. Abbiamo raggiunto lo scopo con la pubblicazione e la diffusione di un mio libro “Molise a tavola”, sulla ricchezza della cultura culinaria molisana.
Con l’attuale pubblicazione, che come dicevo è nel segno della continuità, mi prefiggo prima di tutto lo scopo di portare a conoscenza di tanti e soprattutto dei nostri giovani, questa luminosa figura che ha tutto sopportato per la santificazione dei sacerdoti e che diceva sempre:
“Lavorare è bene, pregare è ancora meglio, ma soffrire in unione a Gesù è tutto”.
Parlare di Fra Immacolato è come aprire una finestra su un mondo di fede, di carità e di sofferenza che il nostro Fra Immacolato ha saputo accettare per ben 51 anni.
Per questo motivo è importante che il mio libro giunga nelle case in cui vi sono malati con gravi patologie, perché possano trarre la forza di accettare i grossi problemi fisici e le serie patologie di cui sono affetti, seguendo l’esempio di Fra Immacolato. Ma chi è stato Fra Immacolato? Un cittadino campobassano, nato il 15 agosto 1922 e morto, in odore di santità, il 13 aprile 1989. La sua dimensione, grazie a quanto ha saputo riversare su quanti gli si rivolgevano per avere conforto ed aiuto è molto più grande di una piccola cittadina di provincia come Campobasso: infatti sono in tanti, anche residenti all’ estero, a conoscerlo ed amarlo.
Nel libro ho voluto rappresentare la sua vita nel contesto storico in cui ha vissuto e la sua sofferenza che ben riusciva a nascondere. A questo proposito diceva:
“ Sono lieto che neppure le persone che mi sono più vicine si accorgono della mia sofferenza”. Ho tracciato a largo raggio la sua vita nel contesto del culto carmelitano di cui si è reso protagonista, evidenziando il privilegio concesso dalla Madonna, nel 1251, a San Simone Stock apparendogli accompagnata da una moltitudine di angeli e che, tenendo in mano lo scapolare dell’ordine, gli diceva: “ Questo è il privilegio che io concedo a te e a tutti i carmelitani: chiunque morrà con questo scapolare non patirà il fuoco eterno”. Da quel momento lo scapolare divenne il segno tangibile dell’ amore e della protezione di Maria verso i suoi figli.
Sulla pubblicazione ho ritenuto indispensabile presentare la sua spiritualità, il valore salvifico della sofferenza e circa trenta testimonianze di persone che lo hanno conosciuto ed amato e, tra questi, diversi sacerdoti.
Vi propongo un accenno della testimonianza di Emilia e delle sue sensazioni provate al primo incontro con Fra Immacolato:
“Rivivo ancora oggi dopo tanti anni, lo stupore che l’anima mia provò quando fu inondata dalla celestiale luminosità di quegl’occhi e dall’ineffabile dolcezza di quel sorriso: alla tempesta di timori e di vaghe speranze che fino a quel momento avevano agitato la mia mente, subentrò, come per incanto, una profonda quiete serenatrice”.
Ho ricercato nelle nostre Diocesi, dove fosse presente il culto carmelitano. Ne é emerso un territorio con forte presenza di questo culto, ricco di belle immagini e note di colore, in cui si mescola la tradizione e la FEDE, ponendo un occhio particolare al tanto ipotizzato “turismo religioso itinerante”.
E’ opportuno tener presente che le immagini sacre sono una forma di catechesi popolare, libri aperti senza parole, un ponte fra il fedele e il mistero, mentre adornano, decorano gli spazi sacri, rendendoli più accoglienti e invitanti alla preghiera.
Ricollegandoci ai carmelitani, con la loro diffusione in Europa soprattutto per opera dei reduci crociati, il culto della Madonna del Carmelo dilagò assieme all’attività di prediche su ascesi e penitenza. La logica conseguenza, fu la nascita di numerose chiese intitolate alla Madonna del Carmine (o Carmelo). Anche nel Molise sorsero diverse chiese, Santuari ed anche chiesette, cappelle ed edicole che si trovano ancora oggi disperse nelle campagne e paesini.
In alcuni casi le immagini della Madonna sono collegate ad alcune storie di cui sono protagonisti abitanti di un luogo e la Madonna del Carmelo. Sul libro troverete ad esempio un bella tela della Madonna ed una storia particolare di un gruppo di giovani militari di Guardialfiera che nel corso della Prima Guerra Mondiale, nel 1917, furono impegnati nel golfo di Trieste in una cruenta battaglia.
Ultima nota, ma non per questo meno prioritaria, è riuscire, come con il progetto per il Malawi del 2005, a raccogliere contributi con la vendita del libro, da devolvere a sostegno di un Santuario Mariano e, a Dio piacente, di una “Casa di Preghiera Fra Immacolato”. La struttura sta sorgendo in un bosco di querce su una collina di Roccaspromonte, grazie alla solerzia e all’amore di Don Alessandro ed alla generosità di molti devoti. In prossimità esiste già un Santuario all’aperto in onore della Madonna del Peschio.
A questo punto desidero ringraziare per il Patrocinio concesso, il Presidente della Regione Molise On. le Michele Iorio ed il Presidente della Provincia di Campobasso Dott. Rosario De Matteis.
Ringrazio in modo particolare tre uomini di Fede che hanno voluto onorarmi con la loro presenza: Don Rocco, Provinciale dei Carmelitani per la sua inaspettata e graditissima presenza; il nostro Arcivescovo Padre GianCarlo Maria Bregantini e Padre Raffaele Amendolagine, Carmelitano, che porteranno a tutti la loro illuminata parola;
Don Fabio Di Tommaso per la puntuale conduzione dell’incontro e Don Michele Tartaglia per l’ospitalità in questa chiesa, piena di storia e di ricordi;
l’amico fraterno Leo Leone per la presentazione che troverete sul libro, fatta con competente partecipazione.
Ringrazio Giulio Oriente, al quale mi lega un consolidato rapporto di famiglia e di amicizia che, d’accordo con me, ha accettato di rappresentare, un Fra Immacolato inedito, in piedi, sorridente, mentre accenna alle bellezze dell’al di là, così come lo vedete sull’opera che è qui sull’altare. Il quadro attualmente si trova nella stanza di Fra Immacolato, in piazza Cuoco, in attesa di prendere posto nella struttura di Roccaspromonte, appena sarà pronta.
Ringrazio tutta la famiglia Brienza per la disponibilità, la mia famiglia, per avermi supportato e sopportato, i miei amici, i sacerdoti, Maria Bucci, i Comuni, tutti sempre pronti a mettere a disposizione la competenza ed il loro tempo, sempre pronti a DARE.
Hanno fatto un ottimo lavoro di squadra i Maestri del Lavoro che citerò rigorosamente in ordine alfabetico: Vincenzo Armanetti, Gino Calabrese, Lucia Daniele, Antonio De Blasio, Donato De Santis, Peppe Di Nonno, Antonio Di Zinno e Pasquale Santoro: li ringrazio tutti con affetto.
Chiudo con un’esortazione del Santo Curato d’Ars:
«La misericordia di Dio è come un torrente straripato: trascina i cuori al suo passaggio». Vi prego, lasciamoci trascinare tutti da questo torrente di solidarietà per giungere al traguardo.
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