UCSI Molise: a margine della visita,
la proposta di ospitare in Molise il Congresso Nazionale 2020.
La presidente D’Addona: “Dalla periferia del Centro Italia daremo voce a una regione vivibile accogliente e sostenibile”
“Smascherare le parole false, raccontare le buone notizie e, soprattutto, dare voce a chi non ce l’ha”.
A pochi giorni dall’incontro del Santo Padre Papa Francesco con l’Unione Cattolica della Stampa Italiana rappresentata dalla Giunta Nazionale, dai consiglieri e dalle regioni, il breve messaggio consegnato ai giornalisti cattolici appare chiaro. E a margine dell’udienza, a seguire, si è tenuto il Consiglio Nazionale per programmare la scuola di formazione giornalistica di Assisi e il Congresso Nazionale che si svolge ogni quattro anni.
La proposta di UCSI Molise di ospitare il prossimo Congresso Primaverile a Campobasso o a Termoli, ha già raccolto consensi favorevoli in sede consiliare.
La proposta di UCSI Molise di ospitare il prossimo Congresso Primaverile a Campobasso o a Termoli, ha già raccolto consensi favorevoli in sede consiliare.
“Lavoreremo sin da ora sulla proposta – ha dichiarato il Presidente UCSI Molise, Rita D’Addona - per accogliere il Congresso e i circa 200 partecipanti, attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni, dell’Università e delle Imprese locali, affinché il Molise sia voce sostenibile, slancio per il territorio e per l’Italia che dialoga con il resto delle regioni dal nord al sud. Un’occasione per far conoscere il Molise e dare spazio all’informazione alta e di qualità perché la conoscenza avviene solo con il dialogo e la condivisione tra le persone anche nell’era dei nativi digitali del terzo millennio”.
La centralità, a partire dalle parole di Francesco, dunque, rimane sempre la persona. Lo richiede il Magistero della Chiesa, lo richiede il Pontefice “portavoce” di Cristo, lo richiede la società.
Il mondo dell’informazione e della stampa cattolica, in particolare, lo devono esigere. Non possiamo guardare dall’altra parte mentre “una persona muore assiderata per la strada e non fa notizia; la Borsa ribassa due punti e tutte le agenzie ne parlano”. L’attualità del messaggio di Papa Francesco ricade, ancora una volta, sulla persona, dalla “passione per la storia degli uomini”; una missione che diviene passione quando a fare notizia sono gli uomini e le donne in quanto persone.
Il mondo dell’informazione e della stampa cattolica, in particolare, lo devono esigere. Non possiamo guardare dall’altra parte mentre “una persona muore assiderata per la strada e non fa notizia; la Borsa ribassa due punti e tutte le agenzie ne parlano”. L’attualità del messaggio di Papa Francesco ricade, ancora una volta, sulla persona, dalla “passione per la storia degli uomini”; una missione che diviene passione quando a fare notizia sono gli uomini e le donne in quanto persone.
Raccontare la verità, con lo stile evangelico e con il coraggio del giornalista, che ad ogni costo narra “parole vere in mezzo a tante parole vuote”.
Entrando nella sala Clementina (intitolata a Clemente VIII Pontifex) dove tutti i delegati (200) lo attendevano, il Papa ha salutato i presenti con la gestualità della mano, lo sguardo ampio dei suoi occhi, e il silenzio pensante dell’ascolto, la prima lectio del comunicare informando.
Dal Molise la delegazione UCSI è stata rappresentata dalla presidente Rita D’Addona, Enrica Cefaratti consigliera Nazionale, Fabiana Abbazia tesoriera, Giancarlo Carlone segretario. Tra gli iscritti i giornalisti Giancarlo Fiume, caporedattore Rai TGR Molise, Gino Calabrese fotoreporter, Alessia Bellino giovane UCSI, Mina Mincunco, Eliseo Sipari, Antonello Desideri, Mariasole Desideri. Tra i soci onorari, anche la partecipazione di Annapaola Sabatini Direttrice USR Molise. Nella delegazione c’è stata, inoltre, la partecipazione di don Benito Giorgetta neo consulente ecclesiastico di UCSI Molise che ha consegnato al Santo Padre, in ricordo dell’udienza per il 60° anniversario UCSI, un dono artistico dell’artista Cleofino Casolino che sintetizza il progetto Liberi nell’Arte rivolto alle realtà marginali della società. Una concretezza della forza di UCSI nelle varie attività dei territori della Nazione.
L’arte come linguaggio che restituisce bellezza in favore del reinserimento sociale, forza motrice per la costruzione di una società dal volto più umano. Dallo stesso progetto, infatti, ha preso corpo il programma radiofonico ‘Voci dentro’ nel palinsesto della TgR Molise grazie ad un protocollo di intesa tra UCSI Molise, DAP e TgR, in favore dei detenuti delle carceri molisane.
L’arte come linguaggio che restituisce bellezza in favore del reinserimento sociale, forza motrice per la costruzione di una società dal volto più umano. Dallo stesso progetto, infatti, ha preso corpo il programma radiofonico ‘Voci dentro’ nel palinsesto della TgR Molise grazie ad un protocollo di intesa tra UCSI Molise, DAP e TgR, in favore dei detenuti delle carceri molisane.
Dare voce, raccontare storie di vita e di libertà dentro le case intramurarie, ascoltare le diverse voci che animano il carcere e le situazioni di difficoltà. Liberi nell’Arte, dunque, è un itinerario di bellezza, sopportazione, pazienza, mitezza, sguardo nuovo di speranza e di umanità perché “nessuna pena sia senza speranza” nelle parole di Francesco.
Dare voce, dare ascolto e valorizzare il tempo, sono in sintesi le azioni concrete per “dare voce a chi voce non ce l’ha” tra le priorità di UCSI Molise e la mission sul territorio: l’arte come mezzo di comunicazione per orientare itinerari formativi e creare ponti con la società civile. Emozione, commozione stupore e gioia, sono i sentimenti a caldo che la delegazione ha riportato a casa dopo aver salutato ciascuno, singolarmente, Francesco.
Il saluto iniziale della presidente nazionale Vania De Luca, poi la simpatia del cordiale commento di apprezzamento dell’intervento, infine, la consegna della magistrale sintesi per il giornalista cattolico. Riconducibile a sette punti essenziali dove il pontefice ha declinato una sorta di carta d’identità UCSI: il dovere del giornalista, lo stile evangelico, la responsabilità, il metodo (del compito nelle iniziative locali), la sfida, l’affidamento e la benedizione.
Nella memoria, nelle borse e sui dispositivi device resta la Parola consegnata dal Pontefice e l’indicazione da praticare nel mestiere quotidiano dell’informazione religiosa e della cronaca in genere per narrare informando.
Una indimenticabile giornata in un contenitore culturale di una comunicazione trasformata dai mezzi ma plasmata dal “pane dell’informazione pulita con sale dello stile e il lievito dell’eternità e di non servire né pasticceria né piatti piccanti piuttosto il buon boccone della vita pulita e speranzosa” nella chiosa finale del discorso di Papa Francesco.
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