sabato 22 giugno 2013

PAPA FRANCESCO, Segni che trasformano la parola in testimonianza

Campobasso 22 giugno 2013

Immagini che hanno commosso il mondo. Segni  che trasformano la parola in testimonianza. Francesco, il papa della semplicità evangelica continua a scuotere i cristiani e gli uomini mostrando loro la via del Cristo. Protagonista “ semplice” degli scatti che hanno fatto il giorno del mondo è un ragazzo di Bojano, Alberto di Tullio. Il diciassettenne era in pellegrinaggio con la comunità di Bojano. “ a conclusione della visita pastorale dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano  mons. GianCarlo Bregantini – spiegano i sacerdoti delle sette parrocchie   della città – abbiamo organizzato un momento comunitario dal profondo significato: depositare ai piedi di Pietro le riflessioni  e le esortazioni che in questi intensi giorni di visita pastorale l’arcivescovo ci ha donato.” E alla comunità bojanese è stato offerto un momento indimenticabile a livello personale e anche un  segno di speranza  per  tutti i giovani. “Alberto – raccontano i genitori- aveva manifestato il desiderio di salutare il papa, ma  tutto sembrava irrealizzabile”. E, in  effetti Piazza San Pietro, per  festeggiare i cento giorni dall’elezione del papa, è gremita di fedeli  in un’afa che attanaglia tutti. La comunità di Bojano   è lontana dal tragitto di Papa Francesco. I parroci hanno sentito del desiderio di Alberto e, senza perdere la speranza, raccolgono il suggerimento di un addetto alla vigilanza. Acquistano una maglietta dell’argentina con il numero 10 di Messi e si fanno trovare  alla fine del percorso papale. IL 19 giugno del 2013 diventa per Alberto un momento unico  e da non dimenticare. Il papa individua il ragazzo con la maglia argentina, scende e lo abbraccia. Alberto, nella sua ingenuità, gli manifesta il desiderio di salire sull’auto papale e viene subito accontentato. Lacrime di gioia e di commozione, applausi spontanei sottolineano il gesto.
Il chierichetto della parrocchia di Sant’Erasmo si accomoda sul sedile e papa Francesco, scherzosamente ma con un atto altamente significativo lo gira verso i fedeli. Il “fuori protocollo” diviene, in un piano di ispirazione, l’immagine della magnanimità e della tenerezza che deve muovere ogni cristiano. E’ l’esortazione ad  aprire il cuore al prossimo  per ascoltarne la voce, troppe volte soffocata dai potenti. La foto rimbalza subito sui giornali nazionali diventando un’ ulteriore conferma di un papa che alla predicazione fredda e distaccata ha sostituito la “Parola” che è Vita. Alberto, senza saperlo, nel tentativo di esaudire il suo desiderio, assurge a simbolo  di una chiesa dell’accoglienza e della prossimità, affinché tutte le “pecore” possano trovare eguale dignità nel gregge, sotto lo sguardo attento del Pastore. Al di là dei protocolli l’accoglienza del giovane chierichetto di Bojano è, nuovamente, l’esortazione a  vivere di semplicità nell’accoglienza dell’altro. Uno stupendo dono, questo “fuori programma”, che suggella la visita pastorale nella zona foraniale ed esorta i 7 parroci a proseguire in un cammino di nuova evangelizzazione nell’apertura e nell’essere “prossimo”, esercitando la magnanimità. Sorella Provvidenza, attraverso Papa Francesco, ha affidato questo messaggio alla fervente comunità di Bojano anche grazie  all’ingenua semplicità del giovane Alberto.

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