mercoledì 23 maggio 2012

Messaggio del Presidente della Regione Michele Iorio per il 20° anniversario della strage di Capaci.

Campobasso 23 maggio 2012



Messaggio del Presidente della Regione Michele Iorio per il 20° anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta.




Il feroce assassinio di Giovanni Falcone, che viaggiava in auto con sua moglie e gli agenti della scorta, segna uno spartiacque importante nella storia Italiana e nella lotta alla mafia. Il sacrificio di Falcone, cui seguì a breve quello di Borsellino, non fu inutile perché risvegliò le coscienze dei cittadini e contribuì, in maniera sostanziale a creare un’opinione pubblica nazionale e locale che condannò senza sconti quella violenza. Questi vili attentati avviarono, infatti, quel percorso di ritiro di una copertura quasi naturale che la criminalità organizzata aveva in una fascia della popolazione in varie regioni del sud e segnatamente in Sicilia. Qualcuno ebbe a dire che se un “chicco muore, allora produce frutto”. Certo non ci si poteva augurare la morte di questi veri “servitori dello Stato” per giungere a quella diffusa coscienza antimafia che poi si è creata e che, se ci fosse stata all’epoca, non li avrebbe lasciati soli, come lo stesso Falcone più volte aveva denunciato. Ma la storia e il destino hanno strade nebbiose. Oggi, a venti anni da quegli accadimenti, tutte le istituzioni di quello Stato, che Falcone e Borsellino servirono fino all’estremo sacrificio, ricordano ed onorano questi paladini della legalità, della lotta alla mafia e del contrasto alla criminosa attività antisociale delle organizzazioni malavitose. Una vera e propria guerra questa che è stata ed è combattuta da tanti altri magistrati, politici, poliziotti e carabinieri, molti dei quali purtroppo sono rimasti sul campo. Oggi dunque onoriamo anche queste persone ed esprimiamo loro la nostra gratitudine per quello che hanno fatto che stanno facendo e che faranno, e rinnoviamo il nostro impegno ad andare avanti, a far tesoro del loro insegnamento e del loro operato. Ciò  per giungere ad un giorno in cui non solo non si abbia a morire per mafia, ma tutti i cittadini possano svolgere liberamente e senza paura la propria attività in ogni luogo di questo paese, senza incrociare organizzazioni malavitose che ostacolino o condizionino la loro iniziativa.
Invito quindi tutte le scuole della Regione a voler creare nella giornata odierna momenti di discussione e di dibattito sulla figura di Falcone e Borsellino e più in generale sulla lotta alle mafie. Ciò sicuramente per onorare la memoria delle vittime della criminalità, ma anche e soprattutto per creare nella giovani generazioni i giusti “anticorpi” per rigettare la cultura criminale e implementare il senso dello Stato. 

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