sabato 14 aprile 2012

Campobasso. Messaggio di Iorio su Cannavinelle.

Campobasso 14 Aprile 2012


MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MICHELE IORIO PER LA COMMEMORAZIONE DEL 60°ANNIVERSARIO DELL’INCIDENTE DI CANNAVINELLE.




Sen.Angelo Michele Iorio
Il Molise che non dimentica, che non pensa  al  lavoro come a  una merce, ma crede che esso rappresenti, invece, un elemento di crescita del singolo lavoratore e in generale di tutta la società, ritenendo quindi inalienabili i diritti di ciascuno ad espletare la propria attività e il proprio dovere in piena sicurezza,
è oggi idealmente a Cannavinelle davanti all’entrata di quella galleria che fu da scenario ad un tragico incidente che cancellò la vita di 42 operai, di cui 4 molisani.
 Una presenza che è testimonianza di solidarietà ma anche voglia di memoria collettiva e di rispetto.
Questa nostra terra ha tante volte pianto la morte dei suoi figli in incidenti sul lavoro, pensiamo a Monongah, a Marcinelle e a tanti altri episodi che hanno raccontato di uomini, donne e ragazzi che si sono visti spegnere il futuro mentre attendevano ai rispettivi doveri lavorativi, non sempre protetti adeguatamente da opportune misure di sicurezza. Il loro sacrificio però non è stato vano perché gradualmente ha creato una cultura tesa alla sicurezza sui posti di lavori. Una cultura che ha fatto compiere alla civiltà del lavoro, dagli inizi del Novecento fino ad oggi,  notevoli passi in avanti. Le ultime statistiche riportano un calo, quanto meno per il Molise, degli incidenti e delle morti sul lavoro. Non basta! Dobbiamo raggiungere l’obiettivo mai utopico, ma moralmente e socialmente necessario, di far si che nessuno abbia a ferirsi o addirittura a perdere la vita lavorando per accrescere la propria condizione sociale e per dare sostegno alla propria famiglia. Ringrazio tutti coloro i quali in questo giorno, in vari modi e con diversi titoli,  si sono attivati per concretizzare iniziative tese a ricordare questo evento e a fortificare quella cultura della sicurezza sui posti di lavoro che deve appartenere a tutti, e soprattutto alle giovani generazioni. Sono proprio queste, difatti, che debbono, come è accaduto prima di loro, saper far esperienza del passato e dei suoi accadimenti dando di più e di meglio alla società e alla civiltà  del futuro. Tutto questo nella consapevolezza che il lavoro, e quindi la sua sicurezza, come scrive Leone XIII nell’enciclica Rerum Novarum, è “un elemento di giustizia naturale anteriore e superiore alla libera volontà dei contraenti”.
  

Nessun commento:

Posta un commento