FESTA
DELL’UVA
Con
la temperatura favorevole di una domenica settembrina, piazze e strade di
Riccia sono state inondate da una folla festante che ha accolto con allegria i
carri allegorici, inneggianti tutti al culto dell’uva e del vino. Non che
Riccia sia stata, almeno in passato, grande produttrice di vini anzi, a seguire
Francesco Longano nel suo ” Viaggio per lo Contado di Molise nell’ottobre 1786”,
che di Mirabello dice che “fa’ un’estrazione grande di vini ottimi…” e
soggiunge che “Cerce, la Riccia, S. Croce di Morcone, e Gambatesa, non hanno
cos’alcuna di particolare”, non ne avrebbe prodotto affatto. In epoca più
recente sono state impiantati vigneti di qualità, adeguati al territorio ed al
clima: nel secolo scorso invece prevaleva la coltivazione di un particolare
tipo di uva che è rimasta famosa e che oggi, per antonomasia, vuole indicare
qualunque tipo di vino: la gloriosa “saibbell” di cui era addirittura, per
legge, vietata la vinificazione. La
festa dell’uva può ben sintetizzarsi in due parole solamente: genuinità (di
prodotti e di gente!) ed accoglienza.
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