AUGURI DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MICHELE IORIO
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64 FOTO di Luigi Calabrese |
La crisi economico-finanziaria in atto ha mostrato nel 2012 un livello di disagio sociale preoccupante per l’intero Paese e anche per il nostro Molise. La disoccupazione, le difficoltà delle imprese, le condizioni di criticità di tante famiglie molisane hanno reso, in molti casi, il guardare al futuro un esercizio di angosciosa inquietudine. Nelle discussioni quotidiane, quelle fatte per strada, nei mercati, nei luoghi di incontro, sono entrate in maniera dirompente parole sconosciute ai più come “spread”, ma anche acronimi come IMU. Come se ciò non bastasse, all’incertezza determinata da un’economia sotto la pressione della crisi, si sono aggiunti episodi di mala politica che hanno gettato discredito sia sul sistema politico, ma anche su quello istituzionale, mettendo in discussione addirittura l’opportunità dell’esistenza di alcune sue parti. Ma nei momenti di difficoltà è imperativo non dare spazio al pessimismo. Bisogna trovare in noi stessi, nella nostra comunità, nel sistema democratico, di cui grazie a chi ci ha preceduto possiamo godere, la forza di rialzarci e di andare avanti. Bisogna ritrovare il gusto e la bellezza della vera politica che come molti asseriscono è una vera e propria arte: quella del costruire opere materiali e immateriali per il “bene di noi-tutti”.
La
politica è dunque una grande e complessa fabbrica del “Fare” sempre aperta e intenta
a produrre progetti e iniziative che cambino davvero le cose dando vita ad una
vera e matura giustizia sociale. Una fabbrica, ed è bene che nessuno lo
dimentichi, che per funzionare ha necessità del convinto e continuo lavoro di
tutti i suoi operai: ogni cittadino, nessuno escluso, di una nazione e, nel
nostro caso, di una regione.
L’Unità
del popolo italiano e la sua libertà di pensiero, di azione, ma anche la sua
emancipazione dal bisogno e dalle varie forme di povertà, vecchie e nuove, sono
il qualificante obiettivo della politica
e di chi la pratica come eletto, ma anche come elettore. Bisogna distinguere
tra la politica delle idee e della concretezza, da episodi sconsiderati e
indegni posti in essere da piccoli e squallidi politicanti che con il loro fare
non possono e non debbono turbare gli equilibri di cultura, di valori e di
principi su cui si basa la democrazia che la Costituzione Repubblicana ci ha
garantito. Un messaggio che vale per tutti, ma soprattutto per i giovani,
questi sono la parte più “offesa” di questo momento turbolento. La
disoccupazione, la mancanza apparente o reale di prospettive, rende il loro
domani fumoso o sfuggente. Di qui il generarsi nel loro animo di emozioni di
sconcerto, di sfiducia, di timore e di rabbia. Sentimenti giustificabili per
ciò che vivono ma che tutti abbiamo il dovere, a seconda delle nostre
piccole-grandi responsabilità, di tramutare in positivo se davvero vogliamo
fregiarci di vivere in una civiltà evoluta e moderna. Dobbiamo tutti insieme, giovani
e meno giovani, avere quello scatto di orgoglio per cambiare le cose e portarle
su una nuova direzione di crescita e di sviluppo.
Concludo
ricordando, e soprattutto ponendole come augurio e autorevole auspicio per
tutti i molisani per il prossimo anno, le parole di Papa Benedetto XVI
pronunciate all’udienza avuta in occasione del dono da parte del comune di
Percopennataro, in rappresentanza di tutto il Molise, dell’albero di Natale in
piazza San Pietro: “L’abete bianco che avete voluto donarmi, cari pescolani e
abitanti dell’intera Regione Molise, manifesta anche le fede e la religiosità
della gente molisana, che attraverso i secoli ha custodito un importante tesoro
spirituale espresso nella cultura, nell’arte e nelle tradizioni locali. E’
compito di ciascuno di voi e dei vostri conterranei attingere costantemente a
questo patrimonio e incrementarlo, per poter affrontare le nuove urgenze
sociali e le odierne sfide culturali nel solco della consolidata e feconda
fedeltà al Cristianesimo”. Dunque auguro a tutti i molisani, sia quelli che
vivono in regione sia quelli che risiedono in altre parti del mondo, a cui va
sempre il nostro ricordo, per questo 2013, di poter essere artefici di un
miglioramento economico ma soprattutto di un’evoluzione sociale improntata alla
speranza e alla voglia di solidarietà, di pace e di concordia tra i popoli.
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