sabato 15 dicembre 2012

MAESTRI DEL LAVORO DEL MOLISE - Incontro di Natale

Campobasso 15 dicembre 2012

MAESTRI DEL LAVORO DEL MOLISE.
INCONTRO DI NATALE 2012
46 FOTO DELL'ALBUM DEI RICORDI
Ore 10,30 il cielo è plumbeo, Don Giovanni apre per noi la Chiesa di San Bartolomeo nel cuore del centro storico, celebra la messa alla quale partecipano con intenso spirito cristiano i Maestri.
Al termine il Console Lucia legge la  nostra Preghiera. Come programmato scendiamo le poche scale che ci conducono al "Nuovo Museo Provinciale Sannitico".
Il Maestro Enzo ,da buon cicerone, ci illustra i vari reperti esposti.  Si avvicina l'ora di pranzo, ci rechiamo quindi a Matrice presso il ristorante "Boccon Divino" dove pranziamo in allegria.
Come di Consueto terminiamo con gli ottimi dolcetti preparati da Lucia e Maria Rosaria. Ci salutiamo, scambiandoci gli auguri di un sereno e felice Natale.



“CHIESA SAN BARTOLOMEO”
CAMPOBASSO

Sulla parte alta delle pendici del colle Monforte è visibile la chiesa di  San Bartolomeo in prossimità della strada che sale verso il castello.
  La Chiesa di San Bartolomeo è una delle più antiche testimonianze dell'arte romanica di Campobasso.
La Chiesa risale alla metà del XIII sec. e presenta una facciata a coronamento orizzontale, la cui parte centrale è rialzata rispetto a quelle laterali.
Da notare è la presenza, in un edificio che rispecchia nella sua quasi totalità i canoni dell'arte romanica, di due portali gotici e di elementi appartenenti a differenti epoche, se non addirittura ad altri edifici. Tale “contaminazione” è dovuta molto probabilmente a lavori di restauro avvenuti in differenti periodi storici.
L'elemento significativo della facciata è il portale fregiato da un portico con delle colonne tra le due arcate cieche.
La lunetta riporta l'effigia in rilievo di Cristo asceso sorretto da due angeli e tutto intorno su ampia fascia divisa in otto parti sono riportati, sempre in rilievo, i simboli dei quattro evangelisti collocati nella posizione centrale ed ai lati otto figure rannicchiate, ovvero da un lato i dottori della chiesa occidentale mentre dall’altro quelli della  chiesa greca.
L'interno della chiesa, è diviso in tre navate da file di colonne, prive di base e con capitelli geometrici, unite tra loro da archi a tutto sesto.


Il “Nuovo Museo Provinciale Sannitico”

Il 27 gennaio 1995 veniva riaperto al pubblico il Museo Provinciale Sannitico di Campobasso, con una nuova esposizione.
Nelle scelte fatte in questa nuova esposizione non sono stati seguiti scrupolosamente i criteri adottati dal Sogliano, ai quali occorreva, comunque, rimettere mano in considerazione del fatto che essi erano fluttuanti tra materiale e tecnica e destinazione d’uso.
Prioritariamente ci si è posti di fronte all’esigenza di rendere comprensibili il più immediatamente possibile i pezzi della collezione, sia nella loro funzione che in una successione cronologica per grandi linee. Consapevoli della impossibilità di ricavare da ogni singolo oggetto o gruppi di oggetti una quantità di informazioni esauriente, soprattutto in considerazione della totale mancanza di notizie sulle circostanze dei ritrovamenti e sulle eventuali associazioni, si è scelto di non operare selezioni di sorta ma di presentare tutti i materiali, anche se in più di un caso ripetitivi; si è difatti pensato che le reiterazioni, anche se non accompagnate da commenti o spiegazioni, sarebbero state di per sé significative; la diffusione di quel determinato oggetto in una determinata epoca avrebbe suscitato interrogativi ed invogliato a cercare risposte altrove; nel caso di gruppi di materiali omogenei (si pensi, ad esempio,alle lucerne), la presentazione di tutti gli esemplari della collezione avrebbe potuto dare una idea più immediata delle trasformazioni tipologiche dell’oggetto stesso e lasciato trapelare i motivi per cui un tipo fosse più usato rispetto ad un altro.
D’altra parte è sembrato doveroso mostrare, attraverso l’esposizione della collezione nella sua totalità, che il gusto del collezionista molisano della seconda metà dell’Ottocento – non c’è dubbio, difatti, che il nucleo principale di quello che diverrà il museo provinciale sannitico si sia creato in brevissimo tempo grazie alla buona volontà di collezionisti privati che misero a disposizione le loro collezioni – tendesse a privilegiare l’oggetto antico nella sua “antichità” piuttosto che nella sua “arte”.
Anche la scelta espositiva di raggruppare tutta la collezione, o la sua maggior parte, in un unico grande contenitore, lasciando in espositori singoli solo alcuni pezzi di particolare valenza e dimensioni, trova motivazione nell’intenzione di dare al visitatore una idea immediata di un gruppo conchiuso, quasi immobilizzato nella temporalità delle sue origini.
Nel riordinare i materiali tenendo conto della loro funzione, si sono così individuati quattro raggruppamenti principali, ciascuno diviso in sottogruppi: L’abbigliamento (uomini, donne, bambini), la casa (la struttura e l’arredo, la mensa, l’illuminazione), le attività (l’agricoltura e l’allevamento, l’artigianato, il commercio), la preghiera (il culto privato, il culto pubblico, il culto dei morti). Nell’ambito di ciascuno dei gruppi e dei sottogruppi ogni oggetto trova posto secondo una linea cronologica talora – ed ove possibile – precisa e puntuale, spesso di massima.   

      
      E PER CONCLUDERE 
      LA CONVIVIALE


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