Avvolta in una calda cromia dei
colori autunnali, la Madonna della Libera è giunta nella mattinata di ieri, 9
novembre 2012, alla Comunità terapeutica “La Valle” di Toro (CB), fondata e
diretta da padre Lino Jacobucci, frate
minore francescano.
Ad
accogliere la statua lignea, di cui quest’anno ricorre il VI Centenario del suo ritrovamento, gli ospiti della comunità, i
giovani provenienti da diversi luoghi del centro sud d’Italia. Vestiti a festa,
per celebrare l’arrivo simbolico della “Mamma protettrice”, i giovani de “La
Valle”, hanno recitato il Rosario, durante la processione, nella silenziosa atmosfera di meditazione
della natura circostante. “Introdurre questa Icona nella realtà di questi
giovani – ha detto padre Lino- è un momento di Grazia. Viviamo la nostra
quotidianità con la valigia in mano per
prendere il treno giusto e non lasciare
che questo passi. È questo di oggi, è uno di quei momenti per prendere
il treno della “liberazione”. Dio, che è l’architetto dell’edificio spirituale,
la Chiesa, ci invita ad essere pietre vive e pietre scelte”.
E di Grazia e con stupore, ne ha parlato il rettore del
Santuario della Libera di Cercemaggiore, padre Gaetano Cangiano che nella peregrinatio mariae ha
intuito la forza propositrice
per la diffusione della buona novella, la via
della bellezza e il ruolo di Maria. “Sono rimasto stupito dall’accoglienza
di questi giovani –ha detto il domenicano- che oggi, ci hanno accolto con il
vestito a festa nella loro semplicità
di cuori sofferenti, e di vite precarie. Il messaggio della
Madonna della Libera vuole essere in questa peregrinatio
un processo di liberazione attraverso tre passaggi: la voglia di essere
liberati, la richiesta di essere liberati e la disponibilità ad accogliere la
liberazione che avviene con l’incontro di volontà positive”. I giovani della comunità attenti e composti, si sono
radunati intorno all’altare per la Celebrazione Eucaristica presieduta
dall’arcivescovo di Campobasso-Bojano mons. GianCarlo Bregantini che ne ha
elogiato l’eleganza di accoglienza e di
cuore disponibile. A loro l’arcivescovo, ha parlato con mite sorriso, del messaggio
di coraggio dentro l’affascinante Icona
della statua della Libera, carica di significato spirituale e di Fede. Nelle mani accoglienti e obbedienti dell’ ”Eccomi” c’è l’immagine ad
aprirsi; le croci sulle mani sono il segno del dolore, del sacrificio e
dell’obbedienza difficile. Scavare e
trovare l’acqua della purificazione. Infine gli occhi di stupore sono il
progetto d’amore che Dio ci dona, ogni giorno. E allora la mia devozione alla Madonna
diventa una devozione convinta, intelligente se ciascuno ne sente la necessità di
invocarla tutti i giorni”. A conclusione
dell’omelia, mons. Bregantini ha invitato tutti i presenti ad invocare Maria
ogni giorno con la recita dell’Ave Maria.
Alla fine della celebrazione
gli ospiti della comunità hanno ricevuto in dono una Icona della Libera
in legno e l’immaginetta intagliata, di carta con la preghiera siglata
da mons. Bregantini per l’anno diocesano mariano 2012-2013.
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