venerdì 23 novembre 2012

CAMPOBASSO SALVATO IN EXTREMIS ALLA CATTOLICA

Campobasso 23 novembre 2012



Salvato in extremis alla Fondazione “Giovanni Paolo II”
Come un uomo di Campobasso è “sopravvissuto” ad un arresto cardiaco, grazie al tempestivo intervento degli specialisti

Ci occupiamo spesso dei casi di cosiddetta malasanità, dove viene messo in evidenza l’errore o la negligenza del personale sanitario. Oggi ci occupiamo,invece, di ciò che  spesso resta nell’ombra, ovvero il grande senso di responsabilità e la diligenza dei tanti operatori sanitari che giornalmente svolgono il loro lavoro con assoluta professionalità, amore e rispetto per i pazienti.

Raccontiamo una bella storia di buona sanità, che ha come protagonista il Signor Fernando di Campobasso, che qualche settimana fa si è recato presso l’ambulatorio di Cardiologia della Fondazione Giovanni Paolo II per un controllo cardiologico.
Il paziente, durante l’esecuzione dell’esame, improvvisamente si è sentito male e i sanitari presenti si sono subito accorti che si trattava di arresto cardiaco. Dapprima è stato soccorso dal personale dell’ambulatorio, che, contemporaneamente ha avvisato gli  specialisti del Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva che, arrivati dopo pochissimi minuti, hanno  supportato la ventilazione mediante intubazione orotracheale ed eseguito un massaggio cardiaco esterno fino al momento in cui è stata rilevata un’attività cardiaca spontanea e valida. Trasportato d’urgenza in rianimazione il paziente è stato sottoposto poi a tutti i trattamenti medici del caso.
Il Signor Fernando oggi è ancora ricoverato, ma sta bene ed è completamente fuori pericolo. La cosa importante è che non ha subito alcun danno cerebrale ed è stato proprio lui che ha voluto raccontare la sua storia anche per ringraziare i medici che gli hanno salvato la vita.  Quando una persona va in arresto cardiorespiratorio, l’unica possibilità di salvezza sta nella tempestività e nella competenza dei soccorsi, poiché l’evento ha un’evoluzione rapidissima e provoca danni irreversibili in tempi brevissimi. Se fosse capitato altrove chissà ….
Questo episodio, che per fortuna è a lieto fine, ci fa riflettere sulla necessità di essere adeguatamente formati in caso di emergenza, per questo, da diversi anni vengono organizzati i corsi BLS (Basic Life Support).
“L'importanza del corso BLS è estremamente rilevante“ dichiara la professoressa Cynthia Barilaro, Direttore del Dipartimento Anestesia, Terapia Intensiva e Medicina del Dolore della Fondazione Giovanni Paolo II, “ricordiamo che, in Italia, ogni quattro minuti, una persona viene colta da attacco cardiaco e di queste una su quattro muore prima di arrivare in ospedale. Le manovre apprese durante il corso BLS possono essere messe in atto da chiunque (il cosiddetto soccorritore laico) anche al di fuori dell’ambiente ospedaliero e servono ad acquisire quella dimestichezza di base con procedure che possono essere definite a tutti gli effetti salva-vita.”


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