Salvato in extremis
alla Fondazione “Giovanni Paolo II”
Come un uomo di
Campobasso è “sopravvissuto” ad un arresto cardiaco, grazie al tempestivo
intervento degli specialisti
Ci occupiamo spesso dei
casi di cosiddetta malasanità, dove viene messo in evidenza l’errore o la negligenza
del personale sanitario. Oggi ci occupiamo,invece, di ciò che spesso resta nell’ombra, ovvero il grande senso di
responsabilità e la diligenza dei tanti operatori sanitari che giornalmente
svolgono il loro lavoro con assoluta professionalità, amore e rispetto per i
pazienti.
Raccontiamo una
bella storia di buona sanità, che ha come protagonista il Signor Fernando di
Campobasso, che qualche settimana fa si è recato presso l’ambulatorio di
Cardiologia della Fondazione Giovanni Paolo II per un controllo cardiologico.
Il paziente, durante l’esecuzione
dell’esame, improvvisamente si è sentito male e i sanitari presenti si sono
subito accorti che si trattava di arresto cardiaco. Dapprima è stato soccorso
dal personale dell’ambulatorio, che, contemporaneamente ha avvisato gli specialisti del Dipartimento di Anestesia e
Terapia Intensiva che, arrivati dopo pochissimi minuti, hanno supportato la ventilazione mediante
intubazione orotracheale ed eseguito un massaggio cardiaco esterno fino al
momento in cui è stata rilevata un’attività cardiaca spontanea e valida. Trasportato
d’urgenza in rianimazione il paziente è stato sottoposto poi a tutti i
trattamenti medici del caso.
Il Signor Fernando oggi è ancora
ricoverato, ma sta bene ed è completamente fuori pericolo. La cosa importante è
che non ha subito alcun danno cerebrale ed è stato proprio lui che ha voluto
raccontare la sua storia anche per ringraziare i medici che gli hanno salvato
la vita. Quando una persona va in
arresto cardiorespiratorio, l’unica possibilità di salvezza sta nella tempestività
e nella competenza dei soccorsi, poiché l’evento ha un’evoluzione rapidissima e
provoca danni irreversibili in tempi brevissimi. Se fosse capitato altrove
chissà ….
Questo episodio, che per
fortuna è a lieto fine, ci fa riflettere sulla necessità di essere
adeguatamente formati in caso di emergenza, per questo, da diversi anni vengono
organizzati i corsi BLS (Basic Life Support).
“L'importanza del corso BLS è estremamente rilevante“ dichiara la professoressa Cynthia Barilaro, Direttore del
Dipartimento Anestesia, Terapia Intensiva e Medicina del Dolore della
Fondazione Giovanni Paolo II, “ricordiamo che, in Italia, ogni quattro minuti,
una persona viene colta da attacco cardiaco e di queste una su quattro muore
prima di arrivare in ospedale. Le manovre apprese durante il corso BLS possono
essere messe in atto da chiunque (il cosiddetto soccorritore laico) anche al di
fuori dell’ambiente ospedaliero e servono ad acquisire quella dimestichezza di
base con procedure che possono essere definite a tutti gli effetti salva-vita.”
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