IL MAESTRO GINO MAROTTA, PITTORE E SCULTORE.
SEMPRE ORGOGLIOSO DI ESSERE MOLISANO.
Biografia
Gino Marotta, nato a Campobasso nel 1935, è vissuto a Roma.
La prima mostra personale è del 1957, alla galleria Montenapoleone di
Milano. Già nel '57-‘58 è presente, insieme a pittori come Burri,
Fontana, Capogrossi, Balthus, Licini e Léger, in mostre di grande rilievo
internazionale come "Pittori d'oggi Francia‑Italia” a Torino, "Modern
Italiensk Maleri" a Copenaghen ed in numerose altre rassegne
internazionali che documentavano la pittura italiana contemporanea nei Musei e
nelle Gallerie di Arte moderna nel mondo. Sono gli anni dei famosi "Bandoni"
e i "Piombi", quadri realizzati in officina con la fiamma ossidrica.
Ha trovato nuove soluzioni tecniche, applicate in seguito dalle stesse
industrie, per realizzare opere di grandi dimensioni come il "Bosco
Naturale‑Artificiale" del 1967, l’"Eden Artificiale" e, qualche
anno più tardi, la "Misura Naturale Cava".
Nel 1969 partecipa all'esposizione "4
Artistes Italiens plus que Nature", Palais du Louvre, Musée des Arts
Décoratifs a Parigi, con Ceroli, Kounellis e Pascali.
Nel
1971 è presente alla Kunststoffe di Dusseldorf con il "Bosco Naturale‑Artificiale",
una struttura abitabile in metacrilato trasparente stampato sotto vuoto.
Tra le numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero, vanno
segnalate: la sala personale alla IX Biennale di San Paolo del Brasile (1967),
la sala personale alla X Quadriennale d'Arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni
(1972), l'esposizione dell’”Eden Artificiale" nei Giardini della XV
Triennale di Milano (1973), la partecipazione alla XII Biennale Middelheim di
Anversa (1973), la mostra personale alla Rotonda della Besana di Milano (1973),
la sala personale alla XLI Biennale Internazionale d'arte di Venezia (1984), la
sala personale alla XI Quadriennale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma
(1986), la “Grande Sinopia Italiana” all’Expo Universale di Siviglia’92, la
partecipazione all’EXPO 2000 di Hannover, la mostra antologica “Metacrilati” al
Complesso del Vittoriano di Roma (2001), il grande “Albero della vita” nella
mostra “Artisti italiani del XX secolo alla Farnesina” (2001), il “Grande
Alone” (Scultura in acciaio inox alta 8 metri ) per la XVI Edizione Scultori a Brufa
nel comune di Torgiano (2002), le personali al J.F. Kennedy Airport di New York
(2003), alla Galleria PICI di Seoul, in collaborazione con l’Istituto italiano
di cultura in Seoul (2004) e all’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi
(2004), fino alla più recente partecipazione alla mostra “Da Balla alla
Transavanguardia. Cento anni di arte italiana alla Farnesina” , MiArt 2004,
Milano..
Ha ideato e realizzato alcune delle mostre più interessanti dell'arte italiana
contemporanea come "Lo Spazio dell'Immagine” a Foligno nel 1967,
"Amore Mio" a Montepulciano nel 1970 e ha collaborato alla grande
mostra "Vitalità del Negativo" al palazzo delle Esposizioni di Roma
nel 1970.
"Sono convinto che il clima culturale di Roma dopo gli anni Sessanta
sarebbe stato molto più squallido senza le grandi invenzioni tematiche di Gino
Marotta" scrive Pierre Restany. Le sue opere di pittura e scultura sono
conservate in prestigiosi musei, istituti bancari e collezioni private in
Italia e all'estero.
Del suo lavoro e del suo pensiero artistico si sono occupati i più importanti
critici d'arte: Umbro Apollonio, Giulio Carlo Argan, Paola Ballesi, Guido
Ballo, Renato Barilli, Carmine Benincasa, Marziano Bernardi, Achille Bonito
Oliva, Maurizio Calvesi, Luigi Carluccio, Floriano De Santi, Gillo Dorfles,
John Hart, Gian Piero Jacobelli, Udo Kultermann, Giuseppe Marchiori, Lara Vinca
Masina, Filiberto Menna, Paolo Portoghesi, Pierre Restany, Franco Russoli,
Vittorio Sgarbi, Leonardo Sinisgalli, Giorgio Soavi, Carmelo Strano, Tommaso
Trini, Marco Valsecchi, Lionello Venturi, Emilio Villa, Maurizio Vitta, Cesare
Vivaldi...
Si è occupato anche di cinema e di teatro, portando il suo contributo di
ricercatore innovativo. Ha collaborato a grandi produzioni come la “Bibbia” di
John Huston; ha esordito in teatro nel 1959, come scenografo, nel Misantropo di
Luigi Squarzina, messo in scena al teatro Olimpico di Vicenza, con i costumi di
Corrado Cagli.
Il cinema e il teatro d’avanguardia lo vedono impegnato in numerose imprese, di importanza storica, come il film "Salomè" e la scenografia teatrale di "Nostra Signora dei Turchi” di Carmelo Bene, le scene di "Finale di partita" di Samuel Beckett e, oltre un decennio più tardi, le scene e i costumi di "Hommelette for Hamlet", che gli fanno meritare nel 1988 il premio UBU per la migliore scenografia.
Insegna all’Accademia di Belle Arti di Roma, è membro dell’Accademia Medicea delle Arti del Disegno di Firenze e dell’Accademia Nazionale di San Luca di Roma. Ha diretto l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.
Ha pubblicato, di recente, un libro di saggi brevi dal titolo “Rosso di Cinabro”.
Ha pubblicato, di recente, un libro di saggi brevi dal titolo “Rosso di Cinabro”.
Il Presidente della Regione Michele Iorio
ricorda, all’indomani della scomparsa, Gino Marotta, il grande artista
molisano che è stato anche suo Consigliere per la cultura.
“Gino resta nella memoria di chi
lo ha conosciuto, e io tra questi avendo avuto anche la fortuna di collaborarci
nella realizzazione di vari progetti, ma anche nelle sue tante opere che
testimoniano, forse nel modo più eloquente possibile, il suo essere, la sua
sensibilità e la sua indiscussa maestria artistica. Marotta con la sua vita ha
certamente meritato un paragrafo nel “libro” della storia culturale di questa
regione ma anche nella grande “enciclopedia” artistica di un paese come
l’Italia che da sempre vanta una tradizione ineguagliabile di personalità
apprezzate in tutto il mondo che si sono distinte nell’arte e nella cultura nel
suo complesso”.
Morte Gino
Marotta, messaggio cordoglio Presidente Pietracupa
Con Gino Marotta se ne va una parte creativa del Molise, una
persona che ha sempre tenuto a cuore le sorti della sua terra, cui ha dato
lustro per un periodo straordinariamente lungo e produttivo. Un artista stimato
su scala nazionale e internazionale, che ha realizzato opere che resteranno un
simbolo di quell’arte autentica, di quel movimento culturale così caparbio e
sensibile, di cui si avverte sempre più la mancanza. Marotta ha realizzato
tanti lavori anche nel suo Molise dal quale, discreto e sempre pronto a
mettersi in gioco, non ha mai preteso eclatanti riconoscimenti. Soprattutto
questo ci mancherà della sua straordinaria persona.
Restiamo orfani di un molisano illustre e, in questo particolare
momento, ci stringiamo con sincera solidarietà ai familiari tutti,
rassicurandoli che non solo le istituzioni, ma anche tutti i molisani, non lo
dimenticheranno.
L’Università
degli Studi del Molise piange Gino Marotta (Campobasso 1935 Roma 2012),
grandissimo artista molisano di fama internazionale, pioniere delle
sperimentazioni sull’arte installativa e sui nuovi materiali. Protagonista
riconosciuto delle neoavanguardie, non solo italiane.
Marotta,
con una sua splendida mostra, nel 2007 aveva inaugurato l’ARATRO, di cui era
direttore onorario, il centro d’arte contemporanea dellʹUniversità del Molise che per ricordarlo degnamente organizzerà
presto un convegno dedicato alla sua opera che resterà come un punto
fondamentale della storia dell’arte tra Ventesimo e Ventunesimo secolo.
Il
Rettore Cannata lo ricorda nell’espressione di grande soddisfazione in
occasione della recentissima inaugurazione della bella mostra “Relazioni
Pericolose” tenutasi alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, vera testimonianza
di orgoglio dell’intrigante artista che ha fatto onore al Molise.
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