sabato 5 ottobre 2013

LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA

Campobasso 5 ottobre 2013

Un pensiero condiviso dai più nel Paese, ma che è stato razionalizzato nelle parole dell’onorevole Laura Venittelli.

“L’unica logica conseguenza politica di una tragedia immane, che ha visto la morte di centinaia di persone nelle vicinanze della costa italiana a Lampedusa, è quella di rivolgere un severo monito affinché il problema enorme dei flussi migratori e dello sbarco degli immigrati alla ricerca dello status di rifugiati politici divenga una priorità nell’agenda d’impegni dell’Unione europea, considerando l'impossibilità dell’Italia di affrontare da sola questa emergenza umanitaria”.
“E’ la cronaca purtroppo quotidiana di tentati approdi che sfociano inevitabilmente in drammi personali e di massa a imporci l’urgenza, la necessità e l’indifferibilità di adottare soluzioni efficaci e rapide affinché si salvaguardino quante più vite umane possibili, ma si pensi anche a garantire la dignità e la prospettiva a chi è costretto a fuggire dalla propria terra – spiega la Venittelli – e laddove rinvenissimo una inerzia della Commissione europea dovremmo agire con tenacia e insistenza per far sì che Bruxelles non rimandi in modo frammentario agli stati membri l’emergenza immigrazione ma ne faccia una bandiera d’integrazione di un’Europa dei popoli vera, che sommi prerogative economiche a quelle politiche e sociali”.
Il deputato Pd molisano ha anche evidenziato come sia altrettanto indispensabile che si decretino e attuino tutte le misure utili a fermare la tratta degli esseri umani, magari stanziando immediate risorse a favore degli stati di provenienza degli esuli, così da contribuire fattivamente alla crescita economica e sociale in forma cooperativistica, ma senza gli errori e le storture del passato, quando i soldi in apparenza destinati ai Paesi in via di sviluppo venivano utilizzati per scopi diversi e poco nobili.
“Non dobbiamo comunque abbandonare a loro stessi quanti sono già arrivati in Europa e qui si rende obbligatorio promuovere una integrazione che non divenga ghetto, come è stato anche il campanello d’allarme per l’utilizzo del villaggio provvisorio di San Giuliano di Puglia, in Molise – prosegue l’onorevole Venittelli – altrimenti lo scenario nuovo per i profughi sarebbe peggiore di quello lasciato alle spalle”.

LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA INTERROGA LE COSCIENZE DEL NORD DEL MONDO.

Non bastano le lacrime amare di queste ore al cospetto di quelle foto macchiate e di quei volti di giovani, donne e bambini inghiottiti dal mare.
Non serve l’ipocrisia di chi si è arroccato nel proprio benessere e ha alzato muri di egoismo innanzi a due terzi dell’umanità che vivono in condizioni di miseria e povertà.
La tragedia di Lampedusa interroga più a fondo le coscienze dell’Occidente perché quella strage è scritta nel libro della negazione dei diritti umani, delle armi vendute al Sud dal Nord, del furto di materie prime esercitate dai paesi sviluppati e dal saccheggio ambientale dei ricchi contro i diseredati.
L’Unione Europea, il G8, il G20 e le Potenze che dominano il pianeta hanno l’obbligo di fermarsi a riflettere per scrivere una nuova scala di priorità e di valori in cui la Convenzione di Ginevra, l’uguaglianza e la solidarietà tornano ad essere dei riferimenti concreti nelle politiche di redistribuzione della ricchezza e delle opportunità a livello mondiale.
Nel nostro piccolo angolo di Molise possiamo spezzare una lancia in questa direzione costruendo un modello di integrazione umanitaria per i profughi ed i rifugiati, che pur rimanendo una goccia nell’oceano dei bisogni planetari di chi soffre, rappresenteranno un atto di concretezza, condivisione e responsabilità.
E come sosteneva Madre Teresa di Calcutta anche una goccia può mutare un oceano.
Michele Petraroia

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