venerdì 1 giugno 2012

Milano. VII Incontro Mondiale delle famiglie.Pastorale diocesana di Campobasso.

Campobasso 1 giugno 2012


La Famiglia: il lavoro e la festa.
VII Incontro Mondiale delle famiglie.



 La delegazione della pastorale diocesana di Campobasso formata da i Coniugi Di Nucci, Valeria Bernardo don Nicola Maio e l’arcivescovo Metroplita mons. GianCarlo Bregantini è da ieri a  Milano fino al 3 giugno  per il VII incontro Mondiale delle famiglie dal tema la Famiglia: il lavoro e la festa. Ed è proprio nella   serata di ieri che a  Bergamo, al Centro congressi Giovanni XXIII, i giovani hanno dialogato con monsignor Giancarlo Bregantini, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis, nell’incontro su «Progetto di vita dei giovani e futuro del lavoro» inserito nel percorso di Family 2012. Due i relatori, per due interventi che si sono intrecciati  e si sono  completati.
 Di taglio letteralmente pastorale quello di monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano e Presidente della Commissione Episcopale per la giustizia, la pace, il lavoro e i problemi sociali. La figura del pastore, ha spiegato, è immagine della sollecitudine che l’intera comunità deve alla condizione di precariato di cui i giovani sono vittime.
Forse è proprio questo il cuore di questo raduno mondiale:
riprenderci la speranza;
allargare le prospettive;
ritrovare il coraggio del domani.
Dai quattro verbi del pastore- nel  mite grido di speranza di Bregantini - (precedere, chiamare per nome, difendere dal lupo e cercare la pecorella smarrita) e dai quattro segni di Nazaret (bastone fiorito, lievito nella pasta, figlio del falegname e crescita in grazia) ai  quattro impegni, che ha suggerisco- durante la lectio-  come itinerario educativo:
“intrecciare Sogno e segno, Guardare oltre la siepe, Accompagnare con simpatia, Preparare il cuore del giovane”
Dai quattro spunti esplicitati con esempi e chiarezza di dialogo, l’arcivescovo Bregantini ha ribadito come di recente nell’ambito dell’ultima assemblea CEI sul rispetto della domenica. Rivalutiamo il lavoro come sudore, non come profitto assoluto. Rispettare la domenica, per rispettare il giovane e dare spazio di gratuità e di dignità alla famiglia!-  
Nel suo appello conclusivo a “sostegno del Sud”,- il presule di Campobasso si è infine rivolto alla Politica- affinchè si schieri con più coraggio a difesa e a servizio della famiglia, ritrovando la capacità di raggiungere i giovani e di riaccendere in loro la fiducia, creando per loro opportunità lavorative reali e giuste, perché hanno il diritto di realizzarsi attivamente nella società in cui vivono e di guardare senza più paura al loro futuro.
 È poi toccato al sociologo Giuseppe De Rita ricostruire la genesi di una crisi che la famiglia potrà contrastare solo tornando a ricordare che «la vita si insegna attraverso la vita».
Che guaio se la Net Generation diventasse la generazione dei Neet, e cioè quelli che non lavorano, non studiano, non investono sulla formazione. In Italia rappresentano più del 22% della popolazione giovanile e questo – sottolinea il presidente dell’Ipsos, Nando Pagnoncelli – è un dato sui cui riflettere.


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