La nona edizione della
‘Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea Città di Campobasso coincide con gli eventi legati ai 300 anni dalla nascita di Paolo Saverio Di
Zinno. Direttore artistico: Maestro d’arte Domenico Fratianni.
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Un
ritorno al passato, alle sue origini. “Nella città vecchia, in via san
Antonio Abate, 114, nella casa che, guarda caso, era stata dello scultore
molisano Paolo Saverio Di Zinno, proprio l’ideatore delle ‘macchine viventi’
che nel giorno del Corpus Domini svettano per le strade di Campobasso, abitava
la donna che sarebbe diventata la mia sposa. Io ero il suo dirimpettaio,
abitavo al numero 99. Inevitabile l’incontro: due balconi, per una sorta di
Giulietta e Romeo di antica memoria. Più sopra, volgendo lo sguardo, le chiese
di San Giorgio e San Bartolomeo, presso le quali c’era la casa (e la storia) di
Delicata Civerra. Ma l’evento magico è che la casa della mia storia d’amore la
stessa del Di Zinno, sia poi diventata la casa-studio dell’amico pittore che ti
sta raccontando questi ricordi”. Così scriveva l’artista Domenico
Fratianni a Giose Rimanelli il 27 aprile
2004. Il ricordo della sua nascita di artista. E, a distanza di oltre
mezzo secolo, l’artista Fratianni torna a incontrarsi con
l’autore delle processioni ‘viventi’ Di Zinno, vissuto tra il 1718 e il 1781.
“In questa casa magica – continua Fratianni – per
effetto d’amore, ho inciso le mie prime lastre di zinco all’acquaforte,
riguardanti le varie scena della sagra dei Misteri, suggestionato dalla forza
poetica che gli Ingegni mi trasmettevano. Oggi, in occasione del trecentesimo
anniversario della nascita di Paolo Saverio Di Zinno, ripropongo le immagini
della sagra in altrettante immagini disegnate a penna con l’aggiunta del colore
ad acquerello per esaltare il ritmo e lo slancio emotivo delle composizioni.
Sono il mio personale omaggio allo scultore molisano e al suo talento
d’artista; le ripropongo anche sul catalogo della nona Biennale dell’Incisione
Italiana Contemporanea Città di Campobasso proprio in occasione dei suoi
festeggiamenti. Un doppio omaggio da parte mia: da pittore e da direttore
artistico della Biennale. Si chiude, così, un cerchio magico, fatto di amore e
di arte”.
Nell’ambito
della nona edizione della ‘Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea Città
di Campobasso 2018’, che coincide con gli eventi legati ai 300 anni dalla
nascita di Paolo Saverio Di Zinno, infatti, il maestro d’arte Domenico
Fratianni, direttore artistico della kermesse incisoria nazionale, che si
fregia dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, ha realizzato una
cartella con le tredici stampe degli acquerelli raffiguranti i Misteri di Paolo
Saverio Di Zinno. Un omaggio allo scultore che ha contribuito a far conoscere
la sua città, Campobasso, in tutto il mondo.
“Chi è molisano non può non conoscere i Misteri di
Campobasso, sui quali si è sempre più concentrata la critica contemporanea, a
livello antropologico e artistico. La loro storia è intimamente, intensamente,
collegata a quella della Città, che li ha partoriti, in un alternarsi di congregazioni
e corporazioni, protese ad affermare il loro potere laico in chiave religiosa,
ma anche nell’altrettanto altalenante confronto che la nostra terra ha dovuto
subire con il suo mistero meno controllabile e confortevole: il
terremoto”, così
Francesco D’Episcopo introduce l’Omaggio di Domenico Fratianni a Paolo Saverio
Di Zinno.
“I muti quadri viventi – prosegue D’Episcopo, critico
letterario di fama nazionale, già docente di Letteratura Italiana
all’Università Federico II di Napoli – che i Misteri contemporanei
propongono, si sono trasfusi nel tratto pittorico, avido e ardente, di un
artista, furiosamente ventoso, Domenico Fratianni, che è riuscito, grazie alla
straripante energia del suo disegno e del suo calore, a riprodurre e rilanciare
il senso più autentico e il valore più profondo di un rito popolare, che egli
ha respirato nel Santuario quotidiano del centro storico campobassano, dove
Paolo Saverio Di Zinno, il maestro di festa per eccellenza, di esuberante
formazione napoletana, elabora i suoi sogni e i suoi modelli. Fratianni è come
se ne avesse assorbito l’anima, tutta molisana, e l’abbia adattata alla sua
arte, che chi scrive ha seguito da sempre con lo scomparso amico comune
Giuseppe Jovine, formando una guarnigione fortemente creativa, da qualcuno
definita, pericolosamente e piacevolmente, dei tre moschettieri”.
“La pittura matericamente surreale di Domenico – conclude Francesco
D’Episcopo – anche qui offre una prova superba, grazie alla
complicità antropologica e artistica che egli riesce a creare con quei ‘quadri
viventi’ dei Misteri, che nelle sue mani non sopravvivono ma super-vivono,
perché attraversati da quella energia alla quale si è fatto cenno e che solo un
artista, autentico e assoluto, come Fratianni, visceralmente legato alla sua
terra e alla sua gente, può umanamente sprigionare”.
L’Omaggio
a Paolo Saverio Di Zinno del maestro Domenico Fratianni è la raccolta dei
Misteri di prestigio, di valore, che ‘immortalano i quadri viventi’ nella penna
e nel pennello di un altro figlio nobile del Molise.
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