E’ apparsa oggi sulla stampa locale una notizia a dir poco
allarmante: pare che il Ministero della Salute abbia inviato ad un cittadino
molisano una nota in cui, sulla base dei dati inviati dalla direzione della programmazione
sanitaria della Regione Molise, viene descritta la riorganizzazione dell’offerta
ospedaliera.
Pare che la Regione abbia già smentito, sostenendo che si
tratta di dati non attuali, non aggiornati e in ogni caso superati, quindi da
non prendere in considerazione, anche se risulta evidente che tali dati erano
stati proposti dalla Regione Molise e già questo da solo è allarmante.
Noi ci auguriamo caldamente che il futuro della sanità
molisana non sia quello descritto in questi documenti, perché, da quanto si
apprende, le eccellenze sanitarie del territorio, universalmente riconosciute
come tali, verrebbero di fatto chiuse.
La Cattolica di Campobasso, da quanto si legge nell’articolo,
passerebbe da 130 posti letto a 63. Appare evidente che una struttura concepita
per 320 posti letto, accreditata per 180 e già pesantemente ridotti (ha,
Infatti, subito un taglio di 60 posti letto nel 2011 e ciò non è avvenuto per
altre strutture) non sopporterebbe un ulteriore taglio di circa il 50 per cento
della propria attività.
Significherebbe in un primo momento una riduzione di circa la
metà del personale e dei servizi offerti alla popolazione, nell’arco di pochi
anni non si riuscirebbero a gestire i pesanti costi fissi che la sanità d’eccellenza
comporta e la Fondazione sarebbe costretta a chiudere.
Quindi ridurre in questo modo l’attività di questa struttura
significa volerla chiudere. Se queste sono le intenzioni della Regione lo si
dica chiaramente!
La popolazione molisana (e non solo) non accetterà mai una
scelta simile e si ribellerà con tutte le proprie forze come già avvenuto in
passato. Ricordiamo che il 14 settembre del 2010 circa 10 mila cittadini, con
in prima fila Monsignor Bregantini, marciarono silenziosamente a favore della
Cattolica, fu la più grande e partecipata manifestazione organizzata in Molise,
non si è mai verificato, prima d’allora, un evento simile.
Se oggi la Cattolica dovesse essere a rischio chiusura la cittadinanza
si mobiliterà di nuovo e con ancora più forza per difendere la qualità della
sanità molisana.
Noi come Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), difendiamo questa struttura non perché è espressione della
sanità Cattolica (che comunque è un valore aggiunto), ma perché offre, senza
alcun fine di lucro, prestazioni di altissimo livello senza incidere in maniera
rilevante sui conti della Regione. Ricordiamo che circa il 45 per cento dei
pazienti sono extra regionali e quindi a carico delle regioni di provenienza e
che la maggior parte dei servizi offerti non vengono erogati da altri ospedali
molisani, quindi se non ci fosse la Fondazione bisognerebbe pagare ad altre
regioni dette prestazioni.
Le scelte gestionali di questa struttura non sono ispirate a
logiche aziendalistiche, ma al perseguimento dell’interesse pubblico,
rinunciando volontariamente ad ogni margine di lucro, se così non fosse, visti
i tagli del passato, ci sarebbero già stati numerosi licenziamenti che la
Fondazione con grandi sforzi ha finora evitato.
Ci auguriamo caldamente che la Regione stia lavorando ad una
riorganizzazione complessiva che garantisca il diritto alla salute dei
molisani, premiando e valorizzando le eccellenze presenti sul territorio,
indipendentemente dalla loro natura giuridica. La politica sanitaria deve avere
come obiettivo principale quello di garantire la qualità del servizio!
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