Il pezzo di un mezzo cingolato che ha
attraversato le insidiose strade dell’Afghanistan, un paracadute, una targa che
ricorda come, nella vita, c’è chi passa in alcuni Paesi senza farne la storia e
c’è chi per quei Paesi cerca di dare quello che può e chi dà proprio tutto,
senza riserve.
Da REPORT DIFESA
Di Daniela Lombardi
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Da REPORT DIFESA
E’ questo il monumento che ricorda il Caporal Maggiore
Scelto Alessandro Di Lisio – che all’Afghanistan ha dato tutto ciò che un
essere umano ha, la vita – è composto così, come lo hanno realizzato i suoi
commilitoni della XXII Compagnia “Ares” dell’8° Reggimento Genio Guastatori
della Brigata Folgore. Era rimasto anni a ricordarlo a Ganjabad, luogo in cui
il paracadutista morì in un attentato.
La città molisana, dopo dieci anni, ha intitolato al suo
figlio dal basco amaranto una piazza, per ricordare l’impegno suo e di tutti i
militari italiani nelle missioni all’estero.
Per non far dimenticare a chi pensa che la pace sia un bene
scontato.
Il 14 luglio 2009, un Lince con a bordo militari italiani
della “Folgore” attraversa una delle arterie stradali più pericolose
dell’Afghanistan nel tentativo di raggiungere Farah.
Siamo ai tempi della missione NATO e ISAF e le strade sono
insanguinate dagli attentati compiuti dagli oltre venti gruppi terroristici che
dilaniano il territorio.
Tra questi emergono i talebani, estromessi dal potere dopo
averlo assaporato e desiderosi di tornare con ogni mezzo allo status quo ante.
La loro volontà di dominio si manifesta con la capacità di padroneggiare la
guerra asimmetrica condotta nei confronti delle potenze straniere che tentano,
dal canto loro, di riequilibrare le sorti di un Paese ormai messo a ferro e
fuoco dopo le note vicende dell’11 settembre 2001.
Fin da allora, come oggi, strumento principale della
battaglia sono i subdoli IED, ordigni esplosivi improvvisati, fabbricati con
ogni mezzo artigianale a disposizione e piazzati in strada e in ogni luogo in
cui possa passare un convoglio della NATO.
E’ proprio un IED ad esplodere al passaggio del Lince sul
quale si trova il rallista Alessandro Di Lisio, insieme ai compagni Giacomo
Bruno, Simone Careddu e Andrea Cammarata.
Dei quattro appartenenti all’8° Reggimento del Genio
Guastatori della Folgore – XXII Compagnia “Ares”, Alessandro sarà l’unico a non
tornare a casa.
“Ti prometto che torno”, aveva detto a sua madre prima di
partire. Ma mantenere una promessa del genere, in un teatro di guerra, non è
cosa facile.
“Sono dieci anni che ti parlo, ti sento vicino, so che mi
ascolti in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento”, ha detto mamma Dora. Il
dialogo intimo e segreto tra Dora e suo figlio non possiamo conoscerlo, ma
sappiamo quello che Alessandro dice a tutti noi.
Dice che il coraggio e l’altruismo non vanno perduti.
Restano, invece, per tracciare una strada, un percorso che ognuno, nella sua
realtà e nella sua vita, può seguire. Dice che la pace che lui sognava non
esiste ancora.
Le strade di Kabul, come quelle di Kandahar, Nangarhar,
della provincia di Bahlk, sono insanguinate come ai tempi in cui Alessandro
voleva cambiare il mondo.
In questi mesi, civili e militari afghani hanno perso la
vita in due attentati nella provincia di Nangharar. A inizio luglio, 50 scolari
sono rimasti feriti e 6 persone sono morte a Kabul.
Continuano gli attentati in Afghanistan
Un militare americano ha perso la vita in un agguato proprio
mentre Alessandro veniva ricordato ed era il decimo soldato Usa morto
quest’anno nel Paese.
I talebani non aderiscono al processo di pace. In diverse
province il ramo afghano dell’ISIS, Wilayat Khorasan, semina a sua volta
terrore e morte.
Masse di giovani cercano di allontanarsi da una terra
apparentemente senza futuro. Ed è proprio in tempi bui che serve, appunto,
rievocare il percorso tracciato da soldati capaci e uomini coraggiosi.
Alla cerimonia di intitolazione del giardino hanno
partecipato il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, i Paracadutisti della
XXII Compagnia della Folgore “Ares”, che ha realizzato e poi fatto trasferire
in Italia il monumento svelato oggi a Campobasso, i militari del Comando
Esercito Molise e l’amministrazione comunale di Campobasso, guidata dal nuovo
sindaco Roberto Gravina. Una messa in suffragio è stata celebrata dal
cappellano militare, Monsignor Gabriele Teti.
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Il Messaggio del Comandate Antonio D'Agostino
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Il Messaggio del Comandate Antonio D'Agostino
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