martedì 14 maggio 2019

CAMPOBASSO - POLIZIA DI STATO: OPERAZIONE ALCATRAZ

Campobasso, 14 maggio 2019


Operazione antidroga della Polizia di Stato di Campobasso ribattezzata “Alcatraz” 
In campo Squadra Mobile, Posto Polfer di Campobasso,unità cinofile  del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara ed un elicottero della Polaria di Napoli.
Coordinata dalla Procura della Repubblica del Capoluogo.


90 SCATTI

Nella conferenza stampa di questa mattina, il Procuratore della Repubblica dott. Nicola D’ANGELO,
il Sostituto Procuratore dott. Giuliano SCHIOPPI ed il Dirigente della Squadra Mobile Vice Questore della 
Polizia di Stato dott. Raffaele IASI presso l’Aula Magna della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato “G. Rivera” di Campobasso, hanno illustrato tutti i dettagli della vasta operazione coordinata dalla Procura della Repubblica del Capoluogo.
Notevole  l’impiego di di uomini e mezzi, in particolare personale della Squadra Mobile e degli altri Uffici della Questura, del Posto Polfer di Campobasso, nonché di unità cinofile e del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara ed un elicottero della Polaria di Napoli.
Esecuzione n. 7 misure cautelari personali e 2 misure reali (sequestri preventivi di circa cinquantamila euro e di un veicolo utilizzato per il rifornimento di droga da San Severo e da Napoli) a Campobasso e provincia e a Giugliano in Campania (NA). Inoltre, a fronte di 25 denunciati all’Autorità giudiziaria per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, esecuzione n. 19 perquisizioni delegate dalla stessa A.G. (una delle quali eseguita a San Severo (FG), un’altra a Castrocaro Terme (FC) ed una a Giugliano in Campania (NA)).

L’indagine trae origine da controlli effettuati a fine maggio 2018 dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Penitenziaria all’interno della Casa Circondariale di Campobasso, a seguito del rinvenimento di droga e apparecchi cellulari lanciati o comunque introdotti dall’esterno della struttura carceraria nei cortili interni ed utilizzati da alcuni detenuti, a seconda dei casi, per il consumo personale, lo spaccio nel penitenziario e la comunicazione con i referenti esterni, ad opera di esponenti di un “clan” familiare (ove le donne avevano un ruolo preponderante) che nella città di Campobasso era dedito all’attività di spaccio di droga, quale unica fonte di sostentamento ed arricchimento.

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