Al via il progetto di ricerca congiunto Neuromed-Arion
sulle cellule staminali tumorali
Ferve il lavoro, nei laboratori di ricerca dell’IRCCS Neuromed, per lo
sviluppo di nuove terapie per patologie tumorali di tipo neurologico. L’IRCCS
Neuromed, da anni impegnato nello studio della fisiopatologia dei tumori
cerebrali con lo scopo di identificare nuovi bersagli terapeutici per la loro
cura, ha appena stipulato una collaborazione scientifica con la casa
farmaceutica Arion Pharmaceuticals di New York, il cui Presidente, Server A.
Ertem, è stato ospite del Centro di Ricerche dell’Istituto molisano. La
“comunione” tra Neuromed e Arion parte dall’ultimo studio condotto dai
ricercatori dell’IRCCS e pubblicato su Cell
Death and Differentiation, della collana Nature, che mette in luce il ruolo dei recettori mGlu3 quali potenziali
bersagli per nuovi trattamenti farmacologici, in combinazione con
chemioterapici classici, del glioblastoma, attualmente il tumore più comune e
più maligno che colpisce il sistema nervoso.
Il lavoro, che ha suscitato grande
interesse nella comunità scientifica mondiale, è stato particolarmente
apprezzato dalla Arion che è specializzata nello sviluppo di farmaci oncologici
che agiscono sulle cellule staminali tumorali che non
rispondono alle terapie standard e
che tendono a riformarsi anche dopo il trattamento chirurgico
seguito da chemioterapia e radioterapia. Al momento, infatti, Arion è in fase avanzata di sperimentazione di un
farmaco che blocca la crescita delle cellule staminali tumorali isolate da tumori
ovarici e le cellule staminali tumorali dei tumori ovarici hanno diversi punti
di contatto con i glioblastomi. A partire dal lavoro dei ricercatori del
Neuromed, e grazie al “know-how” specifico della Arion, l’obiettivo comune è
quello di mettere a punto un farmaco che sia in grado di eliminare definitivamente le cellule staminali
tumorali del glioblastoma. Un progetto ambizioso, dai presupposti
promettenti, che consentirebbe di affrontare un tumore cerebrale che
attualmente è il terzo più letale e colpisce gli adulti intorno ai 50 anni e
che, oggi, concede un’aspettativa di vita tra i 12 e i 15 mesi anche nei casi
trattati in combinazione con intervento chirurgico, radioterapia e chemioterapia.
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