A San Valentino, torna la campagna “
…Questo non è amore”
Se ti ricatta … non è amore. Se minaccia
te o i tuoi figli … non è amore. Se ti isola, umilia, offende …non è amore. Se
ti perseguita con mail e sms ossessivi ….non è amore. Se ti prende con violenza
quando non vuoi … non è amore.
Se ti chiede “l’ultimo appuntamento”
…non è amore”. Se ti uccide …non è amore.
Nel giorno di San Valentino, in cui tutto il mondo celebra l’amore, la Polizia di Stato sceglie di stare vicina alle donne con la campagna “…Questo non è amore” che prevede in tutte le province italiane camper, pullman, gazebo e altri momenti d’incontro volti a rompere l’isolamento e il dolore delle vittime di violenza di genere, offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta di donne e formata da personale di Polizia specializzato, da medici, psicologi e da rappresentanti dei centri antiviolenza.
Anche a Campobasso, oggi 14 febbraio, una postazione mobile (camper) è operativa, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, in Piazza Vittorio Emanuele, con la presenza di funzionari e personale della Divisione Polizia Anticrimine, della Squadra Mobile e dell’Ufficio Sanitario della Questura di Campobasso.
Un’idea, quella del progetto camper contro la violenza di genere che ha consentito di contattare migliaia di persone, in maggioranza donne, diffondendo informazioni sugli strumenti di tutela e di intervenire su situazioni di violenza e stalking che diversamente sarebbero potute rimanere ingabbiate nel dolore domestico.
La flessione negli ultimi due anni dei delitti tipici (dai femminicidi, alle violenze sessuali, dai maltrattamenti in famiglia agli atti persecutori) non ferma l’impegno di prevenzione: non solo perché il numero assoluto delle vittime continua ad essere inaccettabile, ma perché l’esperienza di polizia e delle associazioni da tanti anni impegnate su questi temi mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia.
Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche, ma che è spesso il triste copione di un crescendo di violenza che si alimenta con l’isolamento.
Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.
Il successo ottenuto da questa
ennesima iniziativa proposta nell’ambito della campagna “…Questo non è amore”,
durante la quale sono state veramente tante le donne che hanno avvicinato gli
operatori della Polizia di Stato per chiedere informazioni di vario genere ed
aggiornarsi, in particolare, circa gli strumenti di tutela e di intervento su
situazioni di violenza e stalking, con particolare riferimento all’istituto
dell’ammonimento. Il Questore, conferma – ancora una volta – l’importanza di un’attività
di sensibilizzazione quale quella descritta.
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