La giornata a Campobasso comincia presto con una visita alla Scuola Allievi Agenti.
A seguire, il Prefetto Gabrielli ospite dell’Istituto scolastico “Leopoldo Pilla” per un convegno.
Al termine , in Questura per una breve visita e per partecipare al saluto di commiato al Questore di Campobasso, Raffaele Pagano.
(200 FOTO) |
Il
Prefetto Franco Gabrielli, dopo una visita alla Scuola allievi Agenti è tornato
a far visita all’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore ‘Leopoldo Pilla’ di Campobasso occasione
per inaugurare il nuovo anno scolastico con
l’incontro dal titolo ‘Sicurezza e Ordine pubblico: il punto di
vista dei nostri giovani’.
Un appuntamento
che fa seguito a quello del 16 febbraio 2015, quando Gabrielli, allora Capo della Protezione Civile, incontrò per la
prima volta gli studenti della scuola di via Veneto per dibattere con loro sul
tema della prevenzione del rischio sismico e idrogeologico.
“Siamo lieti - le parole della dirigente scolastica Rossella Gianfagna - di poter ospitare nuovamente il Prefetto
Gabrielli. L’evento di oggi, concreta occasione di crescita per i nostri
studenti, darà voce e spazio ai loro pensieri, mettendoli in relazione con
l’attualità delle cose. Un grazie particolare lo rivolgo pubblicamente al Capo
della Polizia che ha accettato ancora una volta l’invito della scuola di
Campobasso, onorandoci della sua presenza. Dare la possibilità agli studenti di
prendere parte a un dibattito sul tema della legalità, con il Capo della
Polizia, per noi significa investire sul futuro e sui valori di quella che sarà
la società di domani”.
Per la prima volta il Capo della Polizia fa ritorno nella
stessa scuola. Il Prefetto Gabrielli agli studenti del Pilla: “La vita non è
fatta di buoni o cattivi. La differenza la fa la responsabilità”
Di Fabiana Abbazia
Due video realizzati dai ragazzi sul tema del cyberbullismo
hanno accolto il Capo della Polizia, il Prefetto Franco Gabrielli, che per la
seconda volta è tornato al Leopoldo Pilla di Campobasso per incontrare gli
studenti.
“È la prima volta che accade”, dice l’ex Capo della Protezione Civile
che già nel 2015, proprio in quella veste, fu ospite della scuola.
“Questo evento ci ha lasciato molto, ci ha reso più ricchi”,
le parole della dirigente scolastica Rossella Gianfagna che, a fine
dell’incontro, ha voluto chiedere a Gabrielli con quale spirito andasse via
dopo la mattinata trascorsa insieme. “Ho visto – ha risposto il Prefetto –
begli occhi e bei volti. Non è sempre facile, per chi ricopre cariche simili,
intercettare l’affetto della gente e, invece, credo fermamente che le nostre
Istituzioni abbiano un senso solo se si pongono al fianco delle persone”.
Per Gabrielli che, nella scuola di via Veneto, ha inaugurato
il nuovo anno scolastico, è arrivata anche la consegna del cosiddetto ‘diploma
ad honorem’ in Geometra con indirizzo ambientale. Un riconoscimento simbolico
consegnato al Capo della Polizia dalla preside Gianfagna a nome di tutti gli
allievi della scuola.
In quasi due ore di incontro-dibattito con il direttore
generale della pubblica sicurezza italiana i temi trattati con gli studenti sono
stati dei più attuali e vicini ai giovani: razzismo, violenza, legalità e
stalking. Oltre ovviamente al
cyberbullismo.
A fare da perno a tutto sempre il concetto di
“responsabilità” che più volte è tornato nelle parole pronunciate dal Capo di
Polizia dinanzi a una platea attenta e interessata. “La vita – ha evidenziato Gabrielli – non è
semplicemente fatta di buoni o cattivi. In mezzo ci sono tante sfumature, ma
ogni cosa passa solo ed esclusivamente per il tema della responsabilità.
Assumersi le proprie responsabilità fa la differenza.
Credo che fino a quando
ai comportamenti non seguiranno conseguenze e, soprattutto, fino a quando tali
conseguenze non saranno il frutto di una vera forma di responsabilità, in
Italia avremo ancora tanto da fare”.
Ma la responsabilità è stata affiancata anche al tema della
libertà e, in modo particolare, a quella della ‘rete’ che deve essere protetta
dai soprusi. Il compito di reagire a simili forme di violenza se de un lato
passa attraverso le leggi, dall’altro, per Gabrielli, si trova principalmente
in uno “sforzo culturale da compiere tutti insieme a salvaguardia della
libertà”. “Certo – ha spiegato – è un passaggio meno immediato, meno diretto,
ma rappresenta l’unico in grado di proteggere davvero la libertà di tutti”.
E poi una appello alle nuove generazioni affinché, proprio
per il suo essere sconfinata in termini geografici, possano vivere la rete non
come un gioco, ma all’insegna di quella responsabilità appena citata.
“Chi si trova a ricoprire ruoli più complessi e importanti
ha maggiori responsabilità ma dipende anche di più dagli altri e dal loro
lavoro”, ha rimarcato ancora Gabrielli appellandosi inoltre al valore della
comunità. Poi un’amara constatazione sulla differenza generazionale. “Io – ha
detto – vengo da una generazione in cui le aspettative di vita dei figli erano
migliori di quelle dei padri. Io stesso sono figlio di operai e ho visto la mia
vita migliorare rispetto a quella dei miei genitori. Questa tendenza, però,
attualmente si è invertita per tutta una serie di motivi, sia economici che
sociali”.
Poi, sempre nelle parole di Gabrielli, il ricordo degli anni
settanta e la possibilità di recuperare la voglia di costruire il futuro di
quella generazione di giovani a cui il Capo della Polizia appartiene. “La cosa
peggiore che si possa fare è demandare la costruzione del futuro a qualcun
altro”, ha detto Gabrielli che ha lasciato gli allievi della scuola di via
Veneto con l’augurio e la speranza di “non fare accadere ciò”.
Nessun commento:
Posta un commento