Presentato questa sera al Caffè letterario "LIVRE"
Il romanzo, appena pubblicato, Scritto a quattro
mani, è nato in modo del tutto casuale: "molti anni fa, ha raccontato la
professoressa
Tassinari, mentre eravamo alle prese con una storia del Molise
contemporaneo, dal 1963, dopo la nascita ufficiale della Regione, al
2003, leggendo in biblioteca le cronache giornalistiche dell'epoca (soprattutto
le pagine regionali di quotidiani come "Il tempo", "Roma",
ecc.), ci imbattemmo in un terribile fatto di sangue avvenuto a Guardialfiera
nel 1966. Un fatto così terribile da richiamare inviati da tutta Italia;
cominciammo a pensare a un romanzo - verità, che indagasse all'interno della
società che aveva prodotto una simile vicenda.
Il manoscritto suscitò
l'interesse di una casa editrice romana, la Sovera , che lo diede alle stampe nel 2004;
adesso, invece, la storia è stata rieditata da Cosmo Iannone di Isernia.
Abbiamo cambiato i nomi dei protagonisti, il nome del paese, per non riaprire
vecchie ferite, ma resta, tutta intera, la struttura di un romanzo-
verità".
"Il finale ha grandi elementi di speranza, ha spiegato Antonella Presutti,
e la storia raccontata nel romanzo ricorda la Medea di Euripide e la Lupa di Verga, nel paesaggio
di Francesco Iovine. È la storia che ha un forte carattere regionale che vive
molte contraddizioni, che vive la realtà che supera l'immaginazione
pirandelliana.
Ci sono i due poli diversi: Guardialfiera vive la conservazione
della tradizione e Campobasso inizia ad acquistare il volto della modernità
dove si va formando la borghesia impiegatizia, si vedono le prime minigonne
indosso alle passanti.
Questi due mondi dialogano in maniera sinergica. Un
romanzo di solitudine e degrado, un mondo patriarcale dove il matrimonio è
l'unico motivo di sopravvivenza materiale e fisica.
Il riscatto è
realizzato dall'uomo che parte e si trasferisce in America, perché, come si
legge nel libro, dopo la notte spunta sempre il mattino".
Un romanzo dal fascino storico molto profondo e ricco di emozioni autentiche.
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