Terrorismo: a Campomarino (Campobasso) fermato Imam: progettava attentato a Roma.
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Questa mattina, alle ore 6.30,
presso il Centro di accoglienza rifugiati richiedenti asilo di Campomarino
(CB), personale della Polizia di Stato di Campobasso – DIGOS – ha proceduto
all’esecuzione di fermo di indiziato di reato di un cittadino somalo,
richiedente asilo, emesso dal Procuratore della Repubblica di Campobasso,
Armando D’Alterio, per il seguente reato: artt. 81 e 302 c.p.: perché, con più
azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, svolgeva reiterata attività di
istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo, nei
confronti di correligionari ospiti della struttura di accoglienza per
richiedenti asilo “Happy Family” di Campomarino.
In particolare, resa nota ai predetti ospiti la sua adesione agli
obiettivi e metodi delle organizzazioni terroristiche internazionali, di
matrice confessionale, “Al Shabab” (operativa in Somalia) e “Isis” ovvero
“Daesh” (operativa in Iraq, Libia ed altri Stati del Medio Oriente e Nord
Africa) aventi lo scopo di compiere atti di violenza con
finalità di terrorismo
internazionale, nei Paesi europei ed extraeuropei, in quanto ritenuti
contrapposti ai principi ed agli interessi dell’Islamismo, nell’eccezione
estremista e violenta sostenuta da dette organizzazioni, invitava alla conseguente azione violenta, da
realizzare nell’ambito della “Jihad” islamica, al punto da ottenere seguito da
alcuni ed altamente allarmare altri correligionari, riottosi alla deriva
terroristica, così costretti ad allontanarsi dalla preghiera comune ed indotti
ad auspicare l’intervento delle forze dell’ordine.
Nel dettaglio, allo scopo di rafforzare l’istigazione, sfruttava la
qualità, carismatica per i correligionari e foriera di ascendente a fini
persuasivi, di Imam della locale comunità islamica, dallo stesso rivestita, al
fine di organizzare attività di preghiera, nel corso della quale invitata alla
Jihad contro gli infedeli; divulgava l’attività terroristica di stampo
islamico, in particolare visionando, con alcuni di essi, ed esprimendo commenti elogiativi, immagini e filmati cruenti di
azioni riferibili alle organizzazioni islamiche estremiste e riferendo agli
astanti, alloggiati nello stesso centro, provenienti da zone prossime alle sedi
del conflitto (Medio Oriente e Nord Africa) l’intenzione, una volta ottenuto il
“passaporto” (cioè la concessione dell’asilo politico in Italia) di recarsi in
Siria a combattere.
Esaltava inoltre gli attentati terroristici di Parigi, ed il martirio
suicidiario, indicando come bersaglio la stazione ferroviaria di Roma, e
comunque invitando i precitati ad unirsi alla cruenta Jihad, allo scopo
seguendolo, come dallo stesso reiteratamente proposto, nell’allontanamento dal
Centro di accoglienza, nella giornata del 9 marzo 2016 , e in un successivo viaggio vero la Siria , da intraprendere, con
finalità di arruolamento.
Così agendo, concretamente istigava la commissione dei delitti di
attentato per finalità terroristiche (art. 280 c.p.), atti di terrorismo con
ordigni micidiali o esplosivi, con pericolo per l’incolumità pubblica (art. 280
bis co. 4 c.p.) partecipazione ed arruolamento nelle predette associazioni
terroristiche (artt. 270 bis, 270 quater c.p.).
Condotta posta in atto con finalità di terrorismo (circostanza
rilevante, ai fini dell’ammissibilità del fermo, ex art. 384 co. 1 c.p.p. ed
art. 270 sexies c.p. ultima parte, che rinvia alle convenzioni e norme di
diritto internazionali vincolanti per l’Italia, dunque alla Decisione Quadro
U.E. 2002/475/GAI, art. 3, come modificata dalla Decisione Quadro U.E. n. 919
del 2008 e art. 17 della Risoluzione Onu n. 2178 del 2014, attributive della
predetta finalità anche alle condotte di istigazione al terrorismo): con
l’aggravante di aver commesso il fatto tramite l’uso di strumenti informatici e
telematici (video ed immagini scaricate da internet anche contestualmente
sottoposte alla visione di ospiti della struttura di accoglienza) ex art. 2
d.l. 18.2.2015 ,
n. 7, conv. in l. 17.4.2015 ,
n. 43.
In Campomarino, con condotta
perdurante.
Contestualmente al fermo, si è proceduto alla perquisizione della
persona dell’indagato, di altro soggetto ospitato di nazionalità somala, nonché
di pertinenze immobiliari del Centro di accoglienza, pervenendo al sequestro di
cellulari utilizzati per comunicazioni connesse ai fatti di cui sopra.
L’indagine è iniziata nel dicembre scorso e si è svolta attraverso
acquisizione di sommarie informazioni, indagini tecniche, perquisizioni ed
attività di osservazione e controllo sul territorio.
Il fermato viene tradotto presso la Casa Circondariale
di Larino (CB), a disposizione della Procura di Larino, per le competenze
inderogabili connesse alla sola richiesta di convalida del fermo, trattandosi
di reato di competenza distrettuale, che permane in trattazione dunque presso la Procura della Repubblica
di Campobasso che coordina le indagini, in collegamento info-operativo con la Direzione nazionale
antimafia ed antiterrorismo e con Eurojust.
Fotocronaca della conferenza stampa
di questa mattina in Questura
Questore di Campobasso Dott. Raffaele Pagano |
Procuratore della Repubblica - Campobasso Dott. Armando D'Alterio |
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