domenica 24 gennaio 2016

GLI ISOLATORI SISMICI: IL GENIO DI BERNARDINO MUSENGA

Campobasso, 24 gennaio 2016

Gli isolatori sismici per edifici, negli ultimi decenni, si sono evoluti producendo tecnologie che consentono a nazioni come il Giappone di garantire la salvezza della popolazione anche in caso di terremoti  potenzialmente devastanti.  Ma l'origine di queste tecnologie è davvero un'invenzione giapponese? La progettazione di sistemi antisismici risale alle costruzioni greche o forse a tempi più lontani . La nostra città', che fu devastata al terremoto del 1805 e fu ricostruita su progetto dell'architetto Musenga, può vantare accorgimenti particolari? È sorprendente scoprire come le tecnologie ideate dal Musenga fossero antesignane di quelle nuove usate dai giapponesi. Dagli studi pubblicati dall'architetto Giulia Severino, estraiamo la sintesi dello straordinario lavoro fatto per la costruzione della cattedrale di Campobasso.

Delle particolari condizioni geologiche del sito  ne parla lo stesso Bernardino Musenga nel progetto per l’ampliamento della città, quando afferma: “L’abitato di Campobasso, toltone la parte antichissima che Monforte cinse di mura nel 1456 e che è rampeggiata contro al monte, è fondato sopra un piano talmente argilloso e denso che tutte le acque delle piogge e delle nevi che penetrano oltre la superficie del terreno ivi restano perpetuamente, senza che si aprano mai una strada: da ciò derivano la mancanza di sorgive visibili da una parte e la facilità di provvedere ai bisogni della vita con pozzi di poca spesa dall’altra”. E quando fa scavare sotto le fondamenta della chiesa, registra che dopo aver scavato quasi sette metri (26 palmi) per raggiungere il piede del campanile vecchio e dopo essere sceso di altri tre palmi, il sodo non si presentava: tutto era argilla, e argilla a strati obliqui, la più perniciosa, che comporta slittamenti e, col peso della fabbrica, pericolosi cedimenti di parti strutturali. Egli escogita un  rimedio: consolidare quanto più possibile il suolo, battendo e spianandovi, com’egli stesso riporta: “una graticola di travi centronati a ferro [ovvero tenuti fra loro da grossi chiodi di ferro  mo’ di zattera 'n.d.r.'], abbrustoliti con morchi d’olio e di zolfo [per impermeabilizzarli 'n.d.r.']; gli intervalli, poi, o vuoti di graticola, lungi dal palificarli come cosa inutile, al dire di Milizia, dacché nell’argilla, mentre si batte un palo un altro si rialza, li empirono di grandi pezzi lavorati e così ancora  pezzi lavorati passarono sopra i travi …” questo progetto che rende  solida ma basculante la base della cattedrale comporto' tre anni di lavoro!!

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