Gli isolatori sismici
per edifici, negli ultimi decenni, si sono evoluti producendo tecnologie che
consentono a nazioni come il Giappone di garantire la salvezza della popolazione
anche in caso di terremoti potenzialmente devastanti. Ma
l'origine di queste tecnologie è davvero un'invenzione giapponese? La
progettazione di sistemi antisismici risale alle costruzioni greche o forse a
tempi più lontani . La nostra città', che fu devastata al terremoto del
1805 e fu ricostruita su progetto dell'architetto Musenga, può vantare
accorgimenti particolari? È sorprendente scoprire come le tecnologie ideate dal
Musenga fossero antesignane di quelle nuove usate dai giapponesi. Dagli studi
pubblicati dall'architetto Giulia Severino, estraiamo la sintesi dello straordinario
lavoro fatto per la costruzione della cattedrale di Campobasso.
Delle particolari
condizioni geologiche del sito ne parla lo stesso Bernardino Musenga nel
progetto per l’ampliamento della città, quando afferma: “L’abitato di
Campobasso, toltone la parte antichissima che Monforte cinse di mura nel 1456 e
che è rampeggiata contro al monte, è fondato sopra un piano talmente
argilloso e denso che tutte le acque delle piogge e delle nevi che penetrano
oltre la superficie del terreno ivi restano perpetuamente,
senza che si aprano mai una strada: da ciò derivano la mancanza di sorgive
visibili da una parte e la facilità di provvedere ai bisogni della vita con
pozzi di poca spesa dall’altra”. E quando fa scavare sotto le fondamenta
della chiesa, registra che dopo aver scavato quasi sette metri (26 palmi)
per raggiungere il piede del campanile vecchio e dopo essere sceso di altri tre
palmi, il sodo non si presentava: tutto era argilla, e argilla a
strati obliqui, la più perniciosa, che comporta slittamenti e, col peso della
fabbrica, pericolosi cedimenti di parti strutturali. Egli escogita
un rimedio: consolidare quanto più possibile il suolo, battendo e
spianandovi, com’egli stesso riporta: “una graticola di travi centronati a
ferro [ovvero tenuti fra loro da grossi chiodi di ferro mo’ di zattera
'n.d.r.'], abbrustoliti con morchi d’olio e di zolfo [per impermeabilizzarli
'n.d.r.']; gli intervalli, poi, o vuoti di graticola, lungi dal palificarli
come cosa inutile, al dire di Milizia, dacché nell’argilla, mentre si batte un
palo un altro si rialza, li empirono di grandi pezzi lavorati e così
ancora pezzi lavorati passarono sopra i travi …” questo progetto
che rende solida ma basculante la base
della cattedrale comporto' tre anni di lavoro!!
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