venerdì 20 dicembre 2013

IDEE ED OPINIONI di FRANCO MANCINI

Campobasso 20 dicembre 2013
IDEE ED OPINIONI











di Franco Mancini


Stefania pregusta gli spaghetti con la mollica di mamma Silvia: le sono mancati tanto, a Londra, quanto i raggi di sole che rimbalzavano sul Castello Monforte nelle mattine di cielo terso.
Ha scelto la collaborazione al giornale di Soho e di servire ai tavoli di notte, al pub, piuttosto che quella sedia ballerina al call center, promessa ad intermittenza dal politico di turno.
Anche il suo amico Sergio ha abbandonato l’avvocato del praticantato: ora è in uno studio associato milanese. Prende mille euro al mese, pochi per il costo della vita del Nord, ma qui era uno dei mille che sgomitano nelle aule dei Tribunali a dividersi la fila alla fotocopiatrice e le fette di una torta di plastica.
Chissà come sarà amareggiato, Giancarlo, quando saprà che al Savoia sta calando il sipario: ha frequentato il Dams di Bologna convinto che, dopo quell’esperienza, avrebbe potuto mettersi al servizio della sua gente come regista. Gli avevano parlato della Fondazione Molise Cultura, di una nuova classe dirigente sensibile all’arte.
Andrea e Lucia sono preoccupati per Giuseppe: è depresso perché non trova lavoro. Non riesce ad identificare il futuro che avevano sognato assieme, quando era tra i primi della classe e disegnava progetti per la crescita economica del suo Molise, che gli sembrava bello, sano ed accogliente, passeggiando ai piedi delle Mainarde.
Invidia Marco che è nella segreteria dell’assessore: non sa che Marco si sente precario e frustrato quanto lui.
Alfredo ha visto il papà piangere di nascosto: teme di averlo deluso perché non riesce a trovagli un’occupazione e non è “qualcuno”.
Elisa, dall’Olanda, mi chiede come sia possibile che paghiamo le addizionali e l’IMU più alte e produciamo servizi pubblici così scadenti.
Ora volevano scipparci anche l’Autostrada, papà, ma com’è che non vi indignate mai?
Veronica ha voluto aprire il negozio sotto casa, invece che rispondere al colloquio della banca di Verona.
Non avrebbe sopportato di essere chiamata terrona, di dovere spiegare dove si trova il Molise.
Ora combatte con l’Agenzia delle Entrate per gli studi di settore, ma il settore non c’è più.
Luca è molto triste: mamma Luigia gli ha detto che papà è in mobilità allo Zuccherificio e stenta ogni mese a pagare il fitto di casa.
Mimmo ha telefonato dalla Germania: quest’anno non può rientrare per Capodanno. Lì, nei giorni festivi, il suo studio di fisioterapia guadagna quanto i suoi colleghi molisani in un mese.
Litigherà con i vicini di casa tedeschi, che lo sfottono per i servizi delle Iene e di Report.
Gli rimproverano anche l’odio degli italiani per l’Euro, e lui fa finta che non è vero.
Francesca e Mario aspettano il fratello Nicola per il cenone a base dei suoi amati prodotti tipici molisani: il “genio” di casa ha vinto una borsa di studio di ricerca a Boston.
L’altra notte, al telefono dagli USA, si macerava nei morsi della nostalgia, ricordando i tramonti sulla costa adriatica, il profumo del pescato, le domeniche al Cannarsa.
Si tormentava perché non può lavorare nella sua regione, sposare una conterranea, vedere i genitori invecchiare giorno per giorno.
Noi gli abbiamo detto che le cose stanno cambiando, che i meriti ed i talenti saranno premiati, che presto ci sarà spazio, anche in Molise, per giovani di valore come lui.
Sappiamo di mentirgli, ma ci serve e gli serve per sopravvivere.

Buon Natale, ragazzi.

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