PRESENTE IL MINISTRO DELLA DIFESA, MAURO
REPORTAGE di GINO CALABRESE |
(LE FOTO SARANNO PUBBLICATE AL PIU' PRESTO)
AULA CONSILIARE DI VIA IV NOVEMBRE, ASSEMBLEA STRAORDINARIA APERTA
CONSIGLIO REGIONALE,UFFICIO DI PRESIDENZA:CONFERENZA STAMPA CON IL MINISTRO DELLA DIFESA MARIO MAURO
EX GIL,
TEATRO SAVOIA,
Come conservare l'autonomia regionale per
continuare a festeggiare il compleanno. E' stato questo il leit motiv che ha
caratterizzato tutti gli eventi conclusivi programmati per la giornata di oggi,
27 dicembre, per la ricorrenza del cinquantesimo anniversario della istituzione
della Regione Molise, e promossi dall'ufficio di presidenza, con la
collaborazione di un Comitato appositamente costituito, presieduto dall'ex presidente della Giunta,
Gianni Di Giandomenico.
E' stata una giornata veramente intensa di
appuntamenti che hanno segnato momenti
davvero suggestivi per quanti vi hanno preso parte.
Ha fatto gli onori di casa il Presidente del Consiglio, Vincenzo Niro, ma la prima tappa
importante, si è svolta presso la sede della Giunta Regionale, in Via Genova,
ove c'è stata la intitolazione del palazzo al primo Presidente della Regione
Molise, Carlo Vitale.
Alla presenza di autorità civili, militari e
religiose, è stato il Presidente Paolo Di Laura Frattura, con una cerimonia
sobria, a spiegare i motivi che hanno spinto ad assumere tale determinazione, dinanzi alla moglie e
alle figlie ed altri familiari dello scomparso Carlo Vitale.
Si è quindi proseguito nell'aula consiliare di via
IV Novembre, ove era stata convocata per le ore 12,00, una assemblea straordinaria
aperta, per raccogliere testimonianze, idee e proposte sul tema “Il Molise,
quale futuro. Presupposti per la partecipazione attiva all'Europa delle
Regioni”.
Un tema , come detto, ricorrente nel corso delle
varie cerimonie, che ha notevolmente appassionato gli intervenuti, che non sono
stati pochi.
Ha aperto i lavori il Presidente Niro che ha cosi
fotografato l'incontro: “Un evento che abbiamo voluto celebrare, certamente
come una occasione importante per ricordare il passato, ma soprattutto per
riflettere sul futuro e in particolare su un nuovo modello di autonomia
regionale in un riassetto dei rapporti politico-istituzionali che consenta di
affrontare i complessi problemi di questa terra, soprattutto per conferirle
nuova vitalità e frenare il fenomeno dello spopolamento”.
Sono quindi intervenuti, in rapida successione,
osservando una tempistica concordata,
Giovanni Di Stasi, ex Presidente della Regione; Antonio D'Ambrosio, ex
presidente del consiglio regionale; Gaspero Di Lisa, presidente della
associazione ex consiglieri regionali del Molise; Vincenzo Cotugno e Nico
Ioffredi, attuali consiglieri regionali per la maggioranza; Antonio Federico e
Filippo Monaco, attuali consiglieri regionali per la minoranza; l'onorevole
Danilo Leva; il presidente della provincia di Campobasso, Rosario De Matteis;
il presidente della provincia di Isernia, Luigi Mazzuto; il sindaco di Isernia,
Brasiello; il presidente dell'associazione industriali del Molise, Natale; il
rappresentante designato dai sindacati confederali, il segretario della Cisl,
Notaro; il presidente della Camera di commercio di Campobasso, De Angelis; il
presidente della Camera di commercio di Isernia, Piersimoni; il presidente
dell'Anci Molise (Associazione nazionale comuni italiani), Sciulli.
Ha chiuso la serie di interventi il Presidente
della Giunta Regionale, Paolo di Laura Frattura.
“Cosi piccoli e così pochi, possiamo e dobbiamo
farcela” - ha detto Frattura - riferendosi alla conservazione della identità
regionale”.
Prima di trasferirsi tutti all'edificio ex Gil, per
la prevista tavola rotonda “Il Molise, quale futuro”, alla presenza, tra gli
altri, del Ministro della Difesa, Mario Mauro, presso l'ufficio di
presidenza, si è tenuta una conferenza
stampa che ha visto protagonista proprio il Ministro, che ha voluto visitare la
sede istituzionale, accompagnato dal “padrone di casa”, Niro e dalle varie
autorità, e incontrare i giornalisti. L'esponente del governo ha anche
velocemente osservato la mostra dell'artista Di Maria, nei
locali adiacenti l'aula consiliare.
alla tavola rotonda, moderata dal presidente
dell'apposito comitato per i festeggiamenti del cinquantenario, Gianni Di
Giandomenico, preceduta dalle note
dell'inno nazionale di Mameli,
ove ha tenuto ancora banco il discorso ^salvaguardia della autonomia^.
Vi hanno preso parte il Presidente del Consiglio,
Vincenzo Niro, che ha ringraziato a nome di tutti il Ministro Mauro per la sua
presenza in “questo giorno storico per il Molise”; Marcello Veneziale, già
presidente della Regione Molise e componente del comitato per il 50°
anniversario; Fabio Pilla, pro-rettore della università degli studi del Molise
in sostituzione del rettore Gianmaria Palmieri; mons. Giancarlo Bregantini,
arcivescovo di Campobasso-Bojano; Paolo Di Laura Frattura, presidente della
Regione Molise e il Ministro della Difesa, senatore Mario Mauro.
Ed è stato proprio quest'ultimo, più volte chiamato
in causa per perorare la causa del Molise e dei molisani, in direzione della
loro autonomia, in chiusura della tavola rotonda, a prendersi gli applausi più
consistenti, allorquando ha affermato che “sicuramente ci saranno altri
compleanni” per la nostra realtà regionale, augurandole lunga vita, prima di
ripartire velocemente per la capitale.
Il sipario sulle celebrazioni del cinquantesimo
anniversario della Regione, fortemente volute dal Presidente Niro e
dall'ufficio di presidenza, è calato al Teatro Savoia, alle ore 19,30, con la
esibizione dell'Orchestra Sinfonica e Coro del Conservatorio di Musica “Lorenzo
Perosi” di Campobasso, in un “Concerto per l'autonomia del Molise”.
Intitolazione della sede della giunta regionale, Frattura: “Palazzo Carlo Vitale, il Palazzo del Molise e dei Molisani”
Via Genova, 11, a Campobasso, torna a essere un indirizzo. Solo questo, come è giusto che sia per una strada. La sede della presidenza della giunta regionale prende il nome del primo presidente della Regione Molise e diventa Palazzo “Carlo Vitale”.Stamani, nel giorno della ricorrenza dei 50 anni dell’Istituzione della Regione, la commossa e intensa cerimonia di intitolazione.Il governatore Paolo di Laura Frattura, alla presenza della signora Vitale e delle tre figlie Assunta, Annalisa e Francesca, ha scoperto la targa posta all’ingresso del Palazzo in onore dell’illustre e illuminato politico, eletto nel 1970, a soli 40 anni, primo presidente della giunta regionale del Molise. La targa è stata benedetta dalla preghiera dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Monsignor GianCarlo Bregantini.
“Tra i primi nostri atti – il ricordo del governatore Frattura –, c’è stato l’accoglimento della proposta dell’Associazione degli ex Consiglieri regionali per l’intitolazione di questa sede istituzionale. Diciamo grazie alla famiglia Vitale, alla signora Diana e alle sue figlie, per la condivisione mostrata da subito per questa nostra sentita e partecipata iniziativa”.
“Nel segno dell’attualità estrema e straordinaria del disegno politico che il presidente Carlo Vitale aveva in mente per il nostro Molise – ha proseguito Paolo Frattura –, oggi celebriamo la memoria di un uomo illuminato, simbolo di rigore, sobrietà e vicinanza ai cittadini. Emblema di lungimiranza. Il presidente Vitale si fece portatore della necessità di un riequilibrio tra Stato e periferia, attraverso la scoperta e la valorizzazione di temi e ambiti di centrale importanza per la nostra cultura e la nostra economia. La sua idea di sviluppo per il nostro territorio, pensata e strutturata nel 1970, mette in evidenza tutti i ritardi che abbiamo accumulato rispetto a quella visione così moderna e contemporanea. Tanto si è fatto, ma tanto si deve fare”, ha ammesso il governatore.
“Con questa giornata rimarchiamo il rispetto che dobbiamo a quell’insegnamento attuale, a quella progettualità politica che ci ha consentito di diventare quello che siamo e che ci impone ora, ancora, di assumere, noi per primi, il peso delle tante responsabilità. Dunque, con onore ed emozione, nella memoria del primo presidente della nostra Regione – ha concluso Frattura –, nel nome di Carlo Vitale, da oggi via Genova, Palazzo “Carlo Vitale”, il Palazzo del Molise e dei Molisani”.
50 anni della Regione Molise, Frattura: il futuro,
la prospettiva di tutti noi
“Cinquant’anni di
storia, cinquant’anni di futuro? Il nostro sguardo sul domani è l’augurio più
bello che possiamo scambiarci. L’augurio più giusto per riflettere e
comprendere la storia della nostra Autonomia, l’augurio migliore per guardare
avanti.
Il futuro, la
prospettiva del Molise e dei Molisani.
Apriamoci al
futuro con il sorriso della speranza. Con l’emozione, tutta particolare per chi,
come noi adesso, ha avuto l’onore di amministrare e governare la nostra Regione.
Avanti così, con l’entusiasmo misto alla consapevolezza morale e politica di
ritrovarci al timone della nave MOLISE. La voglia di fare, di alzare
l’asticella, gli obiettivi del primo giorno di questa nostra avventura, tutto
questo letto e ritrovato stamani nelle dichiarazioni programmatiche del primo
presidente della Regione, Carlo Vitale.
E come allora, ancora
oggi, di nuovo tutti uniti per la difesa comune di un’eredità minacciata da
forbici istituzionali, da problemi e ostacoli. Siamo qua a dimostrare che
l’Istituzione della Regione Molise non è stato un passo sbagliato o azzardato.
È la nostra storia ed è una storia importante. Una storia che ci appartiene.
Appartiene a chi ne è stato protagonista allora, appartiene a chi la vive
adesso. Appartiene a tutte le forze politiche e sociali, all’impegno congiunto
di tutti i partiti protagonisti allora, la Dc , il Pci, il Psi. Tutti.
Questo
compleanno lo dedichiamo a chi è nato molisano e conosce soltanto questa
dimensione. Lo dedichiamo a chi è sfiduciato, a chi non ha più un valido motivo
per alzarsi la mattina, a chi si alza la mattina e ha la forza e la voglia di
donare il suo tempo agli altri. Lo dedichiamo a chi non trova nel suo Molise
risposte e riscatto. Lo dedichiamo alla serenità familiare messa a rischio
dalle certezze all’improvviso diventate incertezze. Lo dedichiamo a chi ha i
capelli bianchi e sulle spalle tutti gli acciacchi del tempo e soffre perché
non riconosce attorno a sé per i suoi figli e i suoi nipoti le stesse occasioni
offerte alla sua giovinezza. Lo dedichiamo al lavoro, il solo motore della
crescita e dello sviluppo sociale.
Ancora lo
offriamo, questo nostro compleanno, a chi non conosce fino in fondo il
significato della conquista costituzionale di 50 anni fa. Raccontiamo ai nostri
ragazzi il percorso di tutte le battaglie sociali e politiche, che hanno avuto
la voce, la passione, il nome di uomini seri e onesti, che tanto hanno dato
alla nostra Regione e che non sono più in mezzo a noi. Che sia la festa
dell’abbraccio di tutte le generazioni.
La storia dei
cinquant’anni di Autonomia cade in anni difficili, in anni e giorni di
contestazioni e contrapposizioni tra Istituzioni e Cittadini. Non è un fatto
nuovo, certo, ma di sicuro rinnovato, affollato, teso e nervoso. Non
raccoglierne il significato è un errore imperdonabile. Ma raccoglierlo o
enfatizzarlo nell’abusato e scontato solco dell’antipolitica è uno sbaglio
ancora più grave, non rispettoso del ruolo che i Cittadini hanno voluto
affidarci.
Siamo qui ad
assumerci tutte le responsabilità che ci vengono imputate come amministratori,
con senso di responsabilità, ma con la coscienza pulita di chi ci prova a
costruire qualcosa di buono. Opportunità per tutti, per i giovani come per gli
anziani, per quelli di mezz’età, per le donne e per i deboli, per chi sta ai
margini: è il sogno che coltiviamo e che guida le nostre scelte.
Andiamo avanti a
piccoli passi in un mondo che dice che non abbiamo ragione di esistere. Troppo
piccoli, troppo pochi. È un pregiudizio sbagliato: lo dimostreremo. Le
difficoltà non sono poche. Sono economiche, finanziarie, strutturali e anche,
per taluni aspetti, etiche.
Ci muoviamo per
una pubblica amministrazione aperta, efficiente e trasparente.
Il lavoro resta
la priorità. Senza lavoro, il Molise muore con i suoi talenti migliori che
vanno via. Come muore, se non dà spazio e possibilità di espressione ai talenti
che scelgono di restare. Ci muoviamo per il merito e la competenza, per la
scuola, la formazione integrata, l’Università del Molise per il Molise.
Ricalchiamo il
buon esempio. L’esempio di tanti, donne e uomini, che ogni mattina si alzano e
vanno a scuola, in azienda, in ufficio, sul cantiere o restano a casa. Faticano,
si sconfortano e a volte nemmeno si interrogano sul loro stato, nella
convinzione che quello che hanno sia già una fortuna.
Impariamo dalle
donne, preziose figure della nostra società. Dalle donne, dalla loro forza
troppo spesso chiusa in casa come esclusivo conforto per figli disabili, mariti
cassintegrati, compagni esodati, per genitori non più autosufficienti,
prendiamo il coraggio per fare di più di quello che ci è richiesto.
Facciamo che
tutti, gli ultimi e i sofferenti, le aziende e i lavoratori, sentano questa
Istituzione vicina, capace di rappresentare e assistere i bisogni più diffusi.
Quelli dei tanti, dei troppi che non hanno voce.
Facciamo vedere
all’Italia che la solidarietà che corre silenziosa, perché spontanea e
naturale, nelle strade dei nostri borghi è un “sistema”. Il SISTEMA MOLISE, la Regione del buon esempio. Dei
tagli agli sprechi e ai costi della politica. Della ripresa fatta bene.
Così piccoli e
così pochi possiamo e dobbiamo farcela. Possiamo e dobbiamo essere noi l’esempio
virtuoso. Resistiamo perché ci crediamo.
Cinquant’anni
non sono di passato, sono tutti di futuro, non solo perché “la storia siamo
noi”, come spesso cantiamo, ma perché questo si aspettano tutti i molisani. Molisani
di ieri, oggi e domani”.
Paolo di Laura
Frattura
50 anni della Regione Molise,Federico:costruire un’unità culturale e di valori
In questo giorno particolare che coincide con il
venerdì di mezzo secolo fa in cui fu promulgata la Legge costituzionale che
istituiva la Regione
Molise , intendiamo far sentire con chiarezza e trasparenza la
nostra voce, aderendo in pieno ad un progetto comune a tutti i cittadini
molisani, volto a costruire un’unità culturale e di valori per un popolo per
troppo tempo relegato a un ruolo marginale e sottoposto ai voleri di sempre più
trasformistiche elites dominanti.
Come ha auspicato il Presidente del consiglio
regionale, anche noi proviamo a “ripercorrere la storia regionale ed aprire lo sguardo verso il
futuro” ma con una
prospettiva decisamente diversa da quella di tanti relatori che finora hanno
saputo mettere in primo piano le istituzioni, le legislature e i vari politici
che si sono susseguiti nel corso di mezzo secolo, dimenticando di raccontare la
realtà dei cittadini del Molise, del suo territorio, delle sue attese di
crescita, sempre rimandate al da farsi.
Anche in questa occasione il nostro sguardo si rivolge
alle persone, in particolare a tutti quei cittadini sistematicamente messi da
parte dall’azione politica locale, ai trecentomila molisani che ancora
resistono con difficoltà nella nostra terra e anche al milione di corregionali
che, secondo più fonti, in più ondate migratorie hanno cercato miglior fortuna
all’estero, non dimenticando in nessun caso le antiche origini e le radici
culturali della loro storia familiare. Non si può infatti sottacere il ricordo
dei numerosi molisani che si sono trasferiti in altre regioni d’Italia e
all’estero incessantemente negli ultimi due secoli. Non dimentichiamo le
tantissime vite spezzate nei tragici incidenti della miniera di Monongah,
all’inizio del XX secolo, e di Marcinelle nel secondo dopoguerra.
Quando all’inizio del 1800 i nostri concittadini più illustri immaginavano un Molise unito, era certamente per portare sviluppo e progresso a questa terra frenando così questa diaspora, ma oggi sembra che tale viaggio sia di nuovo ed ancora una scelta quasi obbligata per i molisani.
Quando all’inizio del 1800 i nostri concittadini più illustri immaginavano un Molise unito, era certamente per portare sviluppo e progresso a questa terra frenando così questa diaspora, ma oggi sembra che tale viaggio sia di nuovo ed ancora una scelta quasi obbligata per i molisani.
Purtroppo l’istituzione regionale non ha saputo
cambiare le cose, rallentando lo spopolamento del nostro territorio: infatti
siamo l’unica regione d’Italia che sta continuando a spopolarsi con costanza
dal 1860, dal secondo dopoguerra e persino negli ultimi 20 anni durante i quali
il Molise ha perso oltre 17.000 persone. Se la dinamica demografica dovesse
continuare così, in un solo decennio il Molise potrebbe trovarsi ad avere meno
di 300.000 abitanti.
Fino alla metà del secolo scorso il Molise si collocava a pieno titolo tra le aree più sottosviluppate delMezzogiorno.
La natura prevalentemente montana del territorio caratterizzato da asperità
orografiche e fragilità idrografiche e da un clima particolarmente rigido, ha
impedito lo sviluppo di grossi centri urbani e di una conseguente rete
infrastrutturale, ostacolando così la crescita di un’imprenditoria locale,
fulcro di sviluppo tecnologico ed economico, e ciò ha sempre mantenuto un netto
divario tra il Molise e l’industria nascente del resto del paese.
Fino alla metà del secolo scorso il Molise si collocava a pieno titolo tra le aree più sottosviluppate del
Ma anche una classe politica troppo spesso poco
lungimirante e incisiva a livello nazionale ha contribuito a collocare il
Molise in un contesto periferico: un esempio ne è il fatto che, alla nascita
della rete ferroviaria nazionale dopo l’unificazione del Regno d’Italia, al
territorio molisano fossero destinate soltanto linee secondarie a binario
unico, a distanza di oltre un secolo rimaste ancora senza elettrificazione.
Soltanto a partire dagli anni ’70 l’intervento straordinario del legislatore
nazionale dotò la regione di quelle infrastrutture che le consentirono di
ridurre lo svantaggio competitivo rispetto ai territori limitrofi. Da allora,
anche in assenza di un chiaro e condiviso modello di crescita e grazie agli
incentivi delle politiche di coesione destinati alle regioni in ritardo di
sviluppo, il Molise ha saputo recuperare competitività facendo anche meglio
delle altre regioni meridionali, riducendo le distanze con le aree del Centro
nord.
Anche le opportunità fornite dalle politiche di
coesione, però, non sono state colte in pieno dalla classe politica regionale
che, ancora una volta, ha sacrificato sull’altare del finto progresso e delle
logiche clientelari il futuro delle generazioni che volevano rimanere in Molise
e farlo crescere. La “classe dirigente” molisana ha preferito infatti disegnare
per la regione un futuro meramente basato su principi di puro assistenzialismo.
Grazie all’esiguità dei fondi pubblici nazionali necessari per finanziare
l’apparato amministrativo regionale inefficiente e fuori controllo come il
nostro, la contiguità tra la classe dirigente locale e le maggioranze politiche
nazionali compiacenti ha consentito di spendere soltanto nel breve termine,
realizzando benefici immediati ma limitati, a discapito di una prospettiva di
sviluppo più duraturo e rispettoso della nostra identità.
E così negli ultimi dieci anni abbiamo visto il Molise
ripiegarsi su se stesso e essere fiaccato, più che altre regioni, dalle
difficoltà generate della crisi economica internazionale che dal 2007 si sono
riverberate con maggiore intensità sulla nostra regione. All’indebolimento del
tessuto economico e sociale hanno contribuito vari fattori: una politica
industriale improntata solo sulla salvaguardia di imprese inefficienti in
cambio di meri interessi di bottega; un’insana gestione della spesa per la
salute e la sanità, in persistente squilibrio dei conti; un utilizzo dell’indebitamento
pubblico lontano da qualsiasi criterio che adotterebbe un buon padre di
famiglia; una politica culturale provinciale, sguarnita dei mezzi
indispensabili del conoscere critico e della ricerca priva di spazi e di
libertà creative, defraudata di stimoli contemporanei, ridotta alla
celebrazione di una genuinità ingenua, utile, nella migliore delle ipotesi, a
creare silenziose masse di scontenti.
Torniamo al tema centrale di questa giornata in cui,
per celebrare i cinquant’anni di autonomia della nostra regione, proviamo a
disegnare il futuro del Molise nel ventunesimo secolo e nell’Europa. L’invito
che vi faccio è di cogliere l’occasione di questo momento storico e di non
fermarsi alla mera celebrazione di questo evento. Rischiamo, infatti, di
sconfinare in un’autocelebrazione, ancora una volta, non supportata da alcuna
azione politica di programmazione. Non basta limitarsi alla sola gestione delle
contingenze ed emergenze. Non indugiamo nell’atteggiamento miope che ci porta a
trascurare la vera ricchezza del nostro territorio, favorendo la fuga dei
giovani e delle menti più brillanti per cui tutti i politici da decenni si
riempiono la bocca di buone intenzioni.
Il perdurare di questo tipo di gestione può mettere
seriamente in discussione l’autonomia che oggi stiamo celebrando. Ma come
possiamo festeggiare i 50 anni della regione, se continuiamo a tenere fuori
dalla porta le mille questioni che ci angustiano ogni giorno e che rischiano di
minare seriamente tutto quello che oggi con solennità commemoriamo?
Signor Presidente, colleghi, cittadini, non escludiamo da questo dibattito politico tutto quello che è nelle reali preoccupazioni dei molisani: la mancanza di un sistema sanitario regionale efficiente e virtuoso che sappia coniugare l’equilibrio dei conti con le reali esigenze di salute dei cittadini; il falso mito della terra molisana, finora ritenuto un gioiello di preservazione ambientale ma in realtà svilito dalla mancata valorizzazione di aree protette, dai probabili interramenti di rifiuti tossici, dal mancato controllo della qualità dell’acqua e dell’aria, dall’assenza di un registro dei tumori che ci permetta di avere coscienza di quanto l’ambiente influisca sulla nostra salute; la gestione fallimentare dei pochi grandi gruppi industriali, alimentare e tessile in primis, che ha visto lo sciagurato ed inefficace coinvolgimento della Regione e che non fa presagire nulla di buono per le migliaia di lavoratori molisani coinvolti; la mancanza di sinergia tra i settori dell’istruzione, della cultura e del turismo, potenziale fattore di sviluppo del nostro territorio che invece continua ad essere svilito da una visione campanilistica e sul quale, inoltre, incombe la realizzazione di nuove faraoniche infrastrutture che poco hanno a che vedere con una qualsiasi idea di sviluppo sostenibile e molto con il consumo del suolo.
Signor Presidente, colleghi, cittadini, non escludiamo da questo dibattito politico tutto quello che è nelle reali preoccupazioni dei molisani: la mancanza di un sistema sanitario regionale efficiente e virtuoso che sappia coniugare l’equilibrio dei conti con le reali esigenze di salute dei cittadini; il falso mito della terra molisana, finora ritenuto un gioiello di preservazione ambientale ma in realtà svilito dalla mancata valorizzazione di aree protette, dai probabili interramenti di rifiuti tossici, dal mancato controllo della qualità dell’acqua e dell’aria, dall’assenza di un registro dei tumori che ci permetta di avere coscienza di quanto l’ambiente influisca sulla nostra salute; la gestione fallimentare dei pochi grandi gruppi industriali, alimentare e tessile in primis, che ha visto lo sciagurato ed inefficace coinvolgimento della Regione e che non fa presagire nulla di buono per le migliaia di lavoratori molisani coinvolti; la mancanza di sinergia tra i settori dell’istruzione, della cultura e del turismo, potenziale fattore di sviluppo del nostro territorio che invece continua ad essere svilito da una visione campanilistica e sul quale, inoltre, incombe la realizzazione di nuove faraoniche infrastrutture che poco hanno a che vedere con una qualsiasi idea di sviluppo sostenibile e molto con il consumo del suolo.
La perdita di competitività della Regione, illustrata
qui sinteticamente, si sta manifestando in un contesto storico che vede il
legislatore nazionale ridisegnare l’assetto istituzionale del nostro paese,
abolendo le Province e mettendo in discussione l’esistenza stessa anche delle
Regioni, soprattutto quelle più piccole, arretrate e non certo virtuose in
termini di gestione del bilancio.
Nonostante ciò, proviamo ad aprire l’orizzonte al futuro e lo facciamo con le parole di un molisano illustre, pronunciate molto tempo prima che il Molise conquistasse la sua autonomia regionale: “Udrete, o giovani, non di rado lamentare che il Molise è dimenticato e di tale oblio dar ogni colpa ai suoi rappresentanti politici. Ebbene, siano o no questi in colpa, ciascuno domandi anzitutto a sé medesimo: me ne ricordo io sempre del Molise? Che ho fatto o fo io per esso? Quale smania mi agita il petto di farmi onore, non per me soltanto o pei miei, ma perché ne ridondi fama alla mia regione? qual compiacenza eccita in me ogni cosa che giovi al Molise o lo rialzi agli occhi d’Italia? Una rappresentanza politica tanto può al fin fine quanto è l’ardore cittadino che scaldi tutto il paese o la gloria che tutto lo esalti. Non si può a un piccol drappello di uomini politici prescrivere che creino essi l’ardore che gli altri non sentano; ed ingenui sono gli altri se credono potersi il patriottismo esercitare per delegazione o per procura! Codesto somiglierebbe troppo al fatto di quel signore inglese che girava l’Europa per visitare i musei, ma poiché in ciò s’annoiava, ne dava incarico al suo servitore.”
Nonostante ciò, proviamo ad aprire l’orizzonte al futuro e lo facciamo con le parole di un molisano illustre, pronunciate molto tempo prima che il Molise conquistasse la sua autonomia regionale: “Udrete, o giovani, non di rado lamentare che il Molise è dimenticato e di tale oblio dar ogni colpa ai suoi rappresentanti politici. Ebbene, siano o no questi in colpa, ciascuno domandi anzitutto a sé medesimo: me ne ricordo io sempre del Molise? Che ho fatto o fo io per esso? Quale smania mi agita il petto di farmi onore, non per me soltanto o pei miei, ma perché ne ridondi fama alla mia regione? qual compiacenza eccita in me ogni cosa che giovi al Molise o lo rialzi agli occhi d’Italia? Una rappresentanza politica tanto può al fin fine quanto è l’ardore cittadino che scaldi tutto il paese o la gloria che tutto lo esalti. Non si può a un piccol drappello di uomini politici prescrivere che creino essi l’ardore che gli altri non sentano; ed ingenui sono gli altri se credono potersi il patriottismo esercitare per delegazione o per procura! Codesto somiglierebbe troppo al fatto di quel signore inglese che girava l’Europa per visitare i musei, ma poiché in ciò s’annoiava, ne dava incarico al suo servitore.”
La ricetta che ci propone Francesco D’Ovidio è quella
di porre in primo piano i cittadini. Raccogliamo il suo invito e coinvolgiamo i
molisani mettendoli al centro del processo di cambiamento. Mi rivolgo pertanto
agli amministratori qui presenti, a tutte le associazioni di categoria, ai
sindacati, agli enti formativi e vi chiedo di fare un passo indietro e di
utilizzare la programmazione concertata in un modo nuovo, più trasparente e
senza più protagonismi autoreferenziali e logiche di parte, ma lasciando spazio
ai cittadini e alla loro capacità di autodeterminazione.
In quest’ottica, modifichiamo insieme lo Statuto della
nostra Regione il cui adeguamento ai tempi odierni continuiamo a rimandare da
anni. Introduciamo strumenti di democrazia diretta e partecipata che
diverrebbero una preziosa risorsa e non un costo per la qualità della nostra
democrazia. In chiusura, raccogliendo umilmente la sfida che ci propone
D’Ovidio e parafrasando l’intervento di un collega parlamentare facciamo un
appello a tutti i colleghi consiglieri “agiamo con azioni importanti altrimenti questo immobilismo ci
farà evaporare!”
Sperando che questa bellissima regione non sia
già evaporata, auspico che i ns politici trovino, nell’immediato, la capacità
di reagire e di cambiare direzione.. Bisogna sfruttare il ns territorio
predisponendolo a un turismo di elite, considerando che i ns prodotti agricoli,
la buona cucina, i tanti emigrati che ancora danno forza nel mondo a questa
regione, sono già una concreta base di partenza.. Non si possono sciupare
cinquant’anni di lavoro e di sacrificio di un popolo che sicuramente merita
rispetto e soprattutto, che non vuole più emigrare..!! Forza Molise, un grande
IMBOCCALLUPO a tutta la ns classe politica.. Auguri piccolo grande Molise..
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”
L’art. 11 della Cost. italiana, dovrebbe costituire le fondamenta, un pilastro inamovibile del nostro Paese, un faro che avrebbe dovuto illuminare “vecchi e nuovi regnanti”. In realtà assistiamo sistematicamente alla umiliazione di questo articolo, pensato dai Padri Costituenti, per mettere al riparo tutti dall’atrocità della guerra.
Oggi pomeriggio alle celebrazioni per i 50 anni di vita della Regione Molise, in programma a Campobasso interverrà il Ministro Mario Mauro.
Il MoVimento 5 stelle Molise non sarà presente al tavolo intorno al quale siederà uno dei grandi promoter dell’acquisto degli F35.
Cogliamo la presente per invitarla il 31 Dicembre prossimo a Campobasso, quando si terrà una marcia per la pace dato che il Molise è una Regione di Pace.
La sede istituzionale di Bruxelles come casa dell’impresa sociale: a lanciare la candidatura, alla presenza del ministro della difesa Mario Mauro, il governatore Paolo di Laura Frattura a margine del suo intervento alla tavola rotonda “Il Molise, quale futuro”, organizzata nell’ambito delle celebrazioni per i 50 anni dell’istituzione della Regione Molise
“Ieri – ha ricostruito il presidente Frattura per i presenti al convegno –, abbiamo avuto modo di confrontarci con il vescovo di Campobasso, padre GianCarlo Bregantini, e l’imprenditore molisano, Enzo Manes, fondatore della Dynamo camp, sull’imprescindibile significato dell’impresa sociale nella logica di sviluppo da assicurare al territorio. Ci siamo accorti che validissimi strumenti di questo tipo sono trascurati nell’alveo delle opportunità comunitarie. Per questo siamo qui a rilanciare il ruolo della nostra Regione per l’impresa sociale”.
“Convinti che l’impresa sociale con la sua forma giuridica possa segnare la differenza per la ripresa reale in termini lavoro di un territorio – ha proseguito il governatore –, candidiamo la nostra sede istituzionale di Bruxelles come casa dell’impresa sociale della prossima programmazione europea, così da dare contenuti importanti e concreti a un contenitore vuoto”.
“È il modo che abbiamo per dare voce alle capacità che questa regione, seppure piccola e numericamente debole, ha di mettere in campo idee innovative che marchino la differenza, perché la ripresa – ha concluso il governatore Paolo di Laura Frattura – passa solo per la costruzione di opportunità vere di lavoro offerte a tutti”.
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