mercoledì 8 gennaio 2014

ANCE MOLISE: ULIANO, EDILIZIA A PICCO E NON SI INTRAVEDONO SEGNALI DI RIPRESA

Campobasso 8 gennaio 2014
                                                       
                                                                                    
Con Umberto ULIANO, neo Presidente dell'ANCE Molise (l'Associazione che raggruppa gli imprenditori edili della regione che fanno capo a Confindustria) tracciamo l'andamento del settore edilizio sul territorio molisano in questo periodo segnato da una difficilissima congiuntura economica.

Presidente, qual'è la situazione delle imprese edili molisane?
Siamo al collasso. Alcuni dati testimoniano inequivocabilmente lo stato di grave difficoltà del comparto regionale delle costruzioni: il numero degli operai è calato di oltre il 40%, passando dagli 8.600 degli anni 2007-2008 a poco più di 5.000; quasi dimezzato il monte salari, passato nello stesso periodo da 62 a 32 milioni di euro; sceso del 40% anche il numero delle ore lavorate, da 6 a 3,5 milioni. Sono inoltre crollati i bandi di gara e sono ferme sia l'edilizia residenziale che la commerciale. 
Quali sono le previsioni dell'andamento del settore per il 2014?
All'orizzonte non c'è alcun segnale di miglioramento; anzi, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. Le stime ANCE, nello scenario definito “tendenziale”, prevedono un ennesimo calo del 2,5% in termini reali degli investimenti in costruzioni. Inoltre, la nuova edilizia abitativa perderà nel 2014 il 9,2% nel confronto con il 2013. Dal 2008 al 2014, il settore delle costruzioni avrà perso il 31,7% degli investimenti pari a circa 58.400 milioni di euro, un livello particolarmente basso, paragonabile addirittura a quello del 1967! Chi a fine anno ha parlato di ripresa nel settore evidentemente non conosce nè i dati locali né le previsioni nazionali. 
E' un bollettino di guerra, uno scenario impressionante.
Si, ma è la realtà. Una realtà fatta di imprese edili che falliscono e di imprese che chiudono  a ritmo continuo poiché  non intravedono segnali concreti di ripresa.
Come se ne esce?
Si può tentare di uscirne solo se le istituzioni, in primis la Regione, collocheranno l'edilizia finalmente al centro dell'agenda di governo, in un confronto produttivo e risolutivo con le imprese, nella consapevolezza che il comparto delle costruzioni è tradizionalmente il volano dell'economia regionale e che il suo valore economico interessa molte attività collaterali se si considera che per ogni segmento sono interessati anche i reparti relativi alla produzione, commercializzazione, imballaggio e trasporto.
Concretamente cosa chiede alle istituzioni?

É indispensabile che i finanziamenti si trasformino nel più breve tempo possibile in cantieri, e dunque in lavoro. E occorre ancora ricordare che i crediti maturati vanno tramutati immediatamente in pagamenti, perchè non è possibile aspettare anche oltre due anni per ricevere le proprie legittime spettanze. In altri termini, non si può fallire per crediti! Quando si capirà che la crisi dell'edilizia vale molte Gam, Ittierre e Zuccherifici ci si renderà conto che occorre agire con la massima celerità per evitare che, con l'edilizia, collassi l'intera economia regionale. 

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