Primo
sopralluogo, avviate ufficialmente le indagini ambientali.
Con la necessaria e qualificata
partecipazione dell’Arpam, questa mattina sono iniziate ufficialmente le
attività di verifica nell’area di Cercemaggiore che ha ospitato, per anni, gli
impianti estrattivi della Montedison.
Unitamente al direttore, il dottor
Quintino Pallante, alla squadra di esperti in analisi di tipo
ambientale dell’Agenzia stessa, con il necessario supporto dell’Amministrazione
comunale nella persona del sindaco Mascia e dei tecnici, abbiamo effettuato un
dovizioso sopralluogo nelle due aree - entrambe situate nella frazione
Capoiaccio di Cercemaggiore - che ospitavano i pozzi in uso alla
Montedison.
Le aree - in precedenza
bonificate dalla stessa società che investì somme non irrisorie -
dovranno innanzitutto essere ripulite per consentire agli esperti
dell’Arpam - che già questa mattina hanno condotto
indagini di ricognizione - l’esatta individuazione dei pozzi di
reimmissione oggi coperti da calcestruzzo e da uno strato di terriccio che ha
generato vegetazione incolta.
Come fin da subito
denunciato e come si evince dai documenti in possesso,
reimmissioni non autorizzate sarebbero state comunque effettuate e non si
è mai avuta contezza né della esatta provenienza di tali scorie né del
quantitativo eventualmente immesso nel pozzo di Cercemaggiore II, comunicante con quello di Cercemaggiore I.
L’Arpam comunicherà ufficialmente al
Comune le azioni da porre in essere preliminarmente, necessarie per consentire
gli esami più approfonditi, che saranno condotti in tempi brevissimi e
gradualmente fino a raggiungere i potenziali livelli consentiti
dalle tecnologie.
Contestualmente procederò alla
richiesta di ulteriore documentazione alla Montedison e alla Selm
Spa circa le autorizzazioni ottenute allora, i piani di scarico ed eventuali
analisi effettuate nel passato.
Del sopralluogo odierno e delle
decisioni che dovranno essere intraprese successivamente, sarà tempestivamente
informato anche il Ministero dell’Ambiente, nella persona del responsabile
tecnico della segreteria del ministro Orlando al quale, a metà dicembre, avevo
sottolineato la necessità di una ricognizione sull’intera vicenda del pozzi
estrattivi di località Capoiaccio.
Una “operazione verità” il Consigliere Ciocca condivide con l’intera Giunta regionale, con l’assessorato regionale all’Ambiente in
particolare e con l’onorevole Antonio Di Pietro che in prima persona
sta conducendo azioni legali inerenti la stessa vicenda. La Terza
Commissione consiliare, che si è già riunita per trattare l’argomento, sarà
informata sia della prima ricognizione sia delle successive indagini che l’Arpam
porrà in essere; provvederò a riconvocarla e ad informare il Consiglio non
appena saranno disponibili le analisi ambientali di competenza dell’Arpam.
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