Da Orvieto a Bolsena un percorso nella storia.
Si inaugura mercoledì 15 gennaio la Mostra Gli Etruschi del Lago. Da Orvieto a Bolsena un percorso nella storia; resterà aperta al pubblico per tutto il
mese di Aprile. La sede prescelta è la grande sala espositiva del Museo
Archeologico di Venafro, che ha già ospitato gli splendidi materiali
dall’Abbazia di San Vincenzo al Volturno ora esposti nelle sale superiori dello
stesso Museo.
La mostra, già presentata nel Museo Archeologico Nazionale di Villa
Giulia a Roma, ricostruisce le vicende storiche della città-stato etrusca
di Velzna (Orvieto)– l’ultima a cadere
in mano romana dopo un lungo assedio – e della sua erede Volsinii (Bolsena) che
ne accolse – sulle alture del lago di Bolsena – gli abitanti superstiti. Una
storia che complessivamente ha attraversato ben più di un millennio e che è illustrata con oggetti della vita quotidiana e della
religiosità: ceramiche di età arcaica ed ellenistica tra cui i famosi vasi
argentati e i vasi di bucchero, splendide oreficerie, vasellame bronzeo, offerte
votive di vario genere, antefisse, lastre architettoniche che conservano
eccezionalmente l'originale policromia, nelle quali sono rappresentati, tra gli
altri, la coppia di demoni infernali Charun e Vanth. Eccezionale è un carretto
agricolo da trasporto, in bronzo, di fine III secolo a.C., riprodotto
fedelmente in tutte le sue parti.
A completare l’esposizione, ai materiali etruschi sono
affiancati quelli molisani: vasi di bucchero pervenuti dalla Campania etrusca,
oggetti di bronzo importati dall’Etruria meridionale, prodotti locali di
imitazione. In tutta l’area molisana, infatti, dall’area pentra a quella
frentana, le sepolture restituiscono oggetti di chiara
origine etrusca: i grandi vasi per portare il vino a tavola (stamnoi bronzei prodotti nell’etrusca Vulci),
sono utilizzati a Larino e Guglionesi per
deporre le ceneri dei nobili guerrieri; bacili, grandi situle, colini in bronzo
che servivano per filtrare il vino durante i banchetti, compaiono nei santuari
sannitici come oggetti sacri necessari allo svolgimento dei rituali che
implicavano il consumo del vino, o anche come doni di ricchi fedeli.
Tutti i materiali esposti mostrano, quindi, come le
popolazioni dell’Italia antica abbiamo profondamente e costantemente dialogato
non solo attraverso lo scambio di manufatti ma anche condividendo idee e valori.
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