Guardia di Finanza: scoperta maxi-frode fiscale
In “cabina di
regia” un giovane campobassano
Servizio condotto dalla Compagnia Guardia di Finanza di Campobasso: tre
imprese coinvolte e cinque persone segnalate a vario titolo alla competente
Magistratura – Grazie ad un vorticoso giro di false fatturazioni l’azienda
capofila beneficiava di considerevoli risparmi d’imposta che le consentivano di
essere presente sul mercato con prezzi particolarmente competitivi – Ingenti
recuperi a tassazione – Sequestro conservativo di beni per assicurare il
credito erariale – I dettagli delle attività -
Un’impresa “capofila” legata a due altre “satelliti” che nel periodo 2007-2010 hanno prodotto ed utilizzato false fatturazioni per circa 11,5 milioni di Euro.
La “capofila”, abbattendo con false fatture l’ammontare dei ricavi, riusciva così a beneficiare di considerevoli risparmi d’imposta, che le consentivano di essere presente sul mercato con prezzi particolarmente competitivi nel settore imprenditoriale dei servizi di pulizia ed attività connesse, arrecando pregiudizio agli imprenditori onesti.
In cabina di regia, un giovane campobassano P.E., classe 1979, originario del Capoluogo ed ivi residente.
L’imprenditore aveva appositamente affidato la responsabilità amministrativa delle due aziende “satelliti” ad altrettanti nullatenenti, tra cui un cittadino extracomunitario attualmente irreperibile.
Si tratta, in particolare di E.F., classe 1955, anche lui campobassano, e di K.R., classe 1971, di nazionalità egiziana. Particolarmente complesse, per entrambi, le operazioni connesse alla notifica della documentazione di rito: il primo, è stato individuato dai militari in una vecchia e fatiscente roulotte, sistemata in un’area periferica del Capoluogo; per il secondo, già residente a Firenze in epoche passate, è stata addirittura necessaria la notifica degli atti all’Albo Pretorio di quel Comune.
Tutti, risponderanno a vario titolo delle ipotesi di reato previste e punite dal D.Lgs. 74/2000 (articoli 2,4,5,8 e 10ter) in materia di emissione di fatture inesistenti, omesso versamento di IVA, omessa dichiarazione, nonché dichiarazione fraudolenta, in quanto supportata da false fatturazioni.
Anche la posizione di altri due soggetti, entrambi italiani ed incensurati, ma parte integrante del meccanismo illecito, è stata segnalata alla competente Magistratura di Campobasso ai fini di ogni connessa valutazione.
Le indagini sono state supportate da accertamenti bancari ed escussioni di numerosi testi, individuati dai Finanzieri tra i dipendenti delle tre aziende. Ciò ha consentito di focalizzare prove schiaccianti, legate alla struttura gerarchico-funzionale delle imprese, nonché di chiarire i meccanismi del sistema fraudolento: tutti operavano materialmente per conto della “capofila” e tutti ricevevano le paghe mensili dalla stessa azienda, che riusciva, tra l’altro, a primeggiare sul mercato offrendo servizi a prezzi più che concorrenziali, anche nell’ambito di gare indette da Pubbliche Amministrazioni.
Le attività di verifica nei confronti delle tre imprese, hanno consentito la constatazione di ingenti recuperi a tassazione, quantificabili in oltre 7 mln di Euro in materia di Imposte Dirette e 3,5 milioni di Euro nel comparto I.V.A..
All’esito della ricostruzione investigativa, i Finanzieri hanno richiesto ed ottenuto specifici provvedimenti di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità delle persone responsabili: i sigilli sono quindi scattati per l’intero parco automezzi dell’impresa “capofila” (per un valore di oltre 200mila Euro), ed è tutt’ora in corso un capillare monitoraggio di eventuali ulteriori disponibilità mobili ed immobili riconducibili ai soggetti coinvolti.
L’attività di indagine appena conclusa, testimonia l’impegno del Corpo in un’ottica finalizzata a tutelare i circuiti economici sani alla stregua dei concetti di legalità, trasparenza e concorrenza leale tra imprenditori.
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