PALAZZO DEL GOVERNO
Incontro tra le rappresentanze
sindacali aziendali e i vertici della Fondazione Giovanni Paolo II
I sindacati sono costretti ad una drastica decisione, a causa dell'intransigenza mostrata dalla direzione aziendale che resta ferma sui 47 licenziamenti annunciati, che possono rientrare soltanto se i 409 dipendenti accetteranno una riduzione del 15% sullo stipendio mensile, senza però prevedere alcuna riduzione dell'orario di lavoro.
Nicola Lalli |
Le parole di Nicola Lalli della Funzione pubblica regionale della Cisl «È una proposta inaccettabile Questo irrigidimento crea un clima negativo e teso all'interno della struttura biomedica che non favorisce nessuno, in questo momento. Lavorare ugualmente agli stessi ritmi, e guadagnare di meno, penso che non possa essere un’ipotesi da prendere in alcun modo in considerazione. Qui poi si tratta di lavorare e di operare tra le persone, e con la salute dei malati, non di fare bulloni. Abbiamo evidenziato che invece esistono troppe spese, altissime alcune, che possono essere eliminate, costi che superano quelle del Cardarelli e questo non è condivisibile».Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Cisl medici, Ugl sanità e Fials, ribadiscono che in questo caso l'unica soluzione possibile è un contratto di solidarietà che comporterebbe una riduzione di orario per tutti con una lieve riduzione dello stipendio che non arriverebbe,tuttavia, mai a quella proposta dall'azienda che taglia 250 euro lorde agli infermieri e 500/600 euro ai medici.
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