“Il Papa degli Italiani ALL’ESTERO onora i migranti del mondo”
“Jorge Mario Bergoglio, che il
responso del Conclave del 13 marzo 2013 ha messo sul soglio di San Pietro,
rappresenta tutti gli Italiani nel mondo, quegli ottanta milioni, tra emigrati
e oriundi, che oggi si riconoscono nel tricolore e che, nella Terra che li
ospita, non hanno mai dimenticato la nazione da cui partirono nonni e
genitori”. Così l’on. Angela Fucsia Nissoli, italo-americana degli Usa, deputata
al Parlamento italiano per la Circoscrizione Estero - Ripartizione Nord e Centro
America, alla notizia della nomina del Papa italo-argentino, annunciata dalla
fumata bianca che ha tenuto col fiato sospeso il mondo intero.
Nativo di Buenos Aires, Papa Francesco
è infatti figlio di italiani piemontesi emigrati in Argentina. Il papà Mario,
impiegato delle ferrovie, la madre, Regina Sivori, casalinga, sono originari di
Bricco Marmorito di Portacomaro. La
famiglia si trasferì prima a Torino e da qui raggiunse l’Argentina insieme a
migliaia di migranti italiani, che oggi costituiscono il più importante gruppo
etnico del Paese, circa il 60% della
popolazione: si calcola che più di 25 milioni di argentini abbiamo almeno un
antenato italiano.
“Oggi, - sottolinea l’on.
Nissoli, che vive da 25 anni negli Usa e conosce bene le istanze, le
problematiche, i desideri degli italiani che vivono all’estero -
all’incredibile lista di sei presidenti argentini: Carlos Pellegrini, Arturo
Frondizi, José María Guido, Arturo Umberto Illia, Raúl Alberto Lastiri, Héctor
José Cámpora e probabilmente lo stesso Juan Domingo Perón; ai tanti patrioti di
origine italiana celebrati con grande slancio nella nazione sudamericana, quali
Manuel Belgrano, Juan José Castelli, José Murature, Florentino Ameghino, Manuel
Alberti; si va ad aggiungere il Papa del mondo cattolico, a rafforzare quei
legami ancestrali tra l’Italia e l’Argentina, e in definitiva tra l’Italia e
tutti quei Paesi in cui vivono e lavorano, con grande dignità, i nostri connazionali”.
“Era questo il segnale forte che
attendevano 80 milioni di italiani sparsi per il mondo, è questo il
riconoscimento e il senso della diaspora, l’orgoglio dei tanti coraggiosi che
lasciarono tutto ciò che avevano conosciuto fino a quel momento alla ricerca di
un futuro migliore. Come italiana all’estero sento particolarmente vicino il
Vescovo di Roma che incarna e testimonia il passato di emigrazione di una
nazione che oggi invece accoglie migranti. Il Santo Padre nella sua semplicità
e umiltà, con quell’inchino che ha commosso il mondo, ha onorato i migranti
della terra e l’emigrazione italiana in particolare. Il suo messaggio di pace e
di speranza sia foriero di un futuro migliore nel quale nessuno debba essere
costretto a partire per non ritornare”.
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