Riflessione davanti alla Casa Circondariale, Venerdì santo, 29 marzo
2013
La Santa Pasqua e tutte le
liturgie ad essa collegate sono espressione di riflessione storica del Cammino
di Fede che ogni cristiano ripercorre ogni anno attraverso la rievocazione di
Sacri Riti e Sacre Liturgie. La Pasqua
del Cristo Risorto ci dona l’occasione di vivere la Gioia per poterla
condividere con l’altro soprattutto nei luoghi della tristezza umana.
L’arcivescovo di Campobasso – Bojano, S.E. mons. GianCalro Bregantini e
Presidente per la Commissione della CEI per la Giustizia, Lavoro, Pace e
Salvaguardia del Creato, in occasione delle liturgie già espresse attraverso la
Messa Crismale, in Coena Domini ed il
Triduo Pasquale –che culmina con Pasqua di Resurrezione- appena iniziato,
durante la tradizionale
Processione campobassana del Cristo Morto e dell’Addolorata ha lasciato un
forte messaggio alla Città di Campobasso, nell’anno della Fede e nell’anno
diocesano sulla “La famiglia che educa alla Città”.
un grazie al fratello che da dietro le sbarre della
Casa Circondariale ci ha offerto un tratto della sua vita ed un pezzetto,
commovente, de suo cuore.
Ci ha fatto pregare, con animo condividente!
È la realizzazione del canto, del “Teco vorrei…!”
che avvolge tutta la serata.
Parte dal suo dolore,
dal suo peccato, riconosciuto e fatto occasione di grazia e di lode, per la
misericordia di Dio, colta soprattutto nelle dolcezza e tenerezza di Maria. A
Maria quella Mamma che fra tutte le mamme più ha penato nel vedere la sofferenza del Figlio Gesù, le chiede
protezione, mano forte di accompagnamento, forza per stare lontano dalle
tentazioni e superare i momenti difficili.
Chiede soprattutto quello sguardo amorevole per contemplare
Gesù, suo figlio, nella sua Passione, per poter riabbracciare i suoi cari!”.
È una voce che si fa voce di tanti giovani nella nostra
città. Nel loro gridare giustizia e dignità!.
Un grazie va perciò a tutti gli operatori del
Carcere, alla Direttrice, al comandante e a tutto il corpo di Polizia
Penitenziaria, ai volontari, al padre Cappellano di grande zelo e passione,
agli infermieri (la cui condizione va meglio difesa e tutelata; anche a livello
amministrativo).
Ed un grazie va alla cooperativa “Voli di Libertà”, che sta
dando lavoro. E proprio questi in giorni ha assunto un giovane carcerato, in
piena regola sindacale, per poter realizzare le arnie per le api. Una
cooperativa che assume e non licenzia! Questo è il segno più diretto della
Pasqua. Ed assume i carcerati. Cioè chi maggiormente ha bisogno di un lavoro e
di dignità!
Il nostro pensiero, poi, va subito alle due figure di Pontefici che ci hanno scavato nel cuore,
in questa santa quaresima.
L’umiltà di papa Benedetto e la semplicità di papa
Francesco. Entrambi ci parlano di speranze. Specie il lavare i piedi ai giovani
carcerati, il giovedì sera!
Cuore di questa liturgia è il canto, così popolare e vivo,
del “Teco Vorrei…!”.
È tipico della nostra città. Un inno alla solidarietà,
all’incontro, all’intreccio di speranza. Non da soli, ma INSIEME! Questo è il
messaggio forte che emana.
Perciò suggerisco di:
-
tipicizzare
questo canto, quasi fosse un inno della città di Campobasso, che la
caratterizza e la rende più grande e più solidale;
-
di viverlo con
cuore fraterno e vicino ad ogni uomo che soffre, a chi viene licenziato,
a chi è solo e resta ai margini, nelle periferie del cuore!
-
Sia lo stile delle relazioni sociali, politiche
e sindacali. Ance nella definizione della vertenza sollevata alla Cattolica,
Fondazione Giovanni Paolo II, che vive giorni difficili. Solo con questo stile
di contratto di solidarietà è possibile sciogliere le vertenze e superare
questo brutto momento, rilanciandone la qualità e lo spessore di servizio!
-
È un canto di lotta per cambiare, per trasformare,
per non restare soli, per non rassegnarsi alla crisi, che solo insieme, è
possibile traghettarla con speranza !
E’ veramente l’attuazione della Passione del signore Gesù!
E vi sentiamo il cuore di Maria Addolorata!
Il salmo dice: “ Il canto sulle
labbra e la spada a due tagli nelle mani!”. Cioè un popolo in piedi, proprio
perché rilancia la propria vita di fede!
Il prossimo anno, i Vescovi italiani (CEI), hanno scelto la Città di
Campobasso come “Città della Pace” che si svolgerà il 31 dicembre
2013 ed il primo gennaio 2014.
Un onore ed un impegno, serio per
tutta la città.
Ci sia di aiuto la figura da
riscoprire del nostro eroico mons. Secondo Bologna, caduto vittima sotto le
bombe il 10 ottobre 1943.
Quest’anno ricorre il 70° anniversario della sua morte. Stiamo preparando una sua
biografia, che mette in luce come questo vescovo già ufficiale dell’esercito
Italiano, inizialmente aperto alla realtà della guerra come tanti a
quell’epoca, poi, davanti all’orrore della guerra stessa, si è “convertito”
alla Pace.
Ed è morto, quasi unico, sotto i
bombardamenti della guerra, da lui esecrata!.
Vittima. Esempio di un reale “Teco
vorrei…!” anche da lui di certo cantato!
Ecco allora una serie di impegni
ce ci spettano, come città:
a.
riscoprire la strada della pace;
b.
percorrere sentieri di solidarietà a tutti i livelli,
valorizzando sempre più la nostra; tradizione religiosa e popolare;
c.
star vicino a chi soffre di più;
d.
essere solidali con il cammino dei giovani precari;
e.
accompagnare il cammino di speranza dei carcerati.
Tutto parte dal cuore Trafitto per Amore di cristo e della sua Madre Maria,
Addolorata!»
+ padre Giancarlo, vescovo
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