Arrestati tre pregiudicati campani.
Braccati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Treviso per un colpo in gioielleria.
Si costituiscono ai Carabinieri di Campobasso.
Nel mese di
novembre 2012 avevano messo a segno un colpo presso una gioielleria di Pieve di
Soligo, in provincia di Treviso, che era finita nel sangue ed aveva sfiorato la
tragedia.
In quella
circostanza un commando di tre persone, tutte originarie della provincia di
Napoli, con il volto coperto dai passamontagna ed armati di pistola, aveva
fatto irruzione nella gioielleria mentre all’interno vi erano anche alcuni
clienti, ed avevano razziato dalla cassaforte diversi oggetti preziosi
stivandoli in un borsone, per un bottino di oltre 120mila euro.
Nel corso
della rapina, però, per stroncare un tentativo di reazione del proprietario,
uno dei malfattori aveva esploso un colpo di pistola contro il rapinato,
attingendolo all’inguine. Subito dopo tutto il commando si era dileguato a
bordo di un’utilitaria che era stata asportata prima della rapina, nel comune
di Conegliano, sempre in provincia di Treviso, e che era stata abbandonata poco
distante perché i rapinatori l’avevano poi sostituita con un mezzo “pulito”, in
uso proprio ad uno dei rapinatori residente nello stesso centro in cui era stata
consumata la rapina.
Le indagini
immediate e serrate avviate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Treviso
hanno puntato subito alla descrizione dei rapinatori fatta dai testimoni della
rapina e, soprattutto, alle informazioni fornite dal gioielliere ferito diversi
giorni dopo il fatto quando, dopo le necessarie, urgenti e delicate cure
mediche cui era stato sottoposto a causa del colpo di pistola ricevuto, era
stato in grado di poter parlare.
L’indagine
dei Carabinieri di Treviso, che aveva subito una svolta grazie ad alcuni
reperti biologici rinvenuti sulla utilitaria utilizzata dai rapinatori per
darsi alla fuga, si indirizzava verso la Campania come la regione di residenza
di almeno tre dei quattro rapinatori, e come la regione di provenienza di un
quarto rapinatore residente però in Veneto.
Sulla
scorta delle rilevanti risultanze investigative raccolte dai militari del
Nucleo Investigativo di Treviso, quindi, il Giudice per le Indagini Preliminari
di quel capoluogo alla fine del mese di febbraio appena trascorso, emetteva una
prima ordinanza di misura cautelare in carcere per uno dei rapinatori, e nella
metà del mese di marzo corrente, una seconda ordinanza di custodia cautelare in
carcere per altri due rapinatori residenti nella provincia di Napoli, compreso
quello che aveva ferito all’inguine il gioielliere rapinato.
Per le
prime settimane i tre rapinatori destinatari della misura cautelare si sono
dati alla macchia ma poi, sicuramente a causa della pressione investigativa
esercitata dai Carabinieri di Treviso anche attraversi i colleghi competenti
sulle località di residenza dei malfattori, nella mattinata di ieri 25 marzo,
si sono spontaneamente presentati presso il Comando Provinciale Carabinieri di
Campobasso, insieme al loro difensore di fiducia, per costituirsi e per essere
sottoposti a misura cautelare.
Alla
notifica del provvedimento restrittivo, alle formalità di rito ed alla
traduzione presso il carcere di Campobasso, hanno provveduto i militari del
Nucleo Investigativo Carabinieri di Campobasso, in continuo contatto con i
colleghi di Treviso.
I tre
arrestati, quindi, rimangono ristretti a Campobasso a disposizione del GIP
presso il locale Tribunale, in attesa della rogatoria che il Tribunale di
Treviso richiederà al paritetico ufficio molisano.
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