venerdì 8 marzo 2013

Gambatesa (CB) L'eterno provvisorio

Campobasso 8 marzo 2013


L’Eterno provvisorio nel centro storico di Gambatesa
Nota di Vittorio Venditti 
Foto di Salvatore Di Maria

Continua la rassegna di ciò che non va a Gambatesa. Continuando a sparlare del degrado che si vorrebbe far passare per alti livelli di promozione turistica paesana, oggi “non perdono e Tocco” quel Castello di Gambatesa poi diventato possesso esclusivo di chi dice di arrabbiarsi se si parla di ciò che accade nel paesello. Se dunque c’è chi si infuria per scherzo, io lo faccio per davvero, atteso che quanto si vede nelle foto che vi ho mostrate non sia degno di un paese civile, dove si parla di “cultura” ma lo si fa per raggiungere fini non proprio culturali. Se condizioni meteo eccezionali hanno contribuito a danneggiare una struttura, non può essere tollerato il lassismo con il quale si amministra la successiva e necessaria situazione di riparazione dei danni, quale sia l’entità di questi, chiunque sia il responsabile o il titolare della proprietà della quale sto trattando. A tal proposito, mi piacerà sapere cosa pensa della cosa l’architetto Franco Valente, quell’amico di Gambatesa, persona serissima e capace, persona cui girerò questa farneticazione, sperando in una sua risposta, . Quanto accadde lo scorso due febbraio, non è più grave di tante altre eccezionalità che colpiscono periodicamente il nostro territorio. Perché al castello ci sono ancora le transenne? Perché rendere drammatica una normale situazione riscontrabile normalmente nel nostro centro storico? Perché tanta considerazione e lungaggine per il Castello e nulla per esempio nel caso di cui a queste ultime foto? Quali sono gli interessi nascosti? Chi ne beneficia? Che deve succedere per tener conto anche degli altri edifici che, abbandonati a sé stessi, possono arrecare danni ai passanti? Insomma: Chi ci guadagna, rendendo all’italiana definitivo quest’eterno provvisorio? E per finire: La situazione al Castello verrà risolta per Pasqua e la prossima stagione, quando (si spera) che qualche anima santa si ricordi di visitare il nostro maniero, usato come bandiera culturale, “bandiera” che copre tutt’altro?





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