martedì 3 gennaio 2012

Presepe vivente Villa Comunale

Campobasso, 03 dicembre 2012

Nello splendido scenario della Villa Comunale "De Capua" fervono i preparativi per allestire il Presepe Vivente.
La struttura si innalza per circa nove metri.
Sul primo piano verrà raffigurata la natività
mentre sul piano superiore ed intorno il classico presepe napoletano. 



Di Carlo Palladino
(presidente Associazione "Città Viva")


La settecentesca Villa de Capoa, con il suo parco furono donati dalla contessa Marianna de Capoa alla città di Campobasso, nella seconda metà dell’Ottocento.
Il parco, esteso circa 16.000 metri quadrati, è di stile classico e presenta un viale principale, da cui si diramano numerosi sentieri secondari, che portano ad una piazza nella quale si trovano una fontana ed una rotonda delimitata da una balaustra. I labirinti di siepi, le scultura mitologiche, gli archi in pietra, la grotta, il pozzo ed il sarcofago del Quattrocento contribuiscono a rendere il parco fortemente suggestivo.
In questa location presentiamo il “PRESEPIO VIVENTE” ambientato nel Settecento.
Forti sono i simbolismi e gli elementi che tradizionalmente ricorrono nel presepio settecentesco: il pozzo, la fontana, la taverna e la grotta. Il loro significato va al di là di semplici raffigurazioni paesaggistiche o scenografiche, e la loro ricorrente presenza trova spiegazione nella tradizione popolare. Si tratta di rappresentazioni relative a credenze varie, superstizioni e leggende: il pozzo è uno degli elementi più ricorrenti nella tradizione poiché rappresenta il collegamento tra la superficie e le acque sotterranee e la fontana simbolizza le acque che provengono dal sottosuolo. Anche i pastori rappresentano una complessa simbologia. Tipici personaggi sono: la zingara, personaggio profetico collegato alle sibille profetesse (alla Sibilla Cumana la tradizione attribuiva la leggenda della premonizione della nascita del Redentore, illudendosi di essere la vergine designata che lo avrebbe partorito); la lavandaia, rappresentante la testimone del parto di Maria; il pescatore (allegoria del pescatore di anime), il quale riporta al divieto del III secolo di raffigurare Dio; Benino che dorme, fa riferimento al passo delle Sacre Scritture del momento in cui gli angeli annunciano la nascita ai pastori ed inoltre, è colui che sogna il presepe; il vinaio Cicci Bacco, che rappresenta il retaggio delle divinità pagane, in contrapposizione al messaggio evangelico di Gesù che di lì a poco istituirà il sacramento dell’Eucarestia.
Nella tradizione del presepe settecentesco anche i luoghi rappresentano le principali attività lavorative e i commerci che si svolgevano all’epoca. Si possono interpretare arti e mestieri come personificazioni dei mesi quali: Gennaio-macellaio, Febbraio-venditore di ricotta e formaggio, Marzo-pollivendolo, Aprile-venditore di uova, Giugno-panettiere. Non manca il forno come richiamo dell’Eucarestia e l’osteria che riconduce ai pericoli del viaggiare, a ricordo dei vangeli che narrano il rifiuto di osterie e locande nel dare ospitalità a Giuseppe e Maria.
Location, musiche, colori, luci, scenografie e personaggi si fondono in questo “presepio” per farci provare le emozioni che si vivono ogni volta che si prepara il presepe in famiglia, quello della tradizione in cui tutto il paese è arroccato sulla natività. Certi che vorrete contribuire alla riuscita della manifestazione dedicandoci uno spazio sul vostro editoriale si ringrazia fin d’ora e si inviano gli auguri di buon anno.


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