Autorizzazione Integrata Ambientale: uno studio
comparativo di Confindustria sull'applicazione in Italia e in Europa evidenzia
le criticità
Mauro Natale: “Regole certe garantiscono tutela dell’ambiente, della
salute e sviluppo, anche nella nostra Regione”
Mauro Natale Foto Gino Calabrese |
Sostenibilità
ambientale e tutela della salute rappresentano due sfide per il progresso di
tutta la società. Per il sistema industriale costituiscono un volano per
crescere e per innovare. Perché questo accada, però, le norme ambientali devono
essere attuate in coerenza con quelle comunitarie e vengano applicate allo
stesso modo in tutti i Paesi europei, senza oneri aggiuntivi, che rischiano di
minare lo sviluppo e la competitività delle imprese italiane.
Nei
giorni scorsi Confindustria ha presentato uno studio comparativo
sull'applicazione dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) in Europa e in
Italia, dal quale emergono grandi difformità nell'attuazione della direttiva
che l'ha introdotta.
L’Italia presenta infatti costi amministrativi e burocratici molto
più elevati rispetto ai principali Paesi dell’area UE, a causa delle
tempistiche più lunghe, dovute in gran parte ai
al maggior numero di enti e soggetti coinvolti nell'esame delle
pratiche. Inoltre la disciplina europea in materia ambientale viene spesso
recepita, nel nostro Paese, in maniera più restrittiva rispetto ai parametri
europei (limiti di emissioni, sanzioni, oneri e tariffe a carico delle
imprese), presentando anche delle disomogeneità applicative tra regioni
diverse, sia in riferimento alle tempistiche che alle prescrizioni contenute
nelle autorizzazioni.
In particolare, poi, nella nostra regione, la situazione è ancora
più drammatica: nonostante le prime richieste di AIA da parte delle imprese
siano state presentate nel 2007, ad oggi non ne è stata rilasciata neanche una.
Le imprese quindi continuano la propria attività facendo riferimento ad
autorizzazioni rilasciate sulla base di leggi abrogate, autorizzazioni che
vengono di volta in volta prorogate o revocate, e che invece dovrebbero
ricadere in un unico documento che è appunto l'AIA.
Inoltre in Molise sono state applicate le tariffe nazionali,
piuttosto elevate, nonostante la regione abbia la facoltà di prevedere delle
riduzioni per situazioni particolari, come ad esempio la presenza di
certificazioni ambientali o la condizione di PMI.
“In Molise – sottolinea il Presidente di Confindustria Mauro
Natale – la situazione è diventata ormai insostenibile: i ritardi nel rilascio
delle autorizzazioni, gli oneri amministrativi e i costi previsti a carico
delle imprese, costi che raggiungono in alcuni casi anche decine di migliaia di
euro, sono il risultato di anni di disinteresse dell'amministrazione regionale
verso il tema dell'ambiente, inteso finora solo come valorizzazione delle
risorse naturalistiche. Va data la giusta attenzione anche alle attività
produttive presenti sul territorio che impattano inevitabilmente sull'ambiente
e che chiedono solo di operare nel rispetto delle norme, senza inutili intoppi
burocratici e costi esorbitanti, che sembrano stabiliti apposta per
disincentivare lo svolgimento delle attività”.
Auspichiamo - continua
Mauro Natale - che il nuovo governo regionale tenga finalmente nella giusta
considerazione queste problematiche e non sottovaluti l'importanza che esse hanno per la competitività della
regione, nonchè per la tenuta del sistema produttivo locale”.
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