PADRE GIAN CARLO BREGANTINI ARCIVESCOVO METROPOLITA DI CAMPOBASSO-BOJANO APPRENDE LA NOTIZIA INATTESA E COMMENTA.
di Gino CALABRESE
CLICCA PER ASCOLTARE IL COMMENTO “Per virtude fece il gran rifiuto. Mon per viltade!”
La notizia delle dimissioni del Santo
Padre Benedetto XVI, ha sorpreso tutto il mondo ed il mondo cattolico, in
particolare. Sotto la protezione di Maria, nel giorno della memoria liturgica dell’apparizione della
Madonna di Lourdes e della Giornata Mondiale del Malato, l’arcivescovo di
Campobasso S.E. Mons. GianCarlo Bregantini, ha accolto con lacrime e stupore la
notizia durante la Celebrazione Eucaristica presso l’ospedale civile di Campobasso “A. Cardarelli”. Il primo
pensiero lo ha rivolto a san Pietro Celestino V, santo Molisano, modello
concretissimo di umiltà ed obbedienza: l’umiltà è il fondamento; l’obbedienza
il compimento.
«Quando Ratzinger ha accettato di
diventare Papa, lui umile lavoratore della vigna, ha accettato e portato avanti
con altissima dedizione, con un coraggio incredibile superando anche le difficoltà
riportando tutti i problemi degli
scandali in una direzione positiva, ha dato riposte immense al mondo, ha
dato al mondo le più elevate Encicliche come la Caritas in Veritate, capolavoro di lungimiranza. Ma c’è un momento
in cui il cuore cede il posto alla salute, all’età, alle difficoltà ed anche
quando lo abbiamo visto meno di un mese fa insieme agli altri Vescovi del
Molise, alla Visita ad limina, è apparso dignitosamente sereno, disteso, ma
stanco. Davanti alla sua coscienza come ha fatto il Papa nella sua sublime
dichiarazione in latino, ha sentito due cose: la sua età con l’anzianità che avanzava e l’altro elemento fisico e pastorale
che, per guidare la “barca di Pietro”
occorre accanto al cuore ed allo zelo personale, le forze fisiche necessarie.
Ammettere con onestà questo, dona a Papa Bendetto XVI, una grandezza infinita
ed un esempio di Santità enorme per quello che ha fatto. Le sue udienze erano gremite
di persone. La gente lo ha amato tantissimo, lo ha seguito e lo ha ascoltato
immensamente. Oggi c’è gente che piange e ci si accorge che davanti a questo
suo gesto la sua coscienza è altissima e la sua vita estremamente bella, piena.
Benedetto XVI ha capito che bisognava obbedire la Chiesa nel 2005, quando è
stato eletto e ha obbedito, oggi, al suo
cuore, la sua coscienza, nel 2013. Ma è la stessa dinamica di un uomo che
obbedisce a Dio. Ecco perché è un gesto di Santità ed è un uomo che ha saputo
sempre rispondere alla voce di Dio. Sin dall’inizio del suo mandato si è posto
con grande dignità e rispetto per il suo predecessore Giovanni Paolo II per il
quale guidava la più difficile delle
Congregazioni, quella per la
Dottrina della Fede. “Per
virtude fece il gran rifiuto. Non per viltade!” come ebbe a dire Paolo
VI per commentare il gesto di Celestino V.
Per quanto riguarda Il futuro
della Chiesa – ha detto il Presule di Campobasso - vedo molte somiglianze con
quello che accadde con Celestino V che, dopo grandi pianti interiori maturò le
dimissioni così come quest’uomo, Benedetto XVI. Quanto avrà pianto! Ed il suo
annuncio in latino è un grandissimo gesto per
parlare al mondo. Anche Celestino V quando diede le dimissioni,
organizzò il futuro del Conclave. Il 13 dicembre del 1294 diede le dimissioni
ed il 24 dicembre dello stesso anno
venne aperto il conclave. Così come si farà dopo il 28 Febbraio 2013. Non
per la sua viltade, come si potrebbe
interpretare ma per quella virtude,
che sa dare a ogni età della vita il meglio di sé, sempre pronti a servire la
Chiesa, sia quando ci chiama ad operare sia quando ci richiede la sosta nel’agire.
Sempre compiendo la volontà di Dio, in tutte le cose ed in tutti i luoghi.
Perché in quella volontade sia la
nostra pace.»
|
Nessun commento:
Posta un commento