lunedì 11 febbraio 2013

DIMISSIONI DEL PAPA,PADRE GIANCARLO BREGANTINI

Campobasso 11 febbraio 2013

PADRE GIAN CARLO BREGANTINI ARCIVESCOVO METROPOLITA DI CAMPOBASSO-BOJANO APPRENDE LA NOTIZIA INATTESA E COMMENTA.

di Gino CALABRESE
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“Per virtude fece il gran rifiuto. Mon per viltade!”


La notizia delle dimissioni del Santo Padre Benedetto XVI, ha sorpreso tutto il mondo ed il mondo cattolico, in particolare. Sotto la protezione di Maria, nel giorno della  memoria liturgica dell’apparizione della Madonna di Lourdes e della Giornata Mondiale del Malato, l’arcivescovo di Campobasso S.E. Mons. GianCarlo Bregantini, ha accolto con lacrime e stupore la notizia durante la Celebrazione Eucaristica presso  l’ospedale civile  di Campobasso “A. Cardarelli”. Il primo pensiero lo ha rivolto a san Pietro Celestino V, santo Molisano, modello concretissimo di umiltà ed obbedienza: l’umiltà è il fondamento; l’obbedienza il compimento.
«Quando Ratzinger ha accettato di diventare Papa, lui umile lavoratore della vigna, ha accettato e portato avanti con altissima dedizione, con un coraggio incredibile superando anche le difficoltà riportando tutti i problemi degli  scandali in una direzione positiva, ha dato riposte immense al mondo, ha dato al mondo le più elevate Encicliche come la Caritas in Veritate, capolavoro di lungimiranza. Ma c’è un momento in cui il cuore cede il posto alla salute, all’età, alle difficoltà ed anche quando lo abbiamo visto meno di un mese fa insieme agli altri Vescovi del Molise,  alla Visita ad limina, è apparso dignitosamente sereno, disteso, ma stanco. Davanti alla sua coscienza come ha fatto il Papa nella sua sublime dichiarazione in latino, ha sentito due cose: la sua età con l’anzianità che  avanzava e l’altro elemento fisico e pastorale  che, per guidare la “barca di Pietro” occorre accanto al cuore ed allo zelo personale, le forze fisiche necessarie. Ammettere con onestà questo, dona a Papa Bendetto XVI, una grandezza infinita ed un esempio di Santità enorme per quello che ha fatto. Le sue udienze erano gremite di persone. La gente lo ha amato tantissimo, lo ha seguito e lo ha ascoltato immensamente. Oggi c’è gente che piange e ci si accorge che davanti a questo suo gesto la sua coscienza è altissima e la sua vita estremamente bella, piena. Benedetto XVI ha capito che bisognava obbedire la Chiesa nel 2005, quando è stato eletto e  ha obbedito, oggi, al suo cuore, la sua coscienza, nel 2013. Ma è la stessa dinamica di un uomo che obbedisce a Dio. Ecco perché è un gesto di Santità ed è un uomo che ha saputo sempre  rispondere alla voce di Dio.  Sin dall’inizio del suo mandato si è posto con grande dignità e rispetto per il suo predecessore Giovanni Paolo II per il quale guidava la più difficile delle  Congregazioni, quella  per la Dottrina della Fede.  “Per virtude fece il gran rifiuto. Non per viltade!” come ebbe a dire Paolo VI per commentare il gesto di Celestino V.
Per quanto riguarda Il futuro della Chiesa – ha detto il Presule di Campobasso - vedo molte somiglianze con quello che accadde con Celestino V che, dopo grandi pianti interiori maturò le dimissioni così come quest’uomo, Benedetto XVI. Quanto avrà pianto! Ed il suo annuncio in latino è un grandissimo gesto per  parlare al mondo. Anche Celestino V quando diede le dimissioni, organizzò il futuro del Conclave. Il 13 dicembre del 1294 diede le dimissioni ed il 24 dicembre dello stesso anno  venne aperto il conclave. Così come si farà dopo il 28 Febbraio 2013. Non per la sua viltade, come si potrebbe interpretare ma per quella virtude, che sa dare a ogni età della vita il meglio di sé, sempre pronti a servire la Chiesa, sia quando ci chiama ad operare sia quando ci richiede la sosta nel’agire. Sempre compiendo la volontà di Dio, in tutte le cose ed in tutti i luoghi. Perché in quella volontade sia la nostra pace.»









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