ACEM
A ROMA: RIPRISTINARE
L’ANTICIPAZIONE DEL PREZZO SUI LAVORI PUBBLICI
Angelo Santoro |
Si è svolto venerdì scorso a Roma,
presso la sede del quotidiano Il Tempo, in Piazza Colonna, il confronto dal titolo
“RILANCIARE IL SETTORE DELL’EDILIZIA?
UNA PRIORITA’ PER IL PAESE”, al quale hanno preso parte il Presidente dell’ANIEM
Dino Piacentini, il Vice Presidente ANIEM Angelo Santoro e gli onorevoli
Beatrice Lorenzin - Deputato Pdl; Francesco Scalia - Deputato Pd;
Luciano Ciocchetti - Deputato Udc.
In rappresentanza dell’ACEM è intervenuto anche il Vice Presidente
Corrado Di Niro.
Corrado Di Niro |
Nel corso della riunione, l’ANIEM
ha consegnato un documento nel quale si richiede, tra le priorità del nuovo
Governo nazionale, il ripristino dell'anticipazione
riguardante i pagamenti di lavori,
servizi o forniture.
Tale anticipazione era
originariamente prevista dall’art.12 del R.D. 18/11/1923 n. 2440 (contabilità
di Stato), il quale, nella sua ultima versione, disponeva una anticipazione
fino al 10% del prezzo a fronte di idonee garanzie, in seguito ridotta al 5% e
poi eliminata in vigenza della Merloni.
L’articolo 140 del nuovo
regolamento attuativo del Codice Appalti, nel ripresentare il contenuto
dell’articolo 113 del vecchio regolamento, fissa il divieto di anticipazioni
del prezzo d’appalto: in particolare, è fatto divieto alle amministrazioni
pubbliche e agli enti pubblici economici di concedere, in qualsiasi forma,
anticipazioni del prezzo, in materia di contratti di appalto di lavori,
forniture e servizi, con esclusione di quelli riguardanti attività oggetto di
cofinanziamento da parte dell’Unione europea.
L’eliminazione dell’anticipazione
nei pubblici appalti colpisce in maniera particolarmente pesante oggi le
imprese del settore edile, già sottoposte ad una forte pressione del sistema
bancario, in un momento in cui le amministrazioni pubbliche si mostrano
incapaci di rispettare i tempi e gli impegni relativi ai pagamenti ed in un
contesto in cui l’accesso al credito è diventato proibitivo.
Se da un lato le grandi imprese
possono ricorrere a mezzi propri, le
piccole e medie imprese, sottocapitalizzate per natura, devono necessariamente
ricorrere al credito bancario.
Una soluzione, al fine di
sostenere la sopravvivenza delle pmi, potrebbe essere rappresentata proprio dalla
reintroduzione nei pubblici appalti dell’istituto dell’anticipazione del
prezzo, che da un lato darebbe certezza di reale copertura finanziaria prima dell’inizio
dei lavori e dall’altro aiuterebbe le nuove imprese ad avviarsi.
Il reinserimento di tale istituto
consentirebbe di “dare ossigeno” ad un sistema imprenditoriale che è oggi ai limiti
della paralisi operativa: solo nell’ultimo anno, hanno chiuso quasi 10 mila
imprese in Italia e 300.000 lavoratori hanno perso il lavoro dall’inizio della
crisi.
Mai, infatti, come in questo
momento economico di forte crisi occorre ristabilire l’istituto
dell’anticipazione del 10% dell’importo contrattuale, da recuperarsi
proporzionalmente sugli stati di avanzamento dei lavori.
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